Udo Dirkschneider ha già avuto recentemente, alcune esperienze di concerti della sua band, appunto gli U.D.O. con l’orchestra, per esempio nel 2015 insieme alla banda musicale delle Forze Armate Tedesche, con cui si è addirittura esibito a Wacken, ma evidentemente questo non gli è bastato. Il nostro energico sessantottenne ha quindi cominciato a preparare e comporre un disco del tutto speciale, collaborando con il Tenente Colonnello Christoph Scheibling, assieme a Guido Rennert e Alexander Reuber, per la Musikkorps der Bundeswehr, una orchestra formata da sessanta elementi. Non contento, Udo ha coinvolto i suoi vecchi amici di Acceptiana fama, Stefan Kaufmann (anche alla produzione) e Peter Baltes, per la composizione di alcuni dei pezzi del disco.
Nasce così “We Are One”, quasi un concept album nato dall’esigenza di Udo di esprimere la sua preoccupazione per un mondo allo sbando, grazie al Covid ma anche per una condotta ambientale degli uomini non certo esemplare: “Viviamo tutti su questo pianeta, indipendentemente da chi siamo e da quello che facciamo. Non c’è un pianeta B. Quando vedo immagini di tutta quella plastica negli oceani e quando sento notizie di qualche catastrofe climatica, penso a quanto poco rispetto abbiamo e quanto siamo irresponsabili”.
Il disco si presenta quindi come un monito urgente e drammatico ma che cerca di portare anche energia e speranza, sulla scia di un messaggio che forse sarebbe più famigliare per band più melodiche come per esempio Klaus Meine e gli Scorpions, ma mister Dirkschneider sembra essere molto coinvolto e convinto del progetto, che riesce certamente ad ampliare lo spettro musicale della sua band, ed a portare un effetto sorpresa che mancava da molto, sinceramente, nella discografia degli U.D.O.
Infatti, la fusione tra rock e orchestra è ben studiata ed elaborata, attraverso quindici composizioni in cui non sempre la voce di Udo è protagonista, lasciando spazio a porzioni strumentali di tutto rispetto, vocalizzi femminili, cori evocativi, nell’ambizione di riuscire a creare una sorta di “colonna sonora”, in cui però non mancano le canzoni valide anche dal punto di vista “metallico”, anzi. La freschezza sonora e del songwriting è veramente sorprendente, come nella ultramelodica title track o nel lento epico e cinematografico di “Blindfold”, arrivando fino alle cadenze operatiche e fiere di “Mother Earth”. L’orchestra arricchisce lo strato sonoro di solide composizioni come “Rebel Town” e la drammatica, quasi apocalittica “Neon Diamond” (con l’aggiunta di un sax inaspettato ma perfetto), ma la potenza non viene per nulla sacrificata, soprattutto nell’iniziale “Pandemonium” (guarnita da imperiosi cori) e nella botta iperadrenalitica di “We Strike Back”, che rappresenta un bel saluto agli Accept che furono, senza rimpianti o nostalgia.
“We Are One” è un lavoro ambizioso e visionario, veramente qualcosa che non ci aspettavamo da un talentuoso ma attempato Udo, che invece dimostra di essere più giovane e “moderno” della maggior parte delle attuali “nuove leve”. Il disco dell’estate 2020, senza ogni dubbio!