Del variegato e cupo sottobosco metal italiano I The Scars In Pneuma rappresentano uno dei nuovi arrivi più interessanti: devoti ad un black metal atmosferico ma estremamente ricco in arrangiamenti e melodie, si sono fatti notare con l’ottimo disco di debutto (“The Path of Seven Sorrows“) su Promethean Fire , incuriosendo e poi affascinando l’ascoltatore senza neppure affidarsi ad un’iniziale promozione live. NCon Lorenzo, che dei TSIP è fondatore e compositore delle canzoni abbiamo parlato del disco, del gruppo e delle prospettive future, su e giù dal palco.
Un moniker come The Scars In Pneuma, ad una persona come me evoca incubi decisamente più concreti dell’immaginario soprannaturale metal. Da dove deriva il nome della band?
Il moniker The Scars In Pneuma nasce dall’unione di parole inglesi al termine “Pneuma” (dal greco antico “πνεύμα”, che significa “respiro”, “soffio vitale” e, in contesto religioso, “spirito”, “anima”); il tutto tradotto in italiano significa “Le cicatrici nell’anima”. Il nome della band è stato da me scelto in quanto volevo qualcosa di originale e poco ovvio, che al contempo riflettesse quelle che sono le tematiche trattate nei testi della band. E, perchè no, che obbligasse in un certo senso l’ascoltatore ad interrogarsi, appunto, sul suo significato.
Se non sbaglio i The Scars In Pneuma sono nati come progetto solista; come è nata l’idea o l’opportunità di diventare una band a tutti gli effetti, e qual è il contributo dei singoli componenti in fase di composizione?
Il progetto è nato su mia iniziativa, ma avevo in mente sin dall’inizio di renderlo una band vera e proprio nell’arco di breve tempo, diciamo una volta delineato il genere musicale e le linee guida del progetto. La mia ambizione è quella di proporre questa musica dal vivo il più possibile, e questo non sarebbe certo possibile per una one-man band. Posso però dirti che, da un certo punto di vista, i The Scars In Pneuma sono tutt’ora un progetto solista: sono io infatti a scrivere tutti i pezzi ed i testi, e mie sono le decisioni riguardo alle mosse che la band deve intraprendere per la promozione del disco, la gestione dei contatti, etc. Detto ciò, gli altri membri della band (Francesco Lupi, chitarre e Daniele Valseriati, batteria) hanno dato un imprescindibile aiuto sia in fase di arrangiamento che di registrazione, e l’esperienza ventennale che hanno sul palco con le altre band/progetti a cui hanno lavorato sarà fondamentale per le future date dal vivo dei The Scars In Pneuma.
In tutto il disco si respira un’atmosfera che a differenza di un classico disco black non è asfissiante, piuttosto la definirei rassegnata. Quali sono i temi principali che affrontate nei testi delle vostre canzoni?
Dici bene. I testi dell’album, frutto di mie riflessioni ed esperienze personali, trattano argomenti quali l’inutilità della vita e degli sforzi che compiamo durante essa, la rassegnazione al tempo che passa inesorabilmente, la perdita delle persone a noi care, ma anche temi come il dover convivere con i propri demoni interiori, il rimpianto, la vendetta, ecc. Credo che queste tematiche incutano sicuramente più terrore che parlare di Satana & C. Se solo ti metti a riflettere un minuto sul fatto che, alla fine della vita di ciascuno di noi tutto cesserà e non ci sarà più nulla…non so a te, ma a me vengono letteralmente i brividi.
A dispetto dell’atmosfera e del numero limitato di strumenti/musicisti coinvolti, ho trovato gli arrangiamenti (sia le chitarre che la sezione ritmica) estremamente ricchi: ci sono cadenze epiche, ci sono gli arpeggi di “The glorious…”, mi è parso di sentire qua e là persino del thrash. Mi ha colpito particolarmente l’uso della voce femminile, sia in Souls are Burning che in Constellations, dove emerge un certo gusto per il Gothic. Quali sono gli artisti che vi hanno ispirato in questo senso, ed in genere quali gli ascolti che vi hanno più influenzato?
Posso dirti che, durante la fase compositiva dei pezzi, non mi sono mai imposto troppe limitazioni “di genere”, e credo che questo emerga in modo palese. Al tempo stesso non ho mai voluto suonare come una band o un’altra, e credo che, semplicemente, le somiglianze ad altre band che l’ascoltatore può riscontrare sian, in effetti dovute ai miei ascolti / gusti musicali, che ho assimilato nel tempo e che poi ho riversato in modo del tutto naturale nella mia musica. Tra questi artisti, potrei citarti Dissection, Naglfar, Emperor, Mgla, Be’lakor, Rotting Christ, Forgotten Tomb, Blut Aus Nord e molti altri. C’è un qualcosa dello stile di ciascuno di essi nei The Scars In Pneuma, e credo che l’ascoltatore più attento abbia individuato le stesse influenze alle quali io stesso mi sono reso conto di essermi ispirato.
E’ previsto un tour per promuovere il disco?
Al momento non è previsto alcun tour vero e proprio, ma stiamo lavorando per organizzare alcune date che saranno annunciate a breve. Non ti nascondo che mi piacerebbe molto prendere parte ad un tour in un futuro prossimo, dal momento che questo progetto – come dicevo in precedenza – è nato con l’intento di rappresentare questa musica dal vivo il più possibile. Sono entusiasta all’idea di poter riprodurre sul palco ciò che ho composto, perfezionato e registrato finora. Al giorno d’oggi, la dimensione live viene considerata come la prova definitiva della validità di una band: con tutta la tecnologia a disposizione, è sempre più facile confezionare un buon prodotto, ma riprodurlo dal vivo in modo convincente non è certo scontato. E’ questa la sfida per la nostra band per i mesi a venire, e sono convinto che saremo in grado di affrontarla a testa alta.
Etichetta: Promethean Fire Records Sito Web: https://thescarsinpneuma.bandcamp.com/releases |