The Banishment – Recensione: Machine And Bone

Quando ho visto la copertina di “Machine And Bone”, così essenziale con i suoi caratteri giapponesi su sfondo bianco, ho subito pensato che anche Frontiers si fosse lanciata alla ricerca di un gruppo orientale con il quale accaparrarsi almeno una parte dei fan degli The Hu. Un po’ come quelle case cinematografiche, vedi l’americana The Asylum, che appena uscito un blockbuster ne producono in fretta e furia una versione rustica e low-cost per cavalcare – candidamente – l’onda. In realtà, e nonostante le prime impressioni contino spesso più di quanto noi stessi non siamo disposti ad ammettere, i The Banishment sono un progetto collaborativo di tutto rispetto che fin dal 2011 vede all’opera George Lynch (Lynch Mob, The End Machine, Dokken), il polistrumentista Joe Haze ed il cantante Devix Szell, quest’ultimo aggiuntosi nel 2020. Se la figura di Lynch non necessita di grandi presentazioni, il duo di musicisti che lo accompagna in questa occasione merita di essere almeno in parte approfondito. Joe Haze è infatti produttore, ingegnere, chitarrista e programmatore, impegnato soprattutto con le band Soul Pretender e Lords Of Acid. Devix Szell è invece un cantante, produttore e compositore con significativi trascorsi punk nella scena di Los Angeles (Stayte, The Narcosis Design, MomenTem, Symbolism), nonché regista del primo video dei The Banishment stessi. Acclarate quindi le origini a stelle e strisce del progetto, non resta che immergersi nelle spire di un industrial melodico ed atmosferico come personalmente non ne sentivo dai tempi degli ottimi Gravity Kills (quelli di “Guilty”).

Più che un semplice album, “Machine And Bone” è un viaggio avvolgente nei suoni e nei ritmi (“Right”), che si avvale di numerosi spunti – compresi naturalmente i riff di chitarra a cura dello stesso Lynch – per dipingere un quadro frastagliato ed imprevedibile, ma che mai perde di vista un’idea di cantabile musicalità. Un quadro sonoro mai eccessivamente compresso né davvero cacofonico, ma che al contrario sembra ricercare una fusione efficace – ed esattamente in questo ordine – tra i trascorsi rock di Lynch, quelli punk di Szell e quelli di programmatore di Haze (“The Terror”). Una fusione che si costruisce per strati ed in un modo che, brano dopo brano, si impara a conoscere: la struttura alla base delle stranezze di questo album è in realtà piuttosto classica, compreso un cantato più ordinato di quanto non mi sarei aspettato (“The Dread”), ma in qualche modo nascosta dalle pesanti rielaborazioni elettroniche alle quali ogni elemento è stato sottoposto. L’aver seguito una regola, ed una abbastanza semplice, permette di non perdere mai il filo del discorso: l’ascoltatore potrà quindi cedere liberamente alle distrazioni oppure scegliere di concentrarsi sullo scheletro alla base, o semplicemente ripartire equamente le proprie attenzioni per un’esperienza di ascolto costantemente in bilico, a tratti adrenalinica (“Got What You Wanted”) e per questo forse ancora più divertente.

Machine And Bone” non si può definire un prodotto sperimentale né di difficile ascolto: immaginate le canzoni che accompagnano i titoli di coda in almeno tre quarti dei film d’azione d’oltreoceano e avrete un’idea piuttosto verosimile del tipo di spettacolo bum-bum offerto dai The Banishment. Quelle stesse canzoni che, peraltro, sanno anche farsi dolci e sognanti: l’inserimento in scaletta di episodi per certi versi più accomodanti ed eleganti come “Reunion” e la title-trackMachine And Bone” dimostra chiaramente che questo bizzarro ensemble ha già brillantemente superato la sua fase di accordatura, rivelandosi pronto a servire sul piatto qualcosa di perfettamente compiuto, pur se nella sua ineffabile e rugginosa lateralità. Non si può tuttavia negare che le sue elaborazioni (“Lost Horizon”), i suoi paesaggi sonori lo-fi (“Terra Nullius”) ed i suoi esasperati contrasti abbiano il potere di tenere sempre sulla corda, di ipnotizzare con una ciclicità cinica ma mai ripetitiva, di offrire un divertimento ritmato e decadente e perfino più leggero di quanto le sue pesanti distorsioni vorrebbero far credere. Che questo non sia un disco per tutti, perché non lo è il suo stesso genere, non servirà a molto ribadirlo: ma potrebbe essere più utile sottolineare come il suo equilibrio instabile abbia il potere di affascinare anche chi, a lavori del genere, non avrebbe mai pensato di poter prestare un ascolto. Con tutte le cautele del caso, ma da provare.

Etichetta: Frontiers Music

Anno: 2023

Tracklist: 01. Reaction 02. Max Pain (ft. Richard Patrick) 03. Right (ft. Tommy Victor) 04. Lost Horizon 05. The Dread (ft. Jason Charles Miller) 06. Reunion 07. Terra Nullius 08. Got What You Wanted 09. Terror (ft. Tommy Victor) 10. Machine And Bone
Sito Web: facebook.com/thebanishment

Marco Soprani

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Folgorato in tenera età dalle note ruvide di Rock'n'Roll dei Motorhead (1987), Marco ama fare & imparare: batterista/compositore di incompresa grandezza ed efficace comunicatore, ha venduto case, lavorato in un sindacato, scritto dialoghi per una skill di cucina e preso una laurea. Sfuggente ed allo stesso tempo bisognoso di attenzioni come certi gatti, è un romagnolo-aspirante-scandinavo appassionato di storytelling, efficienza ed interfacce, assai determinato a non decidere mai - nemmeno se privato delle sue collezioni di videogiochi e cuffie HiFi - cosa farà da grande.

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