Sharon Ehman non passa di certo inosservata con le sue creazioni a nome Toxic Vision. Le foto e immagini delle sue creazioni hanno fatto il giro del web negli ultimi anni. Inizialmente dedicate quasi esclusivamente a band e artisti metal di cui riprendeva logo e artwork, la bella Sharon ha poi iniziato a sviluppare il suo marchio Toxic Vision creando collezioni su collezioni di pregiatissimi e stravaganti vestiti e capi d’abbigliamento in pelle fatti a mano. Sharon ha intrapreso inoltre una stretta collaborazione con i Behemoth, creando dapprima per loro i costumi, sviluppando poi scenografie e merchandise. Per l’ultima tour “Europa Blasphemia 2016“, Sharon ha unito le forze con la band, andando in tour con Behemoth, Abbath, Entombed A.D. e Inquisition, portando in tutta Europa “The Congregation“, una mostra dei suoi lavori dedicati proprio alla band di Nergal. Abbiamo incontrato Sharon proprio durante la data italiana del tour, al Live Club di Trezzo Sull’Adda. Ecco cosa ci ha detto.
Ciao Sharon, benvenuta su metallus.it. Partiamo dal tour, come sta andando e cosa mi puoi dire a riguardo?
E’ sicuramente intenso. Non avevo mai fatto qualcosa di simile prima. E’ qualcosa di nuovo anche per i locali. Quando arriviamo al locale con tutta questa quantità di strani oggetti per la mostra e per l’esibizione, è strano anche per loro. Sicuramente data dopo data ci stiamo rodando al meglio e per me è qualcosa di molto formativo.
Ho letto alcune cose riguardo l’attuale collaborazione con i Behemoth ma ti chiederei di spiegare ai nostri lettori com’è nata questa idea del tour insieme.
Originariamente sono entrato in contatto con i Behemoth via email, precisamente con Nergal. Abbiamo iniziato a parlare di varie cose, soprattutto costumi di scena e abbigliamento. A quel punto abbiamo iniziato a lavorare insieme e da subito ci è parso chiaro che fossimo perfettamente in sintonia. Abbiamo fondamentalmente la stessa visione artistica. Riguardo all’esibizione “The Congregation”, la prima che ho fatto è stata all’Inferno Festival. I Behemoth suonavano al festival e hanno visitato la mostra. Ne abbiamo quindi parlato insieme e mi hanno proposto di portare la mostra in tour. L’obiettivo è di portare alla loro audience e alla mia audience qualcosa di differente. Per i Behemoth il lato puramente artistico è molto importante, lo sanno anche i fan. Penso inoltre che loro rispettino molto le persone che lavorano e collaborano con loro. Penso sia fantastico che una band del genere di una così grande visibilità alle persone che lavorano con i Behemoth, quindi non ci ho pensato due volte e ho accettato la proposta.
So che sarai anche sul palco con la band. Qual è il tuo ruolo in questo caso?
Sì in realtà è un’apparizione molto breve e veloce. In realtà da solo un po’ di pepe al concerto, niente di più.
E poi abbiamo appunto “The Congregation”. Per coloro che non ci saranno stasera, puoi spiegarci di cosa si tratta?
The Congregation è appunto una mostra dei miei lavori con i Behemoth, con l’aggiunta di altre cose legate a quest’esperienza. Per me comunque l’importante è che le persone che visiteranno la mostra, ne escano ispirate e che riescano a connettersi spiritualmente a quello che The Congregation vuole trasmettere. Voglio che le persone si portino qualcosa a casa a livello spirituale.
Molti ti conoscono per le tue foto sui social e in particolare su Instagram e conoscono i tuoi lavori creati a nome Toxic Vision. Ma cos’è Toxic Vision e qual è la tua “visione”?
Toxic Vision è fondamentalmente la creazione del mio mondo personale. Non mi sono mai sentita a mio agio nel mondo in cui ho vissuto. Toxic Vision vuole essere il mio mondo, qualcosa in cui possa sentirmi a mio agio e scappare. Il mio obiettivo è quello di creare questo mondo fino a che non ne sarò pienamente soddisfatta, anche se questo non succederà mai probabilmente.
Sei molto conosciuta nell’ambiente metal perché molti dei tuoi lavori con la pelle sono collegati o ispirati dal genere e da alcune band in particolare. Che rapporto hai con l’heavy metal?
Penso che sicuramente Toxic Vision abbia un forte legame con l’heavy metal. Ma non è l’unico tipo di musica che ascolto. Anzi ti dirò che ne ascoltavo molta di più tempo fa, poi man mano ho iniziato ad apprezzare ed ascoltare tanti altri generi. Per me l’heavy metal è ribellione, così come lo è Toxic Vision.
A mio parere ci sono dei legami anche con il cinema horror. Hai tratto ispirazione da qualche filone o da qualche film in particolare nel corso del tuo lavoro?
Sicuramente possono esserci delle similitudini rispetto a determinati scenari, simboli e particolari ma onestamente non sono mai stata una vera appassionata di cinema. Ovviamente ho visto molti film ma non mi è mai piaciuto prendere riferimenti diretti da particolari film, non mi piace in generale andare ad unire la mia visione con quella già precostituita di qualcun altro. E’ capitato comunque che venissero fatti paragoni tra le mie creazioni e i costumi di alcuni film. Ad esempio con Mad Max, ma in realtà non l’ho neppure mai visto! Succede ma non è voluto.
Cosa puoi dirmi invece del lato più puramente spirituale. Ci sono molti riferimenti al satanismo e all’esoterismo, qual è il tuo rapporto con queste materie?
Onestamente è qualcosa di cui non voglio parlare molto. Però posso dirti che la fonte di ispirazione e l’obiettivo stesso del mio lavoro è qualcosa di molto oscuro, qualcosa che viene da un altro mondo senza dubbio. Penso che l’arte a volte sia semplicemente un mezzo che permette a qualcosa di oscuro di entrare in questo mondo.
Hai lavorato con una della band che amo di più, i Watain. Cosa puoi dirmi del lavoro svolto con loro e quali sono le differenze tra loro e i Behemoth in termini di collaborazione.
Ho lavorato con i Watain qualche anno fa. Onestamente con loro avevo una legame più personale. Watain e Behemoth… penso che i Watain siano molto più pericolosi e pazzi.
Quali sono le prossime tue mosse con Toxic Vision dopo il tour europeo?
Ad aprile porteremo The Congregation in tour anche negli States sempre con i Behemoth e poi sto sviluppando una nuova importante fase che però si distaccherà da quello che ho fatto finora legato alle band. Non voglio parlarne però per ora.