Siamo già in trepidante attesa per quella che siamo sicuri sarà un’incredibile stagione estiva di festival. Ho deciso quindi di scrivere un articolo dedicato al tema in questione per parlare “brevemente” di quella che è stata la mia stagione passata, in cui ho avuto l’opportunità di partecipare a ben 4 festival open air di più giornate in 3 paesi diversi, durante quali ho anche intervistato qualche partecipante chiedendo loro, tra l’altro, quali fossero i punti più importanti per un festival. Questa non vuole essere una guida e nemmeno una classifica, il mio intento è quello di poter raccontare a parole quello che ho vissuto, comparando degli aspetti fondamentali che i fan ritengono di vitale importanza per la partecipazione ad un festival. Andrò a parlare in ordine cronologico e ci tengo a ricordare che ovviamente le mie impressioni si basano sulla mia esperienza, cercherò ugualmente di essere il più oggettivo possibile, tranne nei casi in cui l’oggettività non può essere inclusa nell’equazione. Il metodo che userò per parlare dei vari festival sarà: breve introduzione, commento per punti predefiniti ed uguali per tutti i festival e commento finale, dove proverò a dare una mia breve opinione sull’esperienza vissuta.
HELLFEST OPEN AIR (17-06/19-06)
Dal 2006 la piccola città di Clisson (Francia) ospita uno dei festival a oggi più importanti e grandi di tutta l’Europa. Come per ogni festival di grande dimensione l’aria che si respira all’interno è internazionale, si possono dunque trovare partecipanti provenienti da tutto il mondo, creando un’atmosfera bellissima e di fratellanza immediata costruita attorno a qualcosa di stupendo ma intoccabile, la musica.
Come raggiungerlo: (senza macchina) Seppur abbia organizzato tutto a meno di un mese di distanza dall’inizio del festival, non ho avuto particolari difficoltà a giungere sul sito infernale. Una volta arrivato a Nantes (dopo un viaggio in aereo seguito da diversi chilometri a bordo di un flixbus) è stato abbastanza semplice trovare le indicazioni riguardanti il festival e capire come muoversi e che mezzi prendere per poter arrivare alle porte dell’inferno. In questo caso la scelta di continuare con i mezzi pubblici mi ha portato insieme alla valanga di altri partecipanti a prendere l’opzione più economica, ovvero un treno che in una ventina di minuti ci ha portati da Nantes a Clisson; da qui poi il tragitto verso il festival era proseguibile a piedi (ma con una buona mezz’ora e più da macinare prima di giungere a destinazione) oppure via navette (al costo di 3 euro a passeggero). Non è stato stressante ed è stato piuttosto facile da raggiungere, ovvio che masticare un po’ di francese non fa male, però nulla che un “inglese base” non possa risolvere.
Campeggio: Una volta fatto il cambio del biglietto in favore del braccialetto elettronico mi sono diretto immediatamente verso l’area campeggio, che è risultata essere fin da subito abbastanza ordinata e, sebbene non sia riuscito a piantare la mia tenda in una base ben visibile, le indicazioni ed i punti di riferimento hanno reso facile ritrovarla sin da subito.
Punti acqua potabile: L’Hellfest è ben servito di punti acqua potabile, con un minimo di coda durante i momenti di traffico intenso (fine del determinato concerto nella determinata area adiacente al punto acqua) ma facilmente raggiungibili e ben riforniti.
Punti docce e bagni: Durante le interviste fatte ai partecipanti, ho notato che è stata data una forte importanza alla sezione dei bagni; scontati per qualcuno, indifferenti per altri, i bagni dell’Hellfest sono presenti in quasi ogni zona del campeggio, disponibili sia in versione “step up man” che in versione “private room”. La pulizia è quella che è, carina però l’idea di mettere all’interno dell’area “Valley” (dove potete trovare il metal market e numerosi espositori di grande rilievo, come ESP guitars ed altro) una serie di bagni chimici attrezzati con paglia per “mettere a tacere” gli odori sgradevoli. I punti doccia invece sono presenti solo nei campeggi, ho notato sempre poco affollamento, questo forse è dovuto al costo aggiuntivo per l’area (6 euro, nulla di che) ma che può aver scoraggiato qualche spettatore, più attento a non sprecare un minuto di divertimento che a eliminare gli odori poco gradevoli emanati dal proprio corpo.
Band: Non può mancare tra i punti più importanti di un festival la lineup; nella fattispecie, quella dell’Hellfest 2022 (nel mio caso la parte 2) è stata una delle lineup migliori che abbia mai visto in un festival musicale al quale ho partecipato. Il tema lineup è sicuramente molto soggettivo, e questo verrà fuori specialmente quando parlerò del Gefle Metal Festival, però stando con i piedi per terra e valutando l’importanza dei nomi, prima del gusto personale, non c’è falsità nel dire che l’Hellfest abbia vinto tutto sotto questo punto di vista. Non starò ovviamente a fare l’elenco completo dei nomi che hanno partecipato all’edizione 2022 del festival francese, ci tengo però a menzionarne qualcuno. Tra i vari artisti che hanno partecipato a quest’edizione troviamo Bad Religion, Touchè Amorè, Rise Against (per il lato HC/Punk e affini), Carcass, Obscura, Insomnium (per il lato Death e affini), MGLA, Marduk, Tryptikon (per il lato Black e affini), poi chiudiamo in bellezza con Helloween, Guns n’ Roses e Metallica! (solo pochi tra i tanti nomi che si sono esibiti sui 2 stages principali). Insomma, basta dare un’occhiata veloce alla lineup completa per capire la qualità che è stata portata in Francia nel 2022, mastodontica.
Costo biglietto: Scegliere il festival al quale partecipare non è semplice già di per sé, ovviamente bisogna tenere in considerazione le band, la distanza, le ferie personali ecc.… ma per qualcuno il prezzo potrebbe essere un dato non di poco conto da aggiungere all’algoritmo. Per qualche intervistato infatti è proprio il costo del biglietto uno dei fattori principali che decretano la decisione di partecipare o no ad un determinato festival. Per questa seconda parte dell’Hellfest, il costo richiesto era di 289 euro, 4 giorni di concerti ma con la possibilità di campeggiare solo dal primo giorno di festival, quindi 4 notti totali, il che a mio avviso bilancia abbastanza bene il pro dell’ottima lineup e il contro della mancata possibilità di poter “soggiornare” qualche notte in più nel campeggio, cosa che invece è possibile fare in altri festival europei e che viene apprezzata specialmente da chi ha un viaggio di diversi chilometri da sostenere.
Punti ristoro e bevande: Non possono ovviamente mancare i vari stand dov’è possibile gustarsi prelibatezze (per lo più “street food style”) di ogni tipo e bevande adatte a quasi tutti i gusti. L’Hellfest non si fa trovare impreparato sul fronte delle birre, offrendo agli ospiti assetati diversi punti dove poter acquistare la propria bevanda dorata preferita. Ad aggiungersi alla proposta ci sono anche sidro, vino, cocktail ed altro. I prezzi sono nella media, anche paragonati agli altri festival (chi qualcosa in più, chi qualcosa in meno, ma siamo lì). Come per altri prestigiosi eventi, la regola della “caparra” da pagare per il bicchiere la fa da padrona. Tenete lo stesso bicchiere per non dover versare altri soldi di caparra, datelo indietro per riavere la caparra versata, fate la collezione di bicchieri trovati per terra e trovate l’oro. Per quanto riguarda i punti ristoro poco da dire, ho trovato varietà di ogni tipo, dalla carne per gli appassionati, alla pasta/noodles o altro per chi sostiene una dieta vegetariana o vegana ed anche (sebbene non certificati) qualche offerta di prodotti (teoricamente) senza glutine.
Pagamenti: Aboliti i contanti! All’Hellfest verrà consegnato all’apertura un braccialetto ricaricabile (sia in stand appositi oppure tramite l’app collegata al proprio conto) con il quale sarà possibile pagare nei vari punti ristoro, molto comodo per evitare di portarsi appresso il proprio portafoglio. Purtroppo però questo braccialetto non risulta essere utilizzabile in qualsiasi punto “spesa” presente all’interno del festival, primo fra tutti mi viene in mente l’area della Hellcity Square, con il Metal Market dove si possono trovare venditori di vinili/cd, abbigliamento e tante altre chiccherie.
Miscellanea: Cosa ci può essere di più importante della qualità del suono e della presenza di grandi schermi? Beh, non vi sarà difficile sentire le vostre band preferite anche da grandi distanze, i volumi sono veramente elevati e sinceramente forse anche un po’ troppo, non esattamente un punto a favore se come il sottoscritto non avete preparato in borsa un paio di tappi, “fortuna” però che in zona adiacente ai main stages si può trovare uno stand dove questi vengono venduti: mossa tattica spilla soldi? Nulla da dire invece per quanto riguarda gli schermi presenti o per potersi godere anche dalla distanza il concerto al quale si sta partecipando. Non era presente un’area wi-fi e il telefono faticava molto a prendere la linea. Il festival è ben strutturato, non è stato difficile imparare in poco tempo i vari punti d’interesse, tra stages, punti ristoro, venditori e altro. Le code sono bene o male sempre state accettabili tranne per l’acquisto del merch ufficiale Hellfest dove, specialmente nei primi giorni, si estendevano facendo aspettare gli ospiti anche fino a 2 ore.
Conclusione Hellfest: In conclusione ho apprezzato molto questa mia prima esperienza all’Hellfest, un festival che mi ha soddisfatto dal punto di vista organizzativo e come decisione della lineup oltre che per le bellissime scenografie cvhe si vedevano in giro per il festival, contraddistinguendo ogni zona e colorando l’intero festival. La pecca più grande va attribuita al fatto che non fosse possibile campeggiare nei giorni che precedevano l’inizio della seconda parte del festival, rendendo ansioso l’arrivo e non lasciando abbastanza tempo per godersi il campeggio, la conoscenza dei propri vicini (punto a me molto caro) e il perlustramento andando a zonzo senza meta per i vari stand dei venditori. Sicuramente un’esperienza che vorrò ripetere in futuro.
GEFLE METAL FESTIVAL (14-07/16-07)
In attività da 5 anni, il Gefle Metal Festival è un festival organizzato nella città di Gävle a nord di Stoccolma, l’evento prende luogo all’interno del Gasklockorna, un’importante sede per concerti ed eventi. Le dimensioni di quest’evento sono estremamente ridotte se paragonate alla grandezza del festival di cui ho parlato poco fa, il che ha reso il tutto più intimo ed estremamente gradevole; non per questo però non sono mancati viaggiatori provenienti anche dall’oltre oceano e per una buona ragione…
Come raggiungerlo: Anche in questo caso senza macchina (non vi è però problema ad arrivare con quest’ultima, unica cosa, è necessario prenotare e pagare a parte un posto auto). Il tragitto che ho dovuto affrontare ha richiesto dapprima un arrivo a Stoccolma in aereo, un trasfer dall’aeroporto alla stazione centrale di Stoccolma, successivamente una corsa in treno dalla capitale svedese fino a Gävle ed infine una corsa in taxi per arrivare alla sede del festival (il taxi è stato scelto per motivi logistici, la stazione si trova a circa 2 km dall’entrata del festival e si può raggiungere anche a piedi facendo circa 30 minuti di camminata). Il tutto è stato rapido, veloce e di immediata comprensione.
Campeggio: Il campeggio del Gefle Metal Festival mi ha ricordato un po’ il mio viaggio in Spagna di qualche anno fa, che mi portò al Rock The Coast. A differenza di molti festival europei che hanno già un campeggio incluso nel prezzo del biglietto ed adiacente all’area concerti, quello del Gefle era situato in un campo da calcio distante una decina di minuti a piedi dal festival e il costo per poter entrare in quest’area aveva un costo di 50 euro; tutto sommato un prezzo ragionevole, considerando la possibilità di piantare la propria tenda e restare per 4 notti. L’aerea adibita al campeggio era di piccole dimensioni, il che ha facilitato di molto sia la ricerca della propria tenda, e ha ridotto i metri di campeggio da percorrere. C’era una piccola pattuglia di poliziotti che girava tra le tende del campeggio garantendo “l’ordine”. Aggiungo inoltre che di tutti i campeggi vissuti nei vari festival, quello del Gefle è stato il più inclusivo e senza ombra di dubbio quello nel quale mi sono divertito di più. Ovviamente è un valore oggettivo di poco conto, a meno che voi, come me, non siate interessati ad intrattenervi in conversazioni ad alto contenuto alcolico con perfetti sconosciuti; è stato inoltre molto facile “fraternizzare” con i presenti e uno dei più bei ricordi di questo festival e di quest’estate in generale è legato proprio al piccolo cerchio di amicizie e simpatizzanti che si è stretto tra i vari campeggiatori.
Punti acqua potabile: All’interno delle mura del Gasklockorna non si potevano trovare punti acqua con fontane o rubinetti, vi era invece una piccola area di fronte ai food truck ove degli addetti distribuivano bicchieri d’acqua agli assetati. Considerando comunque le dimensioni del festival, questa scelta si è rivelata azzeccata, non ho mai trovato grandi file e l’acqua era sempre disponibile.
Punti docce e bagni: Forse il più grande punto dolente dell’intero festival. Parlando del campeggio, essendo il campeggio situato sul prato di un campo da calcio, non vi stupirà sapere che le docce utilizzabili erano quelle all’interno degli spogliatoi. Lo devo ammettere, non ho mai trovato file interminabili, però penso che il numero di docce fosse comunque troppo limitato. La stessa cosa si può dire per i bagni; vi era un bagno chiuso all’interno degli spogliatoi e poi una piccola serie (che se non ricordo male non arrivava ad una decina) di bagni chimici posti a lato degli spogliatoi, anche in questo caso in certi frangenti ho notato lunghe file e bagni in condizioni pietose.
Band: Non ci si può aspettare una lineup come quella dell’Hellfest ovviamente, però forse se siete appassionati ai generi più estremi del metallo, questo sarebbe stato il festival per voi. Non mi nascondo dietro al monitor; sebbene fossi interessato da qualche anno al festival, la mia decisione di partecipare a questo è arrivata solo dopo l’annuncio di una band che a mio avviso ha reso quest’evento annuale irresistibile. Parlo della conferma degli Entombed, che nella seconda giornata di festival hanno letteralmente asfaltato il palcoscenico (e chi ci stava sotto). Questo non era però l’unico nome di rilievo, ad aggiungersi alla lineup c’erano Emperor, At The Gates, Marduk, Heaven Shall Burn, Mayhem, Messhuggah e altri. Non un festival adatto ai deboli di cuore, ma personalmente penso che a livello di lineup sia stato uno dei più soddisfacenti per quelli che sono i miei gusti personali.
Costo biglietto: Ricordiamoci che siamo in Svezia, i costi del biglietto come il vivere all’interno del fest non sono irrisori (inteso come prezzi di cibo e beveraggio, dal momento che non è possibile procacciare nelle vicinanze e nemmeno piantare qualche ortaggio a terra). Il costo del biglietto era di circa 250 euro, anch’essa non una piccola cifra considerando che a poco di più si trova il prezzo del biglietto per l’Hellfest ed a tanto di meno quello per il Summer Breeze.
Punti ristoro e bevande: Festival piccolo vuole dire anche meno scelta dal punto di vista della ristorazione; la selezione di prodotti per nutrirsi era limitata, ma non bisogna dimenticare che vi era anche la possibilità di acquistare alimenti a pochi passi dal campeggio, grazie alla presenza di ben due supermercati diversi, niente male! Per quanto riguarda le bevande invece posso dire che vi era una buona selezione di birre ed altre bevande adatte a tutte le bocche, ben riforniti.
Pagamenti: Si poteva pagare sia con i contanti che con il proprio circuito bancomat. Nessun braccialetto ricaricabile.
Miscellanea: All’interno del festival era possibile collegarsi ad una rete wi-fi gratuita, funzionante e con una buona ricezione; ottimo punto a favore del festival. Sebbene con poche band partecipanti, vi era un’area adibita ai meet & greet. Piccolo appunto per i moshers; sembrerebbe quasi uno scherzo che a un concerto Death Metal in Svezia ci possano essere dei divieti legati al mosh, sono rimasto infatti di stucco nel capire (e vedere con i miei occhi) che il crowd surfing era vietato.
Conclusione Gefle Metal Festival: Parlando in maniera oggettiva è stata un’esperienza più che positiva, festival ben organizzato e con ottime band. Il prezzo, almeno che non la consideriate l’occasione della vita per vivere un’ottima esperienza musicale all’estero, oppure per vedere un gruppo che in nessun’altra occasione riuscireste a vedere, risulta essere troppo alto se messo a paragone degli altri festival presenti nell articolo; 300 euro circa con campeggio non può essere minimamente messo a confronto con i 289/295 (se consideriamo il pass docce) dell’Hellfest. Sì, come già detto, siamo in Svezia e i prezzi sono più alti, però, non lo nascondo, questo è stato tra i quattro il mio festival preferito. Sarà per il fascino della Svezia, sarà per la possibilità unica nel suo genere di vedere una delle mie band preferite, gli Entombed, sarà per le decine di persone che ho avuto il piacere di conoscere e con il quale ho avuto l’onore di presenziare alle feste serali sotto la luce del sole, ma quest’esperienza mi è rimasta nel cuore. Potrei continuare su questo filone, ma non è questo il punto di quest’articolo, perciò chiuderò sottolineando nuovamente il fatto che il Gefle Metal Festival mi ha colpito, esperienza senza rivali.
WACKEN OPEN AIR (4-08 / 6-08)
Un’istituzione, una meta ambita da ogni metalhead, la Mecca del metal, il Wacken Open Air, giunto alla sua 31esima edizione.
Come raggiungerlo: (con macchina) Raggiungere la terra promessa non è affatto difficile anzi, il tragitto (seppur lungo partendo dall’Italia) è comodo e ben segnalato. A seconda della scelta di partire prima o dopo, si troveranno ovviamente più o meno code, il mio consiglio è quello di arrivare durante il primo giorno di campeggio. Giunti nei pressi del festival le code iniziano ad allungarsi, però bene o male si scorre (consiglio di portarsi qualche passatempo), il traffico risulta comunque essere meno rispetto ai giorni seguenti. Non ci sono parcheggi, con la vostra autovettura potrete entrare nell’area campeggio e restarle vicino piantando la vostra terra in prossimità di essa.
Campeggio: (Premessa, come per altri festival i campeggi sono divisi per lettere) Gigantesco è voler minimizzare; piantate la vostra tenda e sperate di essere vicini alla scritta “Welcome Metalheads”, perché se così non fosse potreste anche farvi 30 (o più) minuti a piedi prima di raggiungere l’ingresso che porta ai palchi. Oltretutto bisogna anche ricordarsi dove si ha piantato la propria tenda e specialmente il primo giorno (se lontani) non è facile. Sì, ci sono delle insegne e le lettere dei vari campeggi aiutano ad orientarsi, così com’è bene trovare dei punti di riferimento sul percorso dal proprio campeggio al festival che aiutino ad orientarsi, però ci si perde!
Punti acqua potabile: Non mancano e sono bene o male sempre presenti, non si fatica a trovarli e raramente sono “intasati” di ospiti.
Punti docce e bagni: Che siano bagni “veri” oppure chimici, a Wacken non manca nulla. Nei vari settori del campeggio sono presenti diverse stazioni ove si trovano docce (ovviamente dotate di acqua calda) e bagni. Scegliete l’orario giusto, perché sì, ci sono vari punti doccia ma le persone sono tante; detto questo anche le code più lunghe si smaltiscono abbastanza alla svelta, quindi non abbiate paura nel fare qualche minuto di fila. Per i bagni invece la storia è un poco diversa (se si parla di quelli dotati di sciacquone) in quanto le code, possono diventare veramente lunghe, in particolare durante le “ore di punta” del primo mattino.
Band: Come ovviamente accade nei festival più grandi, le band sono numerose e tutte provenienti da vari sottogeneri del metallo e affini; purtroppo, però, la lineup del Wacken 2022 (proprio come quella del Wacken 2020 ndr) non è stata delle migliori, ma comunque nemmeno deludente e non sono mancate delle chicche di gran gusto, tra cui gli Slipknot in primis, che hanno avuto l’onore di cavalcare per la prima volta durante la loro carriera un palco del noto festival tedesco. C’è stata poi una delle prime date di quella che l’anno scorso fu la nuova superband portatrice della bandiera svedese che rappresenta il Gotheborg Death Metal, i The Halo Effects, c’è stato il grandissimo show dei danesi Mercyful Fate e il ritorno della metalcore band per eccellenza As I Lay Dying. Però ecco, qualche nome a parte, la lineup mancava secondo me di band dal nome importante e nuove per il festival; va ricordato anche che due degli headliner che erano stati designati per l’edizione sono poi stati tolti per un motivo o per l’altro (Till Lindemann e i Limp Bizkit), lasciando posto ai Powerwolf (visti però sul palco già nell’ultima edizione) e i Judas Priest, sicuramente nome di gran rilievo, ma già presente nella lineup della penultima manifestazione; non è un peccato poter vedere nuovamente gruppi storici di questo calibro, però ho sentito la mancanza di “novità”.
Costo biglietto: Il prezzo del biglietto si aggirava attorno ai 240 euro al quale si poteva aggiungere un giorno “bonus” alla cifra di 66 euro (acquistabile solo dalle persone aventi già il biglietto per i 3 giorni di festival), questa giornata in più dava ai possessori l’opportunità di vedere gli Avantasia, Epica, Glory Hammer ed altre tre band “minori” esibirsi sullo stage Louder. Sebbene i prezzi per la Metal Mecca si alzino di anno in anno, ritengo che il costo per il biglietto sia comunque consono all’offerta, non ritengo però congruo il costo per la giornata in più che fino all’ultima edizione era incluso nel biglietto normale.
Punti ristoro e bevande: Difficile pensare che in un festival così importante possa mancare una buona offerta di “food & beverage” points, ma devo ammettere che sono stato un po’ deluso dalla quantità e dalla tipologia di stand che erano presenti quest’anno. Non so se è stata solo una mia sensazione, ma ho avuto l’impressione che ci fosse meno offerta rispetto agli anni passati. Non sono mancati stand che proponevano alimenti sufficienti a soddisfare i vari tipi di dieta più comuni esistenti. Aggiungo una piccola curiosità, per l’anno 2022 la caparra da dare per i bicchieri plastificati targati W.O.A. si è alzata a due euro, il doppio rispetto alla precedente edizione.
Pagamenti: Anche l’organizzazione del Wacken Open Air ha scelto di utilizzare i pagamenti cashless (stand all’esterno a parte), quindi con tutte le comodità che ne derivano. Semplice da ricaricare, facile da usare e comodo, nulla da ridire.
Miscellanea: Alcune problematiche maggiori sono molto simili a quelle riscontrate durante la mia esperienza all’Hellfest; tra queste riporto la pessima ricettività dei telefoni e le lunghe file per il merch. Non sono mancati invece i classici meet & greet e lo spettacolo di fine festival.
Conclusione Wacken Open Air: Devo ammettere che quest’ultima edizione del festival europeo più famoso al mondo mi ha un po’ lasciato perplesso sotto certi punti di vista; è chiaro che ci sono stati degli incrementi dei costi e delle riduzioni dei servizi offerti. Lunghissime code nel primo giorno di festival che hanno fatto aspettare anche 6 ore (confermato da diversi campeggiatori) i vari visitatori del sacro suolo metallico. Sebbene questo ed altro non abbia lasciato un segno positivo nell’esperienza di quest’anno, Wacken è un nome che martella le teste di tutti i metallari del mondo e da un nome cosi ci si può aspettare di tutto, come l’esibizione a sorpresa degli Amon Amarth, accompagnata da un esercito di vichinghi che hanno occupato le pedane al di sotto degli stage Faster e Harder; l’atmosfera che si respira è sempre quella di una comunità molto stretta che ama essere dove si trova, a Wacken. Aspettatevi i cori di persone di dubbia sobrietà urlare Wacken ad ogni soffio d’aria, fate stretching la mattina, perché tante persone voleranno sulle vostre teste e soprattutto, preparatevi a vivere un’sperienza unica, perchè mi ripeto… Wacken è Wacken e sarà una figata, Rain or Shine.
SUMMER BREEZE (17-08/20-08)
Meta ambita specialmente dai giovani metallari, luogo di divertimento e per qualcuno di relax. Il Summer Breeze si conferma ancora una volta un’ottima proposta tedesca per concludere la stagione dei festival open air.
Come raggiungerlo: (con macchina) Raggiungere Dinkelsbuhl non è un’impresa anzi è piuttosto semplice. La segnaletica aiuta a trovare la strada giusta per il festival, ma ogni sorta di dubbio può essere velocemente sfatato al momento della visione della fila di macchine in attesa di entrare. In questo caso sono arrivato con diverse ore d’anticipo dall’apertura del festival (inteso come apertura dell’area campeggio), dunque abbiamo passato la notte in un enorme parcheggio con altre centinaia di automobili (e code che continuavano a diventare sempre più lunghe rendendo la strada bloccata ad altre vetture). È stata una notte di festeggiamenti, nuove conoscenze ed altri festeggiamenti, il tutto aspettando l’apertura ufficiale delle porte del Summer Breeze. Ricordate che se volete far entrare la vostra macchina ci sarà un costo aggiuntivo di 10 euro da pagare direttamente allo staff.
Campeggio: Organizzato abbastanza bene, però consiglio vivamente di osservare l’area circostante e di trovare dei punti d’orientamento. Il campeggio non è molto grande (se paragonato per esempio a quello del Wacken) ma comunque non è difficile perdersi. Nota importante per chi proprio non riesce a fare a meno di dormire diverse ore, oppure per chi proprio non riesce a fare a meno di restare sveglio fino alle prime ore dell’alba, il campeggio del Breeze è estremamente “vivo”; è vero che basta trovarsi nella zona giusta/sbagliata e tutto cambia, ma il Summer Breeze durante la notte mi è sembrato essere una gigantesca discoteca; luogo di divertimento; una città dei balocchi gestita dai burattini e non dai burattinai.
Punti acqua potabile: Prima nota grave della lista, in molti punti ove si poteva prendere dell’acqua, questa era segnata come non potabile e sinceramente mi sono chiesto più volte se magari a quei pochi punti non segnati come non potabile (attenzione, notare che non sto dicendo “segnati come potabili”) l’acqua fosse veramente bevibile. Forse avrò sbagliato io, forse nella frenesia del momento non ho letto bene, però posso dire con certezza che non è stato facile regolarsi con l’acqua al Summer Breeze.
Punti docce e bagni: Anche qui non mi sento di dare un giudizio positivo e non lo dico paragonandolo agli altri festival ma prendendo sotto esame ciò che il Summer Breeze è stato. I bagni chimici sono diventati inagibili già nel primo paio di giorni, diventando osceni durante le ultime due giornate di festival; siamo metallari, non animali. I bagni con sciacquone e le docce erano presenti, ma richiedevano un supplemento di 10 euro (abbonamento valido fino alla chiusura del festival). I primi due giorni sono andati abbastanza bene, ma forse la speranza che tutto potesse rimanere così era troppa, specialmente considerando che verso metà festival diverse docce erano diventate inagibili in quanto gli scarichi non facevano scendere l’acqua, non bene.
Band: Per l’ultima volta ripeterò che questo è probabilmente il punto più soggettivo che ci sia in questa scaletta, comunque importantissimo e devo dire che il bill del Summer Breeze 2022 mi ha convinto in pieno e non penso di essere stato l’unico a pensarla così. Se c’è una cosa che ho imparato nella mia esperienza in festival estivi (in Germania) è che molto spesso i giovani tedeschi sanno spaziare davvero bene tra i vari generi musicali, non è dunque difficile trovare persone tanto affezionate a band death metal di culto per poi rivedere saltare sulle note di band goliardiche come gli Electric Callboy. Il bill del Summer Breeze 2022 sembra un grande piatto stellato pieno di ingredienti diversi e di qualità; si passa dal death melodico dei Dark Tranquillity al Thrash dei Testament, passando per il gothic metal dei Paradise Lost, senza dimenticarsi però dei fan appartenenti alla scena black metal, con i Dark Funeral. A questi non mancano di aggiungersi nomi nazionali di gran spicco, tra questi gli Heaven Shall Burn, i Blind Guardian, i già citati Electric Callboy e tanti altri. Vario, di qualità e ricco, il bill del Summer Breeze non deludeva sulla carta e non ha deluso nemmeno sul posto.
Costo biglietto: Il costo per l’edizione 2022 era di circa 170 euro (considerate che c’è anche la possibilità di prendere dei “blind ticket” a costo minore, ma senza essere a conoscenza della line-up). 170 euro sono circa 40 euro in più rispetto alla richiesta dell’edizione del 2019, a questi bisognerà aggiungere 10 euro per le docce/bagni “”VIP”” (come già citato poco sopra) e 10 euro per parcheggiare la propria macchina. Il costo, sebbene sia maggiore rispetto alle edizioni passate, resta comunque a mio parere buono ed invitante per chiunque voglia fare un festival importante, con delle band di qualità ma senza pagare troppo.
Punti ristoro e bevande: L’offerta del Summer Breeze è simile a quella degli altri festival estivi tedeschi, panini, bratwurst, patate olandesi e qualche altra pietanza a base di carne (in alcuni casi anche abbastanza originale). Oltre ai vari venditori di carne, ho trovato anche uno stand che offriva pietanze vegane e vegetariane, mentre rimane un punto di domanda sulle varie allergie in quanto molti dei venditori ai quali sono state chieste informazioni sulle eventuali contaminazioni, hanno dato risposte per lo più vaghe. Per quanto riguarda le bevande invece, l’offerta non era male; tra cocktail, bevande gassate, acqua ed altro, la possibilità di scegliere non mancava. Una speciale nota positiva va inoltre al costo della birra, leggermente più basso rispetto ad altri festival.
Pagamenti: “If you have cash, then it’s all right”; nessuna ricarica al proprio braccialetto, solo cash o carta di credito/debito, ma non dappertutto in quanto molti shop faticavano ad avere connessione per usare pagamenti elettronici. Sembrava quasi di tornare “indietro” e mi sono reso davvero conto di quanto il braccialetto elettronico possa essere davvero, davvero comodo; consiglio di portarsi un marsupio oppure dei pantaloni con tasche “sicure”, in quanto muoversi senza portafoglio potrebbe essere scomodo, a meno che non siate in grado di farvi offrire la serata da amici intenti a farvi sentire meglio. P.S. anche qui la caparra per i bicchieri era di 2 euro, trova il bicchiere, trova il tesoro.
Miscellanea: Una delle “features” più interessanti del Summer Breeze è quella della navetta gratuita che riporta in centro città (Dinkelsbuhl). Questa, oltre a essere davvero gradevole da visitare, è anche un luogo ove poter acquistare delle “dimenticanze” dell’ultimo minuto, oppure dove poter fare la spesa da poter portare poi all’interno del campeggio (attenzione, come per il Wacken Open Air, sono vietate le bottiglie e i contenitori di vetro). Il consiglio è di visitare la città al mattino, quando tutti i negozi e supermercati sono aperti e quando i concerti non sono ancora iniziati. Aggiungo un altro punto molto interessante per i collezionisti, in quanto tra i vari stand di venditori era presente anche il tendone ufficiale della Nuclear Blast, dove ovviamente è stato possibile trovare esclusive e anche tanti articoli a ottimi prezzi (rimanenze di magazzino). Per il resto, orientarsi all interno del festival è abbastanza semplice, è molto facile imparare la strada di ritorno alla tenda così come è facile capire il come esso sia strutturato. Anche qui non è mancata la possibilità di fare i meet & greet, questi però non erano gestiti dal festival ma da Metal.de, una nota testata dedita al metal nelle sue varie forme.
Conclusione Summer Breeze: Non vorrei essere drastico o troppo severo con questo festival che comunque alla fine di tutto non è stato così male. Le band che si sono esibite erano ottime, le entrate ed uscite dal campeggio all’interno del festival erano comunque efficienti ed abbastanza veloci, però ecco, i suoni non al top, l’assenza di punti di riparo dalla pioggia specialmente durante la seconda giornata di concerti, quando c’è stato un’alluvione e l’assenza di igiene nei vari bagni, oltre che alla loro scarsità, non sono punti a favore. Non mi sento veramente convinto nel dover consigliare questo festival, del quale comunque ho sempre sentito parlare bene, però la mia esperienza è stata inferiore alle mie aspettative ed il mio ritorno a casa quasi un sollievo. Magari in futuro potrò dare al Summer Breeze una “seconda chance”, ma fino ad allora, chiudo il capitolo e cerco di tenere buoni quei momenti che comunque sono ancora oggi fonte di sorrisi.
Tirando le somme: Forse dalle mie parole si è già potuto capire, ma se dovessi decidere di partecipare nuovamente all’edizione 2022 di uno dei festival che sono stati citati qua sopra, sceglierei senza pensarci due volte il Gefle Metal Festival. Musica di qualità, ottima compagnia, buona organizzazione, bellissima location, intimo e poi beh, c’erano gli Entombed… Sarò di parte ma penso che sia stato uno degli show più belli che abbia mai visto. Forse un po’ troppo freddo, seppur fosse metà luglio, però siamo in Svezia e dalla nostra parte ci sono le ore di luce durante la giornata; finire di vedere gli show, andare a fare serata e finire questa con la luce del sole che già picchia sulla fronte. Indimenticabile. Nozione speciale a Wacken , rimane comunque per me una “meta sicura” ed affidabile, ormai varcare la soglia della Metal Mecca vuol dire tornare a casa, una casa della quale si sente la mancanza e nella quale non si vede l’ora di tornare. La stagione 2022 è stata fantastica, qualche intoppo qua e là, ma siamo ripartiti e non vediamo l’ora di recuperare il tempo che la pandemia ha rubato a tutti noi, tempo prezioso di musica, tempo con le persone che amiamo, tempo di serate senza fine al lume di birra e patatine (più birra che patatine). Ora non ci tocca che attendere l’inizio della stagione estiva 2023, sperando di poter creare nuovi ricordi indelebili.

Anno: 2022 |