Baroness – Recensione: Yellow & Green

Erano in molti ad aspettare, in un misto di impazienza e timore, il nuovo album targato Baroness. La notizia che il successore del fortunato “Blue Record” (2009) sarebbe stato addirittura un doppio album è stata una vera e propria miccia per la curiosità dei fan, in attesa di ascoltare dove e come si sarebbe spinta la band guidata dal talentuoso John D. Baizley (cantante/chitarrista/artista grafico).

“Yellow & Green”, che ribadisce la tradizionale titolazione cromatica dei loro album, è effettivamente un’opera per cui vale la pena aspettare, perché, a differenza di quanto spesso accade nel panorama metallico internazionale, la band non ha avuto paura di osare, e cambiare non poco le carte in tavola. I Baroness dimostrano quindi un appetito di ricerca e sperimentazione non ancora sazio, lo stesso appetito che li ha condotti dal post-core àla Mastodondel “Red Album” (2007), al sound più meditato e progressivo del disco seguente, senza per altro perdere un grammo della loro identità artistica.

“Take My Bones Away”, prima vera canzone del disco giallo (e primo singolo edito), funge un po’ da ponte col recente passato, che, complice anche la conferma di John Congleton in sede di produzione, viene rievocato alla grande, attraverso un brano dinamico e trascinante, magistralmente condotto dalla voce di Baizley, negli anni sempre più a suo agio anche dietro al microfono. Le sorprese sono però in agguato già dalla successiva “March to the Sea”, e assumono le forme di un metal virato ai toni seppia del passato, che dichiara tutto il suo amore per certo vintage rock settantiano, liquido e libero da paletti stilistici, ma soprattutto in grado di coinvolgere e avvolgere l’ascoltatore in un caleidoscopio di suoni, in grado di passare con fluidità da atmosfere dinamiche e spensierate a momenti meditativi e raccolti, ai limiti della psichedelia.

I 75 minuti che compongono l’opera giallo-verde della band di Savannah hanno quindi almeno due grandissimi pregi: fluidità e varietà. Impossibile non apprezzare la naturalezza con cui tutte le idee e i suoni presenti si fondono in brani come “Little Things”, “Eula”, “Collapse” e “Psalms Alive”, fra i tasselli più brillanti di questo complesso mosaico sonoro, le cui considerevoli dimensioni richiedono certamente un minimo di tempo e impegno, per un’esaustiva fruizione.

Le chitarre di Adams e Baizley dialogano e si rincorrono senza sosta, sospinte dal groove ritmico del duo Blickle/Maggioni, in un profluvio di ritmi e note che a tratti s’avvicina a certi Rush, Yes e Genesis (“Sea Lungs”, “Board Up the House”), ma concedendosi anche delle sperimentazioni vicine all’elettronica new-wave (“Twinkler”, “Foolsong”), adatte a coprire ulteriori atmosfere e sfumature musicali, coerenti col discorso generale intrapreso.

“Yellow & Green” è quindi il disco che pone definitivamente i Baroness su un altro piano, rispetto al metal estremo e al post hardcore delle origini, e lo fa con lucidità e cognizione di causa, applicando strutture e concetti cardine della storia del rock al proprio stile originario, approdando a una sintesi stilistica inaspettatamente viva e fertile.

Una ovvia ma sempre necessaria menzione finale per l’artwork realizzato da Baizley (fra gli illustratori più quotati e richiesti sulla scena negli ultimi anni), che col suo personale stile un po’ liberty, un  po’ pre-raffaelita, da il tocco finale a un’opera senza dubbio ambiziosa quanto corposa, ma altrettanto riuscita, che va a completare nel migliore dei modi la personale teoria dei colori in musica dei Baroness.

Voto recensore
8
Etichetta: Relapse Records

Anno: 2012

Tracklist:

Disc 1
1. Yellow Theme - 1:45
2. Take My Bones Away - 4:59
3. March To The Sea - 3:12
4. Little Things - 5:03
5. Twinkler - 3:17
6. Cocainium - 5:09
7. Back Where I Belong - 6:16
8. Sea Lungs - 3:21
9. Eula - 6:48

Disc 2
1. Green Theme - 4:23
2. Board Up The House - 4:33
3. Mtns. (The Crown & Anchor)
4. Foolsong - 2:58
5. Collapse" - 3:52
6. Psalms Alive - 4:09
7. Stretchmarker - 3:23
8. The Line Between - 5:02
9. If I Forget Thee, Lowcountry


Sito Web: http://www.facebook.com/YourBaroness

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