A distanza di soli tre mesi dall’uscita del prequel “The Brightest Void”, Tarja Turunen pubblica “The Shadow Self”, quinto lavoro in studio. La composizione, sempre molto ricercata e che si muove tra classicismo, contemporaneità e symphonic metal, risulta essere una sofisticata arma vincente che da anni porta la finlandese a cavalcare i palchi più famosi del mondo.
“Innocence” apre l’album in maniera sublime ed impeccabile, con un pianoforte, delicato ma al contempo protagonista, che accompagna la voce di Tarja in un viaggio sinfonico estremamente coinvolgente che porta l’ascoltatore ad estraniarsi da tutto ciò che lo circonda.
Di tutt’altro calibro è la successiva “Demons In You”, che vede la partecipazione dell’acclamatissima Alissa White-Gluz, storica voce dei The Agonist ed ora ai microfoni degli Arch Enemy. Il pezzo è di per sé molto contorto, in quanto ha la pretesa di far sì che una musica prettamente classica si leghi perfettamente ad una voce soprano ed una in growl. Nonostante entrambe la cantanti abbiano un talento notevole e riconosciuto, l’unione funziona solamente quando paradossalmente anche la White-Gluz, la cui estensione vocale è in continua evoluzione, canta in clean. Se l’idea di base può essere apprezzata, così come l’azzardo in sé, purtroppo non è lo stesso per il risultato finale, decisamente dissonante.
Da Tarja Turunen ci si può aspettare di tutto, così come la decisione di includere la cover di “Supremacy” dei Muse all’interno dell’album. Il pezzo riarrangiato nella composizione è musicalmente ben fatto e in questa veste presenta delle sfumature interessanti, ma non può dirsi lo stesso per il cantato, falsato e fuori contesto che risulta essere assolutamente slegato con quanto proposto. Un duetto con Matt Bellamy sarebbe stato sicuramente più calzante, più apprezzato e avrebbe permesso di calibrare in modo migliore gli acuti della finlandese.
Il resto dell’album, fatta eccezione per i toni epico-fantasy di “Undertaker”, si muovono su un copione prestabilito che non regala grandi emozioni risultando fin troppo prevedibile.
“The Shadow Self”, nonostante i numerosi ascolti, risulta essere un album riuscito a metà, con poche novità ed elementi poco riusciti. Sicuramente non si può parlare né di passo falso, né di caduta di stile, ma sicuramente da Tarja Turunen ci saremmo aspettati qualcosa di più.
Voto recensore 6,5 |
Etichetta: earMUSIC Anno: 2016 Tracklist: 01. Innocence 02. Demons In You (feat. Alissa White-Gluz) 03. No Bitter End 04. Love To Hate 05. Supremacy 06. The Living End 07. Diva 08. Eagle Eye (feat. Toni Turunen) 09. Undertaker 10. Calling From The Wild 11. Too Many Sito Web: www.tarjaturunen.com |