Tom Full Metal Fest 2: Live Report e foto del festival

Ogni concerto è unico, si sa, ma vale la pena ricordarselo di tanto in tanto. La stagione è difficile, certo, ma questo non ha impedito lo svolgimento di questo festival, piccolo da un punto di vista del numero di band presenti (comunque tutte presenti come da programma) ma grande per spirito e qualità delle proposte musicali. 

SCREAMACHINE

I primi a salire sul palco sono i romani ScreaMachine, che hanno pubblicato da poco il loro album di debutto su Frontiers. La formazione presenta quindi brani tratti per la maggior parte da questo lavoro di debutto, ma c’è tempo anche per un’anticipazione da un secondo album di prossima uscita, un brano intitolato “Revenge Walker”, e per la cover di “Leather Rebel” dei Judas Priest. Non c’è da stupirsi per questa scelta, visto che gli ScreaMachine sembrano avere parecchie cose in comune con i Priest per quanto riguarda lo stile dei brani e le ottime capacità vocale del loro cantante. L’impressiojne geneerale è positiva fin da subito, la band è coesa e rispetta in modo fedele i canoni principali dell’heavy metal di classe.

AMON SETHIS

Eccoci al momento degli ospiti internazionali. Il nome degli Amon Sethis non ci è nuovo, dato che la band francese ha da anni un rapporto di amicizia solida con i Tarchon Fist, che si esibiranno subito dopo. La band propone un heavy metal imbastardito da venature prog, tastiere comprese, che si poggia in modo solido sulla voce del cantante Julien e su intrecci sonori originali e di tutto rispetto. In parte gli Amon Sethis ricordano i primi Queensrÿche, un riferimento musicale che però viene ampliato e aricchito. La band ha pubblicato da poco il terzo album, incentrato “Part 0 : The Queen with Golden Hair”, di cui si raccomanda un ascolto attento per apprezzarne le idee originali. Promossi a pieni voti e da scoprire per tutti.

TARCHON FIST

I Tarchon Fist sono una garanzia, una vera e propria macchina da guerra, un compendio dell’heavy metal di qualità di casa nostra unito al calore di una famiglia. I loro cavalli di battaglia, fra i quali possiamo citare “Play It Loud”, “It’s My World” e “We Are The Legion”, suonano sempre in modo efficace a dispetto dei diversi periodi in cui sono stati pubblicati. La band bolognese si conferma come un altro grande esempio di coesione e di una proposta musicale ben definita che, nonostante sia legata a sua volta all’heavy metal classico, ama anche sperimentare e uscire dal proverbiale seminato.

SILENZIO PROFONDO

 Questo festival è una nuova occasione per confermare l’opinione positiva che abbiamo nei confronti dei Silenzio Profondo. La band è ancora giovane, ma le idee sono definite alla perfezione e vengono promosse nel migliore dei modi. La loro caratteristica principale è quella del cantato in italiano, una scelta per certi versi coraggiosi, soprattutto se si considera l’esterofilia che affligge molti metallari di casa nostra. Non bisogna, però, dubitare di loro nemmeno per un secondo, i ragazzi suonano alla grande, con entusiasmo e grandi capacità tecniche, padroneggiano alla perfezione la materia e suscitano entusiasmo in ogni momento della loro esibizione. Il live si incentra soprattutto su estratti dall’ultimo album, “Ritornato dall’incubo“, fra cui spicca l’ottima “Falsa illusione“, ma non mancano anche riferimenti ai primi anni di vita della band. I Silenzio Profondo sono una realtà in crescita costante, degna chiusura di un festival di alto livello dalla prima all’ultima nota.

anna.minguzzi

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E' mancina e proviene da una famiglia a maggioranza di mancini. Ha scritto le sue prime recensioni a dodici anni durante un interminabile viaggio in treno e da allora non ha quasi mai smesso. Quando non scrive o non fa fotografie legge, va al cinema, canta, va in bicicletta, guarda telefilm, mangia Pringles, beve the e di tanto in tanto dorme. Adora i Dream Theater, anche se a volte ne parla male.

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