Tossic – Recensione: Cinghialya – 34935 0

Nella storia del metal italiano i pisani Tossic fin dal 1986 si sono ritagliati un posto tutto loro e che è sempre stato caratterizzato da diversi elementi originali che anche oggi li rendono unici nel loro genere. Se di un solo genere si può parlare, perché partiti da elementi speed/thrash metal uniti a testi rigorosamente in italiano e ricchissimi di goliardia e ironia, il discorso musicale oggi si è reso ancora più sfaccettato e direi a trecentossessanta gradi, come se cercassero in ogni canzone il giusto veicolo stilistico per mandare i loro messaggi spesso spiazzanti, al vetriolo e pieni zeppi di critiche su sesso, politica e religione. Senza fare sconti a nessuno.

Dal loro disco di debutto “Il Regno del Cinghiale” del 1991 abbiamo potuto ascoltare, disseminati in sei dischi in studio usciti in modo incisivo ma irregolare, piccoli grandi classici come “Cazzi di pane”, “Sudo ma godo”, “… come una iena”, “St. Honoré”, “Rappazzo”, “Birra”, e avuto la possibilità di suonare in lungo e in largo per lo stivale italiano a supporto di grandi band come Helmet, Obituary, Kreator, Napalm Death, Sodom ed anche a partecipare al primo Italian Monsters of metal nel 1993. Anche la prematura scomparsa nel 2020 dello storico bassista Stefano Rossi (Satana) non ha fermato la band ma anzi si è giunto alla decisione di continuare a scrivere pezzi ed esibirsi con una nuova formazione che vede affiancare a Mazza e Asma (voce e chitarra), Francesco Cannarella al basso (la Masnada, Phavax in Chains) e Francesco Miceli (Subhuman, Sushi Rain) alla batteria.

Arriviamo quindi a questo recentissimo “Cinghialya-34935 O”, che si presenta con un artwork  deliziosamente psichedelico, futuristico e ispirato dal maestro Depero e porta il famoso cinghiale e mascotte dei Tossic tra le stelle ma rimane decisamente sulla Terra per quanto riguarda il contenuto dei testi di questi nuovi otto pezzi. Se musicalmente assistiamo a continui cambiamenti stilistici, tenuti insieme dalla ruvidezza genuina del sound e dalla voce declamatoria e grezza del buon Mazza, nelle liriche si parla della pandemia e delle sue conseguenze soprattutto umane e sociali, grazie a ritratti spietati quanto diretti. I Tossic non la toccano mai piano e cercano di scuotere e far incazzare chi li ascolta, ma sono molto abili anche a prendersi in giro e non dare per scontato nulla, grazie ad una attitudine che non vuole compromessi o mezze verità.

Si può essere d’accordo con loro oppure no ma la loro coerenza va certamente riconosciuta e premiata, insieme ad un discorso musicale di grande varietà stilistica che suona come una grande festa metallica con punte quasi allucinate come nella synth/tecno lanciata a velocità vorticose di “Nun Me Rompe Er Ca’”, ed a nuovi inni generazionali come “Ructus” e “Lockdown”, fino alla ballata bluesy “Sotto” che scopre un altro lato (non diremo quale…) dei Tossic. “Cinghialya-34935 O” è un lavoro artigianale nel senso buono e mostra ancora l’enorme creatività e passione di questi quattro grandi animali della musica.

Etichetta: SkrotoSound Diski

Anno: 2022

Tracklist: 01. Cosmomanza 02. Ructus 03. Falla Finita 04. W Gesù 05. Sotto 06. Lockdown 07. Collassone 08. Nun Me Rompe Er Ca’
Sito Web: http://www.tossic.it/

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