Abbiamo intervistato Michael Romeo, chitarrista e leader dei Symphony X, per parlare del nuovo album “Underworld“, una delle uscite più attese in ambito power e prog del 2015 e un album che riuscirà a mettere d’accordo tutti i fan della band americana. Ecco la nostra chiacchierata.
Ciao Michael, qui Tommaso da Metallus.it, per prima cosa grazie del tempo che ci concedi e dell’intervista!
Nessun problema amico, grazie a voi!
Naturalmente siamo qui per parlare del nuovo album “Underworld”, vuoi presentarlo ai nostri lettori?
Sicuro! Il nuovo album si intitola appunto “Underworld”. Sai, da un certo punto di vista è un tipico album alla Symphony X, ma da un altro c’è anche qualche differenza. Ogni volta che lavoriamo ad un nuovo disco cerchiamo di fare qualcosa di diverso, magari più melodico, o più heavy, o più progressive. Questa volta già durante la fase del songwriting abbiamo voluto mantenere un’impronta heavy cercando riferimenti in alcuni nostri lavori passati come “The Damnation Game”, “The Divine Wings Of Tragedy” e anche “The Odyssey”. Come dire, abbiamo cercato di far convergere tutto il meglio di questi lavori per avere un insieme omogeneo perchè tutto il disco fosse il più possibile scorrevole, con i suoi momenti più veloci e intensi, altri più lenti e riflessivi. Credo che sia un buona esperienza d’ascolto. L’album non è un vero e proprio concept ma c’è comunque una sola ispirazione alla sua base, ovvero l’Inferno di Dante e una linea narrativa che parla di questo mondo sotterraneo. Ci sono elementi oscuri nella musica, da un punto di vista lirico parliamo di una sorta di viaggio all’Inferno e di un ritorno per differenti motivi. Ci sono dei pezzi pesanti…ma a volte puoi finire all’Inferno e dover tornare indietro perchè tieni a qualcuno in modo particolare ed ecco allora che ci sono anche un paio di canzoni più emozionanti e ricche di feeling. In definitiva l’album prende spunto in parte dal nostro passato e in parte guarda avanti e io credo che sia davvero un buon bilanciamento tra potenza e melodia.
Avete scelto “Nevermore” come singolo per presentare l’album. Vuoi parlarci di questa canzone?
E’ stato molto difficile scegliere un singolo per presentare l’album e ti confido che se fosse dipeso da me non avrei avvertito una simile necessità, proprio perchè avrei voluto proporre l’album nella sua completezza, perchè trovo che sia una cosa con più senso. Tuttavia capisco bene quelle che possono essere le esigenze di un mercato discografico che nelle sue logiche ti impone di fare delle scelte simili per esigenze di promozione. E’ stato difficile operare una scelta perchè è stato come dover staccare un pezzo da un puzzle, da un’opera che andrebbe goduta per intero. Comunque “Nevermore” è una tipica canzone alla Symphony X, ci sono i nostri consueti riff, ci sono alcuni degli arrangiamenti più melodici adottati per “Underworld” ma anche altrettanta energia. Però voglio ricordare che la canzone non rappresenta l’intero disco, anche se è efficace e molto catchy. “Underworld” presenta elementi diversi, a volte più heavy, a volte più melodici. “Nevermore” è comunque un buon pezzo, come ti dicevo è molto alla Symphony X, ha degli ottimi arrangiamenti e in parte ricorda alcune cose di “The Divine Wings Of Tragedy”. Come dicevo prima “Underworld” incorpora un po’ tutte le cose che abbiamo fatto nel corso degli anni e la canzone è un buon esempio, sono sicuro che i nostri fan se ne accorgeranno.
Parliamo dell’artwork del nuovo album. So che è in qualche modo collegato al vostro primo disco e anche ai testi. Vuoi illustrarlo meglio parlandoci anche del suo autore?
Abbiamo voluto lavorare ancora con Warren Flanagan, che ha realizzato le copertina dei nostri ultimi due dischi. Warren è una grande persona, è molto creativo ed ha un approccio “cinematico”. Ha una visione molto chiara delle cose e la capacità di capire subito le esigenze della band. E’ un nostro fan, ama la nostra musica e intuisce subito ciò di cui abbiamo bisogno. Abbiamo discusso brevemente del nuovo album, l’ho presentato anche a lui come un “riassunto” di tutto ciò che abbiamo fatto fino ad ora, con parti più potenti ed altre più melodiche. Poi gli ho parlato dei testi, dei riferimenti all’Inferno di Dante e al mito di Orfeo e della linea narrativa che parla di metaforici viaggi all’Inferno e di un ritorno. Ha proposto allora questo tema delle maschere che in qualche modo rappresentano la luce nell’oscurità. E’ un soggetto senza dubbio affascinante e in un certo senso anche misterioso, in linea con la natura “infernale” del nuovo album. Warren ha compiuto inoltre delle ricerche, si è soffermato sull’utilizzo continuo di Dante dei numeri 3 e 9, così come puoi vedere ci sono anche 9 simboli ciascuno dei quali, penso, può rappresentare un girone dell’Inferno. E’ un soggetto molto bello, a noi piace molto, è semplicemente perfetto per “Underworld”.
Avete già deciso quali canzoni del nuovo album saranno proposte nei vostri futuri show? E’ già in previsione un tour in Europa o magari una data in Italia?
Eheheh, a dire la verità non ci abbiamo ancora pensato! Il primo impegno dal vivo è un tour qui negli States con i nostri amici Overkill. Ci conosciamo da tempo e ci troviamo bene insieme, era da tanto che parlavamo di fare qualcosa con entrambe le band e intraprenderemo insieme questo tour che toccherà differenti località degli States e del Canada tra Settembre e Ottobre. Poi di certo prenderemo una pausa per trascorrere le festività con le nostre famiglie. In seguito sarà tempo di parlare del tour europeo che deve ancora essere pianificato nei particolari e considerando la data di uscita del nuovo album e le tempistiche credo che arriveremo agli inizi del prossimo anno. E direi proprio che ci sarà almeno una data anche nel vostro paese.
Nei vostri album storici avete proposto delle canzoni molto lunghe, parlo ad esempio delle titletrack di “The Divine Wings Of Tragedy”e di “The Odyssey”. Negli ultimi due album invece il minutaggio si è accorciato. Si tratta di una scelta voluta oppure è qualcosa del tutto casuale?
Hum, si potrebbe dire che in qualche modo la cosa sia voluta perchè nel nuovo album non abbiamo sentito la necessità di comporre canzoni lunghe e tutto funziona bene così com’è. Per un album futuro potremmo anche decidere di tornare a scrivere episodi più lunghi strutturati, tutto dipenderà dal momento. Abbiamo fatto parecchie e diverse cose nella nostra carriera, anche canzoni che durano venti minuti, il che è una figata, ma vogliamo anche cercare di non ripeterci e provare a fare ogni volta qualcosa di diverso. La lunghezza di una canzone dipende da molte variabili, ad esempio dalle tematiche trattate nell’album, poi anche dal feeling, dalla musicalità del disco stesso. Sono certo che il prossimo album non sarà assolutamente uguale ad “Underworld”, ma questa volta va davvero bene così. Il disco doveva essere scorrevole e apparire come un insieme, cosa che accade senza la necessità di inserire una suite da venti e passa minuti.
Dopo più di vent’anni di carriera, non pensate sia arrivato il momento di registrare un live o un DVD per i vostri fan?
Oh sì, è qualcosa di cui abbiamo parlato e probabilmente verrà pubblicato il prossimo anno ma ancora una volta vogliamo essere sicuri di avere tutto sotto controllo per poter fare le cose nel migliore dei modi. E’ un po’ come per il disco, per il quale ci siamo presi tutto il tempo necessario per fare qualcosa di speciale e da ricordare. Comunque ci stiamo lavorando.
Al momento i Symphony X sono considerati i campioni dei pesi massimi del symphonic-progressive metal. Come vi sentite in questa posizione? Quali nuove band pensi che potrebbero insidiare il vostro titolo?
Penso che sarà molto difficile per le altre band, soprattutto a causa dei cambiamenti subiti dall’industria musicale negli ultimi anni. Molte cose sono diverse adesso ed è sempre più difficile affermarsi. Se ci pensi sono le band che già possono contare su di una vasta base di fan che continuano a vendere i dischi e riescono a portare avanti il loro nome e la tradizione di un genere musicale, ma per una band giovane, una band che vuole provarci adesso, le cose sono diventate davvero complicate. Noi lo speriamo che un domani ci siano delle band che portino avanti quallo che stiamo suonando noi, ma è difficile e al momento ci siamo noi che portiamo avanti le cose con cui siamo cresciuti, sai, i Black Sabbath, i Judas Priest, i Rush. E’ un momento davvero triste per l’industria musicale, davvero strano, è improbabile che venga sostenuto qualcuno che propone qualcosa di bello e di diverso. E’ tutto cambiato amici miei, le persone dicono di amare davvero la musica ed eccoli che invece si ascoltano un brano per due minuti su di un iPhone anzichè interessarsi a un intero disco o ad acquistarlo per sostenere un gruppo o un artista che dicono di amare. La tecnologia ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e se da un lato ha reso la vita più semplice e portato molti vantaggi, dall’altro ha anche causato dei danni.
Lo scorso anno hai preso parte al progetto di Mike LePond. Cosa ci racconti di quell’esperienza?
Conosco Mike da tanto tempo e altrettanto a lungo abbiamo lavorato insieme. Il suo disco solista riprende molto i grandi classici dell’heavy metal. Ci siamo ritrovati nello studio privato di Mike ed è stato divertente, mi sono occupato di alcune parti di chitarra, della batteria e alcuni arrangiamenti. Sì, è stata un’esperienza divertente e utile anche a staccare un po’ la spina dai Symphony X. Certo la band mi da grandi soddisfazioni ma sono impegnato tutto il tempo qui nel mio studio a creare, comporre, suonare e quant’altro. Per una volta è stato divertente lasciare da parte il mio impegno principale e mettere qualcosa di personale nel progetto di Mike. Abbiamo lavorato molto bene insieme e Mike ha accolto positivamente il mio contributo.
Bene Michael, questa era la nostra ultima domanda. Concludi tu l’intervista lasciando un messaggio ai vostri fan italiani!
Spero proprio che il nuovo disco vi piaccia, ci siamo impegnati molto nella sua realizzazione. Anzi, io credo che “Underworld” sia il disco dei Symphony X più fan-oriented di sempre. Sappiamo che i nostri supporter hanno delle preferenze ben specifiche, c’è chi apprezza di più i nostri lavori più heavy, chi quelli progressivi e chi quelli più melodici. In questo disco c’è un po’ di tutto per tutti e non vediamo l’ora di capire quelle che saranno le vostre reazioni! Ascoltatevi tutto l’album, non limitatevi ad una o due canzoni sull’iPhone! Seriamente, speriamo davvero che “Underworld” sia di vostro gradimento e vi diverta. Non vediamo l’ora di cominciare il tour anche in Europa, credo tra Febbraio e Marzo, di rivedere tutti i nostri fan e chi ci segue ovunque con passione. Grazie a tutti e a presto!