Recensione: The Ferrymen

Magnus Karlsson fa le cose per bene. E sicuramente per i suoi progetti la scelta dei cantanti ricade sempre sul top di gamma. In principio fu Allen – Lande, poi fu la volta dei Free Fall, che hanno messo in fila, tra gli altri, Joe Lynn Turner, Tony Martin, David  Readman, Mark Boals, e, dulcis in fundo, i The Ferrymen, band nuova di zecca con Ronnie Romero dei Lords Of Black dietro al microfono. A completare questa superband c’è il mohicano Mike Terrana, una garanzia dietro alle pelli, che fornisce un solido contributo per la buona riuscita di questo disco omonimo davvero di grande qualità. La penna del chitarrista e compositore svedese ormai la conosciamo ed il genere proposto in queste 12 song non è una sorpresa, sempre sospeso tra metal melodico ed il power di classe. Ma con una marcia in più rispetto agli album appartenenti alla mdesima categoria.

The Ferrymen” è un gran bell’esordio e chi conosce i lavori di Magnus Karlsson può correre a comprarlo ad occhi chiusi, senza perdere altro tempo a leggere il prosieguo di questa recensione. Per chi desidera, invece, un piccolo assaggio, può ascoltare il singolo omonimo, diffuso qualche tempo fa, un brano che è l’essenza di un prodotto di grande caratura. Metal melodico all’ennesima potenza, guitar work sublime, arrangiamenti sopraffini ed una ricercatezza vocale, che valorizza appieno le capacità immense di Romero. Chi ha ascoltato i Lords Of Black ha già potuto ammirare la potenza e la classe di questo fenomeno del microfono, che non ha nulla da inviadare al più quotato Lande. Anzi, in brani come la cadenzata opener “End Of The Road“, non è difficile scorgere alcuni punti di contatto tra questi due top player. “The Ferrymen” ci regala quindi hit power vicine ai Masterplan, grazie ad inserti di tastiere dal sapore sinfonico, ma non disdegna puntate nell’hard rock (“Cry Wolf“) giocando sul groove delle chitarre di Karlsson. La tecnica dei musicisti coinvolti viene fuori alla distanza, così, in brani come “The Darkest Hour“, ci troviamo a scorgere passaggi ritmici di grande levatura, senza perdere mai punti di energia e passione.

L’esordio dei The Ferrymen è in realtà legato a doppio filo ai lavori di Magnus Karlsson, tanto che ci viene difficile distogliere lo sguardo al passato ed ai favolosi lavori che lo hanno visto protagonista. E’ vero che l’effetto sorpresa ai tempi della prima uscita sotto il moniker Allen – Lande non c’è più, ma, d’altra parte, se la qualità del songwriting si mantiene su questi livelli, perchè cambiare la rotta? La barca di Caronte ha intrapreso il suo viaggio, non lasciatevi sfuggire l’accasione di salire a bordo!

 

Alessandro Battini

view all posts

E’ il sinfonico della compagnia. Dai Savatage ai Dimmu Borgir, passando per i Rhapsody, predilige tutto ciò che è arricchito da arrangiamenti sontuosi ed orchestrazioni boombastiche. Nato e cresciuto a pane e power degli anni ’90, si divide tra cronache calcistiche, come inviato del Corriere Dello Sport, qualità in azienda e la passione per la musica. Collezionista incallito di cd, dvd, fumetti, stivali, magliette dei concerti, exogini e cianfrusaglie di ogni tipo, trova anche il tempo per suonare in due band.

0 Comments Unisciti alla conversazione →


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Login with Facebook:
Accedi