In ambito melodic rock, i Vega hanno costruito nel corso degli anni una carriera di grande affidabilità, basata sull’efficace e grintosa interpretazione con cui Nick Workman ha saputo dar vita, nel corso degli anni, ai pezzi scritti da Tom e James Martin. Non tutti gli album a loro nome sono stati dei capolavori, ma il livello della discografia della band britannica è sicuramente una spanna sopra la media. Proprio i frattelli Martin, però, nel 2022 hanno lasciato la band: il nuovo “Battlelines”, quindi, era atteso come banco di prova per capire se e come il percorso targato Vega potrebbe continuare.

In quello che è l’ottavo album in studio i brani sono stati scritti dallo stesso Workman insieme a Pete Newdeck, batterista e produttore: il risultato non è da buttare, tutt’altro, però il livello compositivo è più basso di quello che ha caratterizzato le altre uscite a nome Vega. La grintosa e graffiante “Killers”, l’ariosa title track, la più variegata “Don’t Let Them See You Bleed”, i mid-tempo “Into The Fire” e “Not Enough” sono degli ottimi pezzi, ma a far loro da contraltare c’è più di qualche filler in scaletta.

Dopo qualche ascolto l’impressione è che se la la forza d’urto e il gusto melodico della band britannica sono pressoché immutati, in quest’occasione sono meno numerosi i guizzi che fanno breccia e rimangono con l’ascoltatore lasciandogli la voglia di schiacciare di nuovo il tasto “play”.

Dopo le sottolineature critiche e per chiudere il cerchio, è giusto però riconoscere che ci troviamo di fronte comunque ad un buon album, anche rispetto ad una traiettoria che dopo l’abbandono del fulcro compositivo della band rischiava di interrompersi. La speranza è che la nuova line-up e la nuova dinamica interna al gruppo necessitino di un po’ di rodaggio per tornare ad essere incisivi come in passato.

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