Today Is The Day: Live Report della data di Roma

Italy Will Prevail

Da diversi anni i Today Is The Day non toccavano il territorio italiano e lo fanno adesso, con il chiaro – ma allo stesso tempo oscuro – intento di divulgare il verbo della loro ultima fatica intitolata ‘Sadness Will Prevail’. Un disco pregno di sentimenti malsani, a tratti realmente incomprensibili, ed è tutta questione di reparti psichiatrici e solitudine. Il responsabile di tutto è Steve Austin: leader della band, creatore dei testi nonché dell’affascinante alone di mistero che si cela dietro i Today Is The Day. La curiosità di vedere questi ultimi in concerto ha sfiorato Metallus per ben due volte, sia nella tappa romana che in quella milanese.

28 Maggio 2003 – ROMA, Circolo degli Artisti

Prima delle due date italiane, Roma: la situazione è molto underground e addirittura il palco è stato spostato nella saletta più piccola rispetto a quella in cui normalmente si tengono i concerti di piccola/media importanza. Nessun timore, la fiducia stasera è padrona aldilà del fatto che il pubblico non è poi così numeroso come ci si aspettava. Comunque, si respira aria di “collaborazione”: i vari gruppi (oltre ai TITD, anche i Closer Than Kin e Charger) si danno una mano nella regolazione dei volumi del mixer durante il sound check, girano tra il pubblico e non peccano di protagonismo da rockstar. Ci mancherebbe. La band di apertura del ‘Sadness Will Prevail Tour 2003’ si chiama Closer Than Kin: il genere proposto dai nostri trae spunto tanto dalla ferocia strutturale del death metal quanto dall’attitudine urbana (post) hardcore. Le canzoni durano circa cinque minuti l’una e si viaggia tra riff lenti e veloci, ma il tempo a disposizione del gruppo è talmente poco (meno di mezz’oretta) che non si riesce ad afferrare molto. Complice, purtroppo, l’acustica del luogo. Cambio palco: salgono i Charger, formazione fresca di uscita discografica su Peaceville con l’album ‘Confessions Of A Man (Mad Enough To Live Amongst Beasts)’, osannato dalla stampa britannica. Le coordinate sono quelle sludge dei migliori Iron Monkey e dei più tossici Eyehategod, una brutale psichedelia che violenta i sensi e che distrugge l’apparato uditivo: misantropia, oppressione, fascino per l’oscuro, crust, rock and roll e hardcore senza lasciare neanche un secondo di respiro. Una montagna sonora che devasta, probabilmente ne sentiremo parlare ancora in futuro. Ci vuole un po’ più di tempo prima che gli headliner salgano sul palco: si inizia con ‘Criminal’, per poi procedere con brani provenienti dai vecchi e nuovi album, in maniera alternata. La prima impressione è quella che i Today Is The Day dal vivo abbandonano totalmente il lato intimo tipico dei loro lavori in studio, per regalare impatto e violenza. Sembra di assistere ad un concerto brutal-grind, ma non è detto che ciò sia un punto a loro sfavore, e così i TITD mostrano un’altra faccia: quella più intransigente, pochi compromessi, filando dritto verso la propria strada. Il pubblico è coinvolto, Steve Austin non appare come lo immaginavamo tutti, anzi ride, scherza coi ragazzi delle prime file ma sa fare bene il suo mestiere conducendo tutti quanti tra le fiamme dell’Inferno, passando da voce growl a urla maligne. Ma ad un certo punto, quasi a metà; show, uno spettatore si aggrappa alla gamba di Austin e gliela morde. La band smette di suonare, la “vittima” scende dal palco e con aria molto minacciosa rincorre il cannibale di turno il quale viene subito allontanato dal luogo del concerto. Steve torna indietro, mostra a tutti il morso (una grossa chiazza rossa) e sale nuovamente sul palco, ma risparmiamo – in questa sede – tutti gli insulti fuoriusciti dal microfono…Si ricomincia, l’atmosfera non è più la stessa di prima, l’aria è imbarazzata, il gelo tra il palco e il pubblico si fa sentire: festa rovinata. In questo modo, i TITD proseguono per un’altra mezz’ora. E Steve Austin va all’ospedale per farsi curare la ferita. A domani.

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