To/Die/For – Recensione: Cult

A quattro anni di distanza dal debole “Samsara”, prosegue zoppicando la carriera discografica dei goth metallers finlandesi To/Die/For, band formata sul finire dei ’90 e figlia delle sonorità dei Sentenced dell’ultima ora.

“Cult” si muove tra l’esigenza di restare fedele a un contesto metallico e graffiante (seppur malinconico) e quella di suonare più orecchiabile e al passo con i tempi, ma a quanto pare ai nostri non è ancora ben chiaro il percorso da seguire. E dunque ecco come l’album proponga tracce muscolari e con un forte apporto delle chitarre, per quanto non manchi quell’alone di tristezza che distingue i caratteri del genere (“In Black”, “Screaming Birds”, “Let It Bleed”), ed altre dove sono più intense le spruzzate di elettronica e un generale disincanto (“Unknown III”, con l’intervento della voce femminle o la cover del pezzo pop “Straight Up”, di Paula Abdul).

Oltre a questa incertezza che emerge tra i solchi del disco, non capiamo perchè il vocalist Jarno Perätalo insista nel proporre un tono ruvido e sguaiato, quasi irritante se rapportato alle melodie dei pezzi, quando il caratteristico crooning (che troviamo ad esempio nella citata “Unknown III” e in alcune parti delle canzoni), è decisamente più efficace ed emozionante. Per fortuna il chitarrista Juppe Sutela non lesina alcuni assoli di presa ed il suo strumento è il costruttore delle melodie portanti dei brani, a volte arricchiti dalle tastiere di Jussi-Mikko Salminen.

A lungo andare però gli episodi del disco non risultano ficcanti più di tanto e per quanto il bagaglio esecutivo del gruppo sia inappuntabile, il senso di derivazione e la noia prevalgono in fretta durante l’ascolto.

Voto recensore
5,5
Etichetta: Massacre Records

Anno: 2015

Tracklist:

01. In Black
02. Screaming Birds
03. Unknown III
04. Mere Dream
05. You
06. Straight Up
07. Let It Bleed
08. End Of Tears


Sito Web: https://www.facebook.com/tdfofficial

andrea.sacchi

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Poser di professione, è in realtà un darkettone che nel tempo libero ascolta black metal, doom e gothic, i generi che recensisce su Metallus. Non essendo molto trve, adora ballare la new wave e andare al mare. Ha un debole per la piadina crudo e squacquerone, è rimasto fermo ai 16-bit e preferisce di gran lunga il vinile al digitale.

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