Warpath – Recenisone: Bullets For A Desert Session

Una delle band che hanno caratterizzato la scena Metal tedesca agli inizi degli anni ’90 con il suo Thrash potente e devastante, fa il suo ritorno a distanza di 19 anni dall’ultima fatica in studio. Stiamo parlando dei Warpath, che avevamo lasciato nel 1996 con “Kill Your Enemy“, e che oggi si apprestano a vivere una seconda giovinezza realizzando un disco come “Bullets For A Desert Session“, pubblicato tramite Massacre Records.

Dopo aver calcato i palchi in compagnia di Sodom, Forbidden e Holy Moses – utile menzionarle anche per comprendere la cifra stilistica della band – i nostri sono ripreso a suonare con la line-up originale – Dirk “Dicker” Weiß (voce), Sören Meyer (basso), Norman Rieck (batteria), Flint Razorhead (chitarra) – e, dopo una serie di concerti l’estate scorsa che hanno eliminato la ruggine accumulata in questi anni, adesso sono pronti a recuperare il tempo perso con un full-lenght che piace, e convince, per l’attitudine e la voglia messa in campo.

Non deve essere stato facile guardare la scena evolversi negli ultimi 20 anni, eppure i Warpath sono riusciti a inserirsi in un mercato radicalmente diverso rispetto al passato, senza snaturare il proprio sound, rinvigorendo e ampliando le soluzioni a loro disposizione. Spetta a “Reborn” aprire le danze con il suo sound potente, un colpo in pieno viso che allontana paure e dubbi e ci restituisce un gruppo che ha ancora qualcosa da dire.  La successiva “I Don’t Care” è un mid-tempo ruffiano, un manifesto programmatico di un gruppo che porta avanti la sua proposta nel tempo fregandosene di mode e quant’altro. Un riff ipnotico caratterizza “Believe“, altro brano giocato su sonorità più dense e cadenzate, e questa volta a finire sotto accusa è la religione. Questa prima parte del disco presenta un’altro tema caro ai Warpath, la guerra, con “When War Begins” e si chiude, poi, con uno dei brani più grezzi e diretti dell’intero album, “Unseen Enemy“, in cui la band mette in mostra il lato più aggressivo.

La seconda parte del disco si muove in costante equilibrio tra brani veloci – “No One Can Kill Us“, “God Is Dead” e “No More Time To Bleed (Thrashunion)” – e altri dal taglio più ragionato, mid-tempo dal grande impatto, tra i quali spiccano “Offensive Behaviour (Born To Be Real)“, con la sua parte centrale caratterizzata da atmosfere sognanti, e la conclusiva title-track giocata su un mood malinconico molto intenso. Gli oltre 60 minuti di “Bullets For A Desert Session” scorrono con piacere, sebbene non tutti i brani sono dotati del giusto piglio e mordente.

In conclusione, i Warpath sono tornati per recuperare gli anni lasciati lungo il cammino e reclamare, giustamente, il proprio posto al sole. Lo fanno con un disco che merita di essere ascoltato per la grande passione che trasuda dai suoi solchi e per l’energia, la rabbia e la tecnica che caratterizza ogni canzone. Bentornati Warpath, che possa essere solo l’inizio di una rinascita.

warpath-bullets-for-a-desert-session-album-2017

Voto recensore
7
Etichetta: Massacre Records

Anno: 2017

Tracklist: 01. Reborn 02. I Don't Care 03. Believe 04. When War Begins 05. Unseen Enemy 06. No One Can Kill Us 07. Crossing 08. Offensive Behaviour 09. God Is Dead 10. No More Time to Bleed ((Thrashunion)) 11. The Liar Knows the Truth 12. Bullets for a Desert Session
Sito Web: https://www.facebook.com/WarpathHamburg/

Pasquale Gennarelli

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"L'arte per amore dell'arte". La passione che brucia dentro il suo cuore ad animare la vita di questo fumetallaro. Come un moderno Ulisse è curioso e temerario, si muove tra le varie forme di comunicazione e non sfugge al confronto. Scrive di Metal, di Fumetto, di Arte, Cinema e Videogame. Ah, è inutile che la cerchiate, la Kryptonite non ha alcun effetto su di lui.

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