Gli Absu sono tornati! Finalmente è proprio il caso di dirlo, un come back che non delude, ma anzi irrompe prepotentemente tra I migliori dischi finora pubblicati del 2009. Proscriptor, mente della band, batterista e cantante, ha reclutato tre membri nuovi di zecca ed è riuscito a dar vita ad un monumentale album di black/thrash metal dalle mille sfaccettature.
Già nel 2005 la compilation con materiale inedito “Mythological Occult Metal” aveva risvegliato l’interesse per la black metal band americana, interesse che può essere pienamente appagato con “Absu“. “Between…” parte in quarta e subito è evidente la totale preponderanza di Proscriptor che oltre al solito screaming malefico mette in mostra un varietà ed un potenza nel drumming veramente pazzesca, prestazione replicata in “Nunbarshegunu“. “Absu” probabilmente non è ai livelli dei capolavori del passato, ma a dirla tutta suona molto più concreto!
“Night Fire Canonization” come l’accoppiata “In the name…” e “Girra’s Temple” suonano molto old school fondendo chitarre sparate a mille stile motosega con il tipico mood oscuro e malefico, deflagrando sull’ascoltatore con dell’ottimo thrash/black. Ma ci sono anche composizioni più melodiche ed elaborate: “Amy” richiama i lavori passati, ma più rappresentativa è la vampiresca “….of the dead who never rest…” caratterizzata da suoni di tastiera alieni e psichedelici, presenti anche in “Those of the void…” (che Proscriptor abbia ascoltato gli Angst Skvadron?). C’è anche il mai dimenticato suono epico e battagliero nelle conclusive “Ye Uttuku Spells” e “Sceptre Command“, dai ritmi più lenti e cadenzati ma dall’appeal unico. Risulta chiaro insomma che gli Absu hanno fatto le cose in grande, non ci troviamo di fronte al classico black metal zanzaroso e nostalgico, tuttaltro: questo omonimo album è la dimostrazione di come questo genere possa ancora evolversi senza dimenticarsi il passato. Bellissima ed inusuale la cover, altro che la solita solfa in bianco e nero tra neve e foreste! Un acquisto obbligato per tutti gli extreme metaller: ci si augura possa essere un nuovo inizio e non album d’addio.