Premetto che questa è una recensione personale di un nostalgico degli album precedenti degli Heidevolk. Tuttavia, devo ammettere che il nuovo album non è male, a meno che non abbiate amato i loro primi lavori tanto quanto me.
La proposta musicale rimane un mix di Viking/Folk cantato in olandese, ma la firma riconoscibile degli Heidevolk si è un po’ affievolita con il tempo. L’epica e la potenza che tanto ho amato in passato sembrano essere diminuite, pur mantenendo un livello soddisfacente.
Dopo vent’anni di carriera e diversi cambiamenti di formazione, mi chiedo se gli Heidevolk siano riusciti a recuperare il loro vecchio splendore o se l’asticella sia definitivamente scesa.
Purtroppo, già dal primo brano, si nota che manca quel “quid” che rendeva gli Heidevolk unici. Anche la piacevole “Drink Met De Goden (Walhalla)” sembra priva di personalità.
Il mio timore si conferma lungo quasi tutto l’album, anche se ci sono alcuni pezzi notevoli come “Klauwen Vooruitin” e “Oeros”, dove si intravede un po’ del vecchio spirito degli Heidevolk.
I momenti migliori si hanno quando il ritmo rallenta e il suono diventa più compatto, come nella bella “Ijzige Nacht”.
Una menzione particolare va alla conclusiva acustica “Zoervuur”, epica e malinconica al punto giusto.
In sintesi, se siete amanti del genere, questo album può fare al caso vostro e si pone un gradino sopra la media, ma se cercate il vecchio spirito degli Heidevolk, vi consiglio di tornare indietro nella loro discografia per trovare album che siano veramente di alto livello.
