“Reader Of The Runes – Rapture” è il successore di “Reader of the Runes – Divination” e farà parte di una trilogia progettata dagli Elvenking. Personalmente, non ho apprezzato molto il precedente album degli Elvenking, ma lo considero comunque un prodotto piacevole. Con “Rapture“, la band parte subito in modo molto forte, dopo un’interessante introduzione, catapultandoci in un mondo decisamente più cupo e aggressivo rispetto al predecessore. Il vocalist Damna ha dichiarato che il tono dell’album è più oscuro perché la storia stessa richiedeva una svolta musicale più tragica e violenta. La canzone è molto lunga, ma scorre piacevolmente con accelerazioni e momenti più tranquilli, senza mai perdere l’epicità. L’inizio è davvero eccezionale.
La successiva “The Hanging Tree” viene presentata come “il miglior ritornello che sentirai nel metal quest’anno”. Non so se sia vero in senso assoluto, ma la canzone farà sicuramente felici molti amanti del genere proposto dalla band italiana.
“Bride of Night” è piacevole, ma ha qualcosa di meno rispetto ai brani precedenti, forse perché punta troppo su un ritornello orecchiabile e il risultato è un po’ anonimo e privo di carattere. Tuttavia, la band si riprende subito con “Herdchant“, che ci coinvolge sin dall’introduzione lunga e, nonostante alcuni inserimenti un po’ posticci, ci fa alzare i pugni al cielo.
In “The Cursed Cavalier” il ruolo di risalto è della batteria, che talvolta va a coprire la voce e gli altri strumenti, mettendoli troppo in secondo piano e facendo perdere qualche punto al brano, comunque di ottima fattura. Al contrario, in “To the North” tutto è perfettamente bilanciato, con un uso abbondante del growl che dialoga con la voce pulita, la sezione ritmica potente ma non invasiva e chitarre ispirate.
“Conventant” è un brano anomalo che si basa su sonorità orientali e un approccio grezzo e rabbioso, il risultato è spiazzante ma decisamente piacevole. La successiva “Red Mist” risulta invece molto prevedibile, soprattutto nelle parti lente, e non aggiunge nulla di nuovo tecnicamente, ma suona come già sentita in precedenza.
Ci avviciniamo alla conclusione con “Incantations“, che alterna sapientemente parti aggressive con altre molto delicate, “An Autumn Reverie” non ha grandi difetti, ma non è particolarmente significativa. Infine, concludiamo con l’ottima “The Repentant“, che mostra il meglio del repertorio della band friulana, grazie anche all’ennesima grande prova della voce.
In sintesi, nonostante un paio di brani meno significativi, l’album nel suo insieme è ottimo e dimostra ancora una volta che gli Elvenking sono uno dei punti di riferimento del power metal italiano e non solo.
