Il locale Santi Angeli Music House, in collaborazione con la Black Leather Agency ed i Tarchon Fist, ripropone per il secondo anno di seguito tre serate di musica live all’insegna del rock e del metal, nella splendida location della zona trevigiana del Montello, il tutto accompagnato da voglia di divertimento, da birra a volontà e da una zona campeggio gratuita antistante la sede dei concerti, in cui consolidare le amicizie e stringerne di nuove. Come si può intuire da subito, le band esibitesi quest’anno sono caratterizzate da una considerevole varietà stilistica, che aveva l’obiettivo di accontentare il maggior numero possibile di palati, dagli amanti delle sonorità più classiche agli appassionati di innovazione e suoni moderni, elemento da apprezzare sempre quando si organizza un festival del genere.
Ad inaugurare questa seconda edizione, nella serata di venerdì 12 giugno, è la band felsinea degli IT, che hanno proposto un repertorio hard rock, spaziando con cover di Iron Maiden, Whitesnake, Motorhead e Deep Purple. Grande energia per questa band composta da soli 3 elementi, che ha saputo caricare da subito i rockers presenti.
Seguono agli IT, con altrettanta verve, i vicentini Mutual Joist, band che ha riproposto egregiamente cover dei californiani Korn
. Chiude questa serata di “warm up” l’esibizione dei milanesi Kiss Confusion che, con il loro look e la loro grande energia, hanno incendiato gli animi con le più famose song dei mitici Kiss.
La serata di sabato 13 si apre invece con la grinta dei giovanissimi (la loro biografia dice che quando si sono formati, nel 2005, i componenti avevano un’età compresa fra 12 e 14 anni, fate un po’ voi i calcoli…) bresciani Prodigal Sons, che propongono al pubblico i brani presenti nel loro demo omonimo, fortemente influenzati da gruppi come Iron Maiden, Virgin Steel e Manowar.
Un pezzo di storia del metal italico si presenta sul palco dei Santi Angeli: dagli esordienti Prodigal Sins si passa ai romani Rosae Crucis, che propongono il loro consueto epic metal di fortissimo impatto ed una presenza scenica potentissima che hanno letteralmente incantato il pubblico con i brani del loro ultimo lavoro “Il Re del mondo”, recentemente ristampato ad opera dell’etichetta modenese Jolly Rogers Records. I Rosae Crucis stanno vivendo un particolare momento di grazia, ed è da segnalare fra l’altro la loro partecipazione, a settembre nel bresciano, ad un festival la cui band di apertura sarà nuovamente quella dei Prodigal Sons.
Cambiano ancora la regione di provenienza e lo stile con l’arrivo dei trevigiani Renegades, nuovamente all’opera per quanto riguarda il repertorio hard rock anni ’70, spaziando dai Deep Purple agli ZZ Top fino ad arrivare agli ancora più classici Rolling Stones; ad essi sono stati però alternati alcuni brani del loro nuovo album, intitolato “Twist The Wick”, che è stato registrato proprio al Santi Angeli.
Gli headliner della serata sono invece i bolognesi Tarchon Fist, che, con una partenza esplosiva nel vero senso della parola (leggasi fuochi d’artificio durante il primo brano), hanno saputo esaltare fin dal primo brano il numeroso pubblico presente nell’arena. Il repertorio ha compreso da una parte brani del primo album, omonimo, come “Eyes of Wolf”, “Metal Detector” e la bellissima “It’s My World”, e dall’altra altri pezzi che compariranno nel loro secondo lavoro, “Fighters”, in uscita nel prossimo mese di ottobre; a completare l’opera, non sono mancate nemmeno le cover di Saxon, Judas Priest ed Iron Maiden. I Tarchon Fist, forse più di altri, hanno la fortuna di avere supporters sparsi in buona parte del Nord Italia, particolarmente a Trento e a Brescia, la cui presenza ha contribuito a dare colore ed energia alla tre giorni e a questa serata in particolare.
Si arriva infine a domenica 14 giugno, terza e conclusiva serata del festival. Tocca questa volta ai Revoltons da Pordenone intrattenere il pubblico ancora non molto numeroso, particolarmente con i brani tratti dal loro album “Underwaterbells” eseguiti in maniera assolutamente convincente.
A scaldare la serata ci pensano poi gli indigeni Mr. 44 Little Friends band molto apprezzata ed applaudita che vede una magistrale performance del chitarrista Stefano “Steve” Silenzi e la presenza importante del bassista Fabio “Rockdog” Crivelli; da segnalare una jam session finale che vede partecipare il chitarrista dei Tarchon Fist Luciano “Lvcio” Tattini nell’esecuzione di “Highway To Hell”.
Hanno forse un po’meno fortuna gli SKW che, forse per il contrasto di genere abbastanza marcato rispetto ai gruppi precedenti, suonano davanti a uno sparuto gruppo di incalliti metallari. Ciò non toglie che chi rimane in arena ha la possibilità di assistere a uno spettacolo di tutto rispetto, indiscutibile vista anche la lunga carriera di questo gruppo.
Il festival si chiude con l’esibizione dei Longobardeath, che per nulla timorosi di fronte al fatto di trovarsi in terra straniera, per cui non è detto che tutti comprendano le loro facezie in purissimo dialetto lumbàrd, alternano brani del loro primo disco, “Polenta Violenta”, a quelli di “Bonarda Bastarda”, uscita discografica più recente e perfettamente all’altezza del suo predecessore. Ul Mik, come suo solito, non perde tempo in chiacchiere e non esita a scendere dal palco per avvicinarsi al pubblico rimasto in disparte e trascinarlo in arena. Il festival si chiude con una trascinante versione di “Breaking The Law”, interpretata, oltre che da parte dei Longobardeath, da Marco “Wallace” Pazzini e Lucio Tattini, rispettivamente basso e chitarra dei Tarchon Fist, mentre alla voce appare Simone “Peto” Molinari dei Budgers Hunters.
Il bilancio si chiude in attivo anche questa volta; non resta che prepararsi in vista di una terza edizione, prevista sempre per il giugno 2010.