The Halo Effect: “Days Of The Lost” – Intervista a Niclas Engelin

Il Göteborg sound è tornato a far parlare di sè spinto dall’interesse che media e fan hanno suscitato su una delle nuove band più pubblicizzate del momento, i The Halo Effect. Il gruppo svedese è completamente formato da ex membri di rilievo degli In Flames (chi prima, chi dopo) e la proposta è proprio quella che a metà anni 90 ha sfondato nel panorama musicale metal grazie a band quali Dark Tranquillity, gli stessi In Flames, At The Gates ecc.. Con quattro singoli rilasciati ed un album in uscita il 12 agosto 2022, i The Halo Effect si trovano ora ad affrontare le loro primissime date live in grandi festival europei. Tra tutti spicca il Wacken Open Air, dove ci troviamo oggi per fare una brevissima intervista a Niclas Engelin, chitarrista della band, che ha gentilmente accettato di rispondere a queste brevi domande. Di seguito l’intervista.

Buonasera Niclas e grazie per aver accettato quest’intervista che vedrà i The Halo Effect al centro dell’attenzione.

Buonasera.

Si parla della band da meno di un anno, ma i numeri parlano chiaro, la vostra fanbase è già bella grande, ve lo sareste mai aspettato?

Non proprio, diciamo che la band è stata avviata come conseguenza della pandemia, avevamo tempo libero e inoltre siamo tutti amici da diverso tempo, quindi era anche un modo per divertirsi e senza pretese.

L’ultima volta che ti ho visto suonare sullo stage Faster qua a Wacken eri con gli In Flames, oggi ti trovi invece con i The Halo Effect, cosa ti aspetti?

A dire il vero è difficile a dirsi, questo sarà per noi solamente il quarto show in tutta la nostra carriera come The Halo Effect, quindi non so davvero come le cose potranno andare. Tutto quello che posso dirti è che l’obbiettivo principale è divertirci e soprattutto vedere i fan felici di essere qui sotto al palco ad ascoltare la nostra musica.

Niclas in azione durante il live dei The Halo Effect al Wacken Open Air 2022.

Come funziona il vostro processo compositivo?

Dipende, io cerco di scrivere dei riff dando una struttura al brano, successivamente il testimone passa a Jesper, che dà il suo tocco personale aggiungendo le varie melodie, poi ovviamente gli altri mettono il loro, Mikael scrivendo i suoi testi fantastici che si allineano perfettamente alla musica e Peter e Daniel scrivendo le proprie parti e tirando fuori buoni spunti. Non è però ovviamente sempre così, diciamo che tutti danno un grande contributo e ogni idea è presa in considerazione. Per esempio, l’intro di “Gateways” è stato aggiunto da Peter Iwers, che ha dato un tocco speciale al brano.

Hai citato Mikael Stanne e i suoi testi; il fatto che lui militi anche nei Dark Tranquillity, che sono comunque una band molto grande nel genere, non vi dà preoccupazione?

Diciamo che abbiamo un proggramma ben dettagliato e un calendario pieno già di appuntamenti, quindi non ci sono grandi novità che possano
sconvolgere il nostro lavoro. Noi lavoriamo secondo gli accordi che abbiamo preso e la cosa ci piace, ma per rispondere alla tua domanda non
sono assolutamente preoccupato per Mikael anzi, sono totalmente positivo sul futuro del gruppo.

Il Göteborgsound fa parte di voi e della vostra musica, porterete avanti questa linea?

Il progetto è stato avviato come già detto da amici che amano la stessa musica. Al momento pensiamo a fare del nostro meglio scrivendo quello che sappiamo essere nostro; tutte le nostre influenze del passato sono presenti, le band che ascoltavamo ecc. Non ci diamo esattamente dei limiti, scriviamo quello che vogliamo e lo facciamo molto spontaneamente.

Pensi che ora che hai i The Halo Effect potrai unirti ugualmente a nuove band?

Sinceramente penso di voler fare del mio meglio in questo progetto, quindi metterò tutto il mio impegno in questa band per avere il miglior risultato possibile.

Volevo porti un’ultima domanda riguardo un aspetto estetico dei The Halo Effect; non posso fare a meno di notare che utilizzate molto il colore verde, nel logo, live e spesso sulle vostre pagine, questo per voi ha un significato particolare?

È vero, il verde è il colore che più abbiamo usato, ma a essere onesto non ha un significato particolare. Per me il verde è semplicemente un colore davvero figo da utilizzare, ed è anche il colore principale di una delle mie band preferite, i Type O Negative; qundi direi che è stato abbastanza semplice puntare su quello.

Niclas, ti ringrazio per questa breve intervista, ci vediamo sotto al palco tra un paio di ore.

Grazie.

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