I “cantori” finlandesi di Tolkien tornano all’assalto con un terzo album intitolato profeticamente ‘Third Age Of The Sun’. In questo nuovo lavoro non mancano le novità; innanzitutto va segnalato che l’epic-black melodico dei nostri si arricchisce di nuovi elementi come un uso più “groove” ed allo stesso tempo elaborato delle tastiere. In secondo luogo segnaliamo l’abbandono del vecchio singer maschile (che cantava in growl) Patrik Mennander, che viene sostituito da Tomi Mykkänen, meno profondo e interpretativo, ma decisamente più aggressivo.
Una conseguenza di questo avvicendamento ottiene il risultato di far affidare molte più parti cantate alla singer Kaisa Jouhki, che ha già dimostrato nel precedente CD ‘Sword’s Song’ di essere decisamente in gamba; in questa nuova opera la cantante supera quanto di buono era stato detto sulla sua caratura interpretativa e convince pienamente.
Grandioso è poi il contributo, come si diceva, delle parti di synth eseguite da Maria; un esempio su tutti è il “motivo” principe della song ‘Ghan Of The Woods’, che riesce a dar personalità al brano e lo inquadra in modo esatto anche rispetto all’argomento trattato nelle lyrics (si parla Ghan-Buri-Ghan, capo dei perseguitati uomini selvaggi che aiuta re Theoden e i suoi cavalieri ad avvicinarsi a Minas Tirith; si tratta di un episodio inserito nel ‘Signore Degli Anelli’).
A livello di testi l’album è come sempre una vera e propria finestra sul prodotto della fantasia di John R. R. Tolkien; in questo CD, in particolare, si approfondiscono storie e profili di personaggi ed eventi che si trovano nei libri più difficili del notissimo scrittore, quali ad esempio il ‘Silmarillion’ o i ‘Racconti Incompiuti’.
Citiamo in particolare ‘Valier – Queens Of The Valar’, che liricamente tratta delle mogli dei Valar, gli “dei” (anche se il termine non è proprio corretto) che controllano gli elementi della Terra di Mezzo e che creano, seguendo il disegno dell’unico Dio Iluvatar l’intero mondo, Ea. Con questo pezzo meraviglioso, delicato, soave e drammatico , anche questi personaggi ottengono la giusta sottolineatura (magistrale la prova della singer Kaisa, mentre le poche comparse del growl di Tomi sono abbastanza inutili).
Altro argomento spesso dimenticato o sconosciuto ai lettori di Tolkien è quello dei due Istari (stregoni) che non vengono citati nei romanzi pubblicati, ossia Pallando e Alatar (gli altri tre invece, Saruman, Gandalf e Radagast ritornano in modo e con peso differente nelle pagine dello scrittore). In proposito, nella versione “normale” del CD dei Battlelore, è presente una bellissima song, ‘Pallando – Forgotten Wizards I’, che descrive per l’appunto uno dei due stregoni non approfondito nella summa degli scritti pubblicati dall’autore.
Il brano è cadenzato ed abbastanza complesso e si fa apprezzare per fraseggi inaspettati e di interessante soluzione armonica.
Nella versione limited del disco è presente anche una song dedicata ad Alatar, nonché altri due brani inediti, che rendono il digipack decisamente più appetibile rispetto alla versione in jewel case.
Tornando al contenuto dell’album possiamo aggiungere che il livello si mantiene sempre alto e non mancano momenti inediti come la triste ballata conclusiva ‘Gollum’s Cry’, che inquadra perfettamente il personaggio descritto nel brano, grazie a parti di synth molto drammatiche e ad un recitativo gracchiante e sofferto.
Altri momenti esaltanti del lavoro sono l’opener ‘Storm Of The Blades’, che presenta un fraseggio di chitarre aggressivo ed efficace, opera degli ottimi Jyri e Jussi, nonché ‘Of Orcs And Elves’ ed ancora ‘Thousand Caves’.
In conclusione, se avete apprezzato i primi due album della band non fatevi scappare quest’opera; se non conoscete il gruppo ed apprezzate la fantasy e una miscela di epic-gothic-black molto variegata potete approfondire il discorso Battlelore… questo è l’album giusto.