I Prong sono tornati, dicevamo. L’hanno fatto nel più classico dei modi, con un disco dal vivo. Non un capolavoro e probabilmente nemmeno un’uscita necessaria: al di là di un valore “commerciale” limitato è comunque un segno, ‘100% Live’. Il segno che rende noto che Tommy Victor è di nuovo tra noi e che i Prong non solo sono vivi, ma anche rinnovati e pronti ad entrare in studio. “Ero deluso, quasi disperato. Non avevo più fiducia in niente e nessuno, nulla sembrava andare per il verso giusto, ho collaborato brevemente con Danzig e Rob Zombie ma poi ho deciso di mandare tutto quanto a farsi fottere. Volevo stare il più lontano possibile dal music business e l’ho fatto.” E poi? “Ho cominciato a scrivere ed assemblare del materiale senza grosse pretese, seguendo i miei ritmi e senza nulla di particolare in mente. Ho incontrato i musicisti che sono con me nel gruppo ora e nell’arco di un periodo di tempo molto lungo qualche idea ha cominciato a venir fuori, abbiamo realizzato delle versioni demo.” Come siete entrati in contatto con la Locomotive? “Ci hanno contattato loro, erano assolutamente interessati a sentire quello che stavamo realizzando. Siamo andati ottimamente d’accordo sul lato personale e abbiamo gestito con fiducia reciproca quello economico. In ogni caso qualsiasi etichetta non avrebbe mai potuto rivelarsi peggiore della Epic.” La vostra influenza su moltissimi gruppi attuali che mischiano parti elettroniche e parti rock/metal è fuori discussione. Come ti senti a riguardo? Ne vai fiero, credi di essere in credito, non ti interessa? “Cinque anni fa ti avrei risposto che noi siamo arrivati per primi, che tutti ci copiano, che la maggior parte di ciò che senti è già stata suonata dai Prong in uno dei dischi vecchi. Ora ti dico che sono contento di aver fatto qualcosa che ha influenzato qualcuno e che l’ha spinto a suonare, ma non è nulla che mi riguarda nella mia vita di tutti i giorni. E’ una cosa che accetto con piacere ma alla quale non penso mai.” Sembra di poter dire che il profilo dei Prong si stia mantenendo basso, discreto, concentrato sulla musica più che sulla chiacchiere… “C’è in giro troppa gente che crede di salvare il mondo con ogni canzone che scrive, io non sono (più, forse) uno di quelli. Ho imparato ad essere grato ma anche ad essere lucido e capire ciò che è importante. Ho lasciato da parte il mio ego, ho ordinato le mie priorità : non accetto che nessuno mi dica cosa devo fare, ma allo stesso so essere grato e riconoscere quando qualcuno mi aiuta.” Voi mantenete una credibilità “di strada” molto forte, forse legata al fatto di essere di New York, pur se “traslocati” sulla West Coast. “La street credibility non è una cosa che esista a Los Angeles. E’ una cosa che nasce e si sviluppa nelle strade di New York, dal basso: non può esistere in un posto come LA dove la gente arriva solo per far carriera e avere successo. A NY siamo fratelli di un gruppo come i Sick Of It All e i miei veri amici sono ancora là. E’ una sorta di appartenenza tribale, anche se suona molto banale, ma io la sento m ia. Los Angeles non è un posto pieno di sole, mare e belle ragazze. E’ un posto che, nella propria essenza, è oscuro, triste e decadente.” E ora? “Siamo vicini alla registrazioni, che avverranno a Gennaio. Il disco dovrebbe essere nei negozi verso Aprile 2003, è quasi pronto. E’ un disco che risentirà fortemente dell’esperienza che ho accumulato in tutti questi anni, è una nuova partenza per me.”