Il primo appuntamento con i The Cult in Italia è all’Alcatraz di Milano che accoglie la band in grande stile con un improvviso temporale e pioggia battente, la seconda data invece si terrà a Pistoia il sei luglio.
La folla composta per lo più da fan adulti e appassionati della band inglese non si fa intimorire dal clima ostile e in modo composto fluisce all’interno del locale in attesa dei beniamini che si fanno attendere un po’ prima di calcare il palco del rinomato locale meneghino. Nessuna band di supporto prima di loro e forse non è neanche necessaria tanta è la voglia di vedere il gruppo di Astbury e Duffy in azione e quando si abbassano le luci un boato accoglie le note di “Wild Flower” tratta da “Electric” del lontano 1987, per non parlare della successiva e celeberrima “Rain” che accende immediatamente gli animi di tutti i presenti. Astbury sembra di buon umore interagisce con il pubblico e chiede anche che fine ha fatto Dj Ringo, si muove, salta e balla elargendo tamburelli a ripetizione alle prime file e soprattutto incanta con la sua voce calda e suadente.
Segue l’esecuzione di “Dark Energy”, un pezzo nuovo tratto dall’album “Hidden City” del 2016 che ben si sposa con il materiale più datato e acclamato dalla folla come “Spiritwalker” e “Peace Dog”, ma è sulla celeberrima e stupenda “Sweet Soul Sister” che l’Alcatraz esplode come una miccia impazzita ed inarrestabile. Dal nuovo album vengono proposte anche “Deeply Ordered Chaos” e “GOAT” che sono accolte molto bene dal pubblico adorante anche se con la classica “Lil’ Devil” l’entusiasmo è nettamente maggiore e la band lo sa bene e conseguentemente delizia i presenti con una meravigliosa versione di “She Sells Sanctuary” e “Fire Woman”, veri capisaldi nella discografia della band. Dopo una breve pausa il gruppo è pronto a dare il colpo di grazia con altri due immortali brani tratti da “Electric” e cioè “King Contrary Man” e “Love Removal Machine” a sigillare un concerto intenso e fuori dal tempo che ci ha riportato indietro negli anni e regalato emozioni davvero forti.
Nel panorama mondiale odierno dove si esaltano gruppi fautori solo di singoli di successo e one hit wonder da dimenticare dopo pochi ascolti, c’è da chiedersi come mai una band come i The Cult non abbia raccolto quanto meritasse, rimanendo relegata per lo più in una nicchia dedicata a pochi. Misteri a cui non sappiamo dare una risposta, ma che ci rendono orgogliosi di far parte di un culto forse elitario, ma prezioso più di qualsiasi moda del momento. Bentornati The Cult.