We Sell The Dead: “Pale And Perfect” – Intervista a Niclas Engelin

I We Sell The Dead sono un nuovo, eclettico gruppo nato dalle costole di band quali In Flames, HIM, Firewind, solo per citarne alcune.
In occasione dell’uscita del disco di debutto “Heaven Doesn’t Want You And Hell Is Full”, abbiamo scambiato due chiacchiere con l’impegnatissimo mastermind Niclas Engelin, un artista che, tra una lineup e l’altra, ha fatto della musica una delle sue ragioni di vita.

Ciao Niclas, innanzitutto grazie per il tuo tempo. Mi piace sempre molto intervistare delle nuove band, perchè mi dà la possibilità di partire dal primo capitolo della storia. Quindi, cosa puoi dirmi sulla nascita dei We Sell The Dead?

Ciao e grazie a te! Sai, io sono uno che ha sempre fatto musica, ma questa volta volevo dedicarmi a qualcosa di diverso, più lento, più epico. In questo progetto, alcuni brani sono lunghi più di sei minuti e per me è stata una sfida, dato che non è quello che faccio di solito. In questo caso, mi è piaciuto prendermi del tempo e dedicarmi un po’ di più alla costruzione dei pezzi.
In tutto questo, mi sono ritrovato a parlare con il nostro bassista, Jonas Slättung: il progetto gli è piaciuto e abbiamo pensato di aggiungere una voce. Così, Apollo Papathanasio è salito a bordo, seguito poi da Gas Lipstick alla batteria. E così, da un solo uomo siamo passati ad una band ed è stato una vera e propria avventura.
Dopo di che, il nostro amico e animatore Dan Lind ha deciso di creare una storia intorno alla nostra musica e di dare vita all’intero album, girando un video animato per ogni pezzo. Pian piano, questo progetto è diventato molto più grande di come era stato pensato all’inizio.

Come pensi che il vostro background e la vostra militanza in varie band possa contribuire allo stile e alla musica dei We Sell The Dead?

Credo che ognuno di noi abbia dato un proprio input e, provenendo da vari gruppi, ogni membro della band ha portato varietà all’insieme. Il commento che sento più spesso è ‘non credevo che voi foste in grado di creare questo tipo di musica’. Abbiamo stupito tutti.

In una descrizione del vostro album di debutto, leggo che siete stati ispitati dall’epoca vittoriana. Quali elementi del 19esimo secolo, in particolare, hanno catturato la vostra attenzione?

Sicuramente il concept di Jack Lo Squartatore, trasposto però a Göteborg; tanto che, nel creare le animazioni, Dan Lind ha studiato le mappe della Göteborg del 1800.
Però sì, il disco si apre proprio con il pezzo “The Body Market”, in cui Jack Lo Squartatore vende pezzi umani ad un professore malvagio. In effetti, credo che questo renda il brano un po’ macabro.

Cosa ne penserebbe Jack della musica dei We Sell The Dead?

Difficile da dire, di certo si tratta di un personaggio davvero malvagio e disgustoso, ma avrebbe familiarità con il lato oscuro della musica dei We Sell The Dead.
Però non dobbiamo dimenticare che la nostra musica non è stata scritta per Jack Lo Squartatore, è semplicemente ispitata dall’età vittoriana.

Molti nuovi gruppi decidono di chiamare il loro disco di debutto con il nome della band stessa, ma non è questo il caso. Come mai “Heaven Doesn’t Want You And Hell Is Full”?

Perchè se ci pensi è davvero un titolo fottutamente meraviglioso per un disco! Noi siamo quelli che rubano e vendono parti umane a preti malvagi e malefici professori universitari, siamo la feccia della feccia, il paradiso non può accoglierci, ma l’inferno è pieno. E’ perfetto!

Come nasce un tipico pezzo dei We Sell The Dead?

Direi che si tratta di un processo collettivo: io mi occupo dello scheletro del brano, a cui Jonas si occupa dei testi e delle melodie vocali. Dopo di che, lo passiamo ad Apollo e Gas, che aggiungono i loro tocchi personali alla voce e alla batteria. Sì, senza gli altri membri della band non avrei mai potuto scrivere i pezzi: tutti abbiamo collaborato al risultato finale.

Avete in mente un target di pubblico particolare a cui vi rivolgervi con la vostra musica?

Credo che la musica dei We Sell The Dead sia ben fatta e contenga una certa varietà di elementi, che spaziano attraverso vari stili. Per cui, credo che possa piacere a tutti e che tutti possano ascoltarla.

Se dovessi scegliere un brano dell’album che rappresenta i We Sell The Dead a livello artistico, ma anche il vostro approccio stitlistico, quale sarebbe?

Questa è una domanda difficile…però credo che sceglierei il pezzo di apertura, “Echoes Of An Ugly Past”, perchè stabilisce un certo tono nella parte iniziale, e crea un’atmosfera fatta di ombre, ma anche di luce, grazie alla vocalità di Apollo.

Niclas, oltre a questo nuovo progetto, naturalmente, tu suoni anche in In Flames e Engel. Dove trovi il tempo per tutti questi impegni?

Non lo trovo!
Scherzi a parte, adoro quello che faccio ed è facile, perchè cerco di non pensare troppo al tempo che dedico ad ogni band, ma solo di concentrarmi sulla musica che mi piace fare insieme alle persone a cui voglio bene. E’ sempre più facile lavorare quando ami farlo.

Secondo te, quanto è importante per un/a musicista sperimentare con differenti stili o gruppi nel corso della propria carriera?

Dipende, ci sono artisti che preferiscono rimanere legati ad un solo stile e credo che questo sia fantastico. Nel mio caso, ascolto vari tipi di musica e mi piace suonare con vari musicisti. Certo, in alcuni casi scrivo musica per me stesso, ma allo stesso tempo voglio vedere fino a che punto posso spingermi, artisticamente parlando, con i miei progetti e i miei gruppi.
Come nel caso dei We Sell The Dead, da cui è addirittura venuto fuori un film animato! Se ci pensi, è qualcosa di davvero fantastico ed interessante.

Quando potremo vedere questo film per intero?

Lo faremo vedere per la prima volta in occasione del release party del disco: in realtà, ogni pezzo ha un suo video e, mettendo insieme le varie tracce, si ottiene il film completo.

Avete intenzione di portare il progetto in un tour dal vivo? E se sì, con che modalità?

Sarebbe fantastico esibirci dal vivo, ma dobbiamo capire bene come farlo. In questo momento, non riusciamo a concepire la nostra musica senza il film che la accompagni, per cui la band sul palco potrebbe fare da soundtrack alle immagini o viceversa.
Stiamo ancora pensando a come rendere al meglio questo spettacolo: sicuramente un contesto teatrale sarebbe perfetto e abbiamo già ricevuto diverse proposte, ma dobbiamo capire come riuscire a realizzare quello che abbiamo in mente al 100%.
Essere su un palco e rendere solo la metà delle nostre potenzialità, non avrebbe alcun senso.

Ilaria Marra

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Braccia rubate alla coltivazione di olivi nel Salento, si è trasferita nella terra delle nebbie pavesi per dedicarsi al project management. Quando non istruisce gli ignari colleghi sulle gioie del metal e dei concerti, ama viaggiare, girare per i pub, leggere roba sui vichinghi e fare lunghe chiacchierate con la sua gatta Shin.

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