Da una band come i Kataklysm tutti sappiamo cosa aspettarci. In tanti anni di carriera i nostri non hanno infatti mai mostrato alcuna intenzione di cambiare più di tanto l’impronta stilistica e volendo l’unico elemento che in qualche modo ha caratterizzato le uscite più recenti è l’inserimento di una più corposa componente melodica nel riffing di chitarra.

Scelta che viene ribadita anche in questo nuovo “Waiting For The End To Come”, ma con maggiore efficacia a quanto fatto nel recente passato e soprattutto abbinata ad un’attitudine più vicina al thrsash moderno nella costruzione ritmica. Si tratta in fondo di parlare di qualità dei brani, anche perché trovare qualche nuovo spunto per ridiscutere per la decima volta del caratteristico e super-sfruttato hyperblast ritmico o delle vocals grevi del sempre potente Murizio Iacono non ci pare davvero il caso.

Questa volta però tali qualità vengono messe al servizio di una maggiore varietà compositiva ed ascoltare song dall’incedere potente e veloce, ma sempre venate di melodia come “If I Was God, I’ll Burn It All” o “Kill The Elite” e “Empire Of Dirt” lascia davvero ben impressionati.

Qualche passaggio rallentato e dal groove mastodontico condiscono “Like Animals”, “The Darkest Days Of Slumber” e “Dead & Buried”, con quest’ultima quasi completamente assimilabile al più cattivo thrash targato anni novanta, ma sempre provvista di apertura melodica sul coro.

Non si tratta certo di trovate dallo spunto geniale, ma il dosaggio giusto delle parti più melodiche (ascoltate anche la bella “Elevate” e la strutturata “Under Lawless Skies”), abbinato alla non eccessiva durata dei singoli brano contribuisce a confezionare un lavoro scorrevole e piacevole che non stanca pesto come si potrebbe pensare ad un ascolto superficiale.

Nel complesso si può quindi parlare di un buon disco, sicuramente il migliore della band dai tempi di “In The Arms Of Devastation”. Consigliato, ma solo dopo la ovvia raccomandazione per chi cerca emozioni meno prevedibili di girare alla larga.