Summer Breeze Open Air 2022: Live Report e foto del Day 4

Il venerdì nei grandi festival è sempre un giorno un po’ delicato. Da una parte la stanchezza inizia a farsi sentire con prepotenza, dall’altro sei carico di adrenalina perché inizi a vedere la fine dell’evento e quindi vorresti fare e vedere di tutto e di più. L’imprevisto però è sempre in agguato, e in questo caso parliamo della pioggia. Ampiamente prevista nei giorni scorsi (tanto che qualche collega della stampa estera si è premunito e ha trascorso i primi giorni in campeggio per poi stpostarsi in qualche bed and breakfast della zona per stare più comodo), è arrivata nella notte fera giovedì e venerdì e trasformerà, purtroppo, il terreno in un campo di battaglia. Complice la conformazione del territorio, fatto di avvallamenti e collinette, alcuni tratti sono veramente ostici da superare anche per chi ha visto il fango di Wacken 2015; si salva però buona parte del terreno di fronte al Main Stage che, come detto, è fatto di cemento. Comunque, la tenda regge anche questa volta, mettiamo qualche picchetto in più contro le folate di vento e si riparte.

BLOODYWOOD

I primi a esibirsi sul palco principale sono i Bloodywood che, fra bandiere dell’India nelle prime file e semplici curiosi, raccolgono un buon consenso grazie al mix fra musica etnica, metal e nu metal alla Limp Bizkit. Una di quelle band da cui non si sa mai cosa aspettarsi da un brano all’altro.

LORNA SHORE

Con l’esibizione dei Lorna Shore il registro stilistico sul Main Stage si appesantisce in modo consistente (c’è da dire anche che, a parte per Alestorm e Within Temptation, quella di oggi è la giornata con le sonorità più pesanti di tutto il festival). La tenuta di palco del nuovo cantante, Will Ramos, è il valore aggiunto a una band comunque capace sotto tutti i punti di vista. Magnetici.

COMEBACK KID

Il pomeriggio scorre via contraddistinto dalle difficoltà legate al meteo in peggioramento, tanto che decidiamo di rimanere in prossimità del Main Stage, dove la situazione è un po’ più vivibile. Le band si esibiscono più o meno riparate dalla pioggia, meno dal vento che soffia laterale. Nonostante questo, le band del pomeriggio, ovvero Comeback Kid, Orden Ogan ed Emil Bulls, mettono a segno live intensi e molto partecipati.

ORDEN OGAN

EMIL BULLS

NAPALM DEATH

La pioggia scende, anche se non implacabile, anche durante il concerto dei Napalm Death, per il quale torniamo nella zona del T-Stage. Avendo assistito più volte ai live della band britannica nel corso degli anni, possiamo affermare senza ombra di dubbio che la band non sente in alcun modo lo scorrere del tempo. La sola presenza di Mark “Barney” Greenway, che come solito imperversa e si scatena, facendo scatenare i presenti, catalizza l’attenzione e fa dimenticare per un po’ la triade composta da pioggia, freddo e fango.

JINJER

I Jinjer si fanno annunciare da una grande bandiera ucraina su cui si innesta il simbolo della pace, e da un pubblico molto numeroso, che attende l’inizio del concerto in un’atmosfera sospesa. Nel concreto, la comparsa sul palco della band, e di Tatiana Shmayluk in modo particolare, bastano per suscitare una reazione unanime, quasi viscerale. A questo punto, i brani eseguiti passano quasi in secondo piano e sono un trampolino di lancio da cui la band lancia il proprio messaggio di pace. Pezzi come “Teacher, Teacher!”, “Call me A Symbol” e “Vortex” vengono buttati in faccia alla gente senza preamboli, un pretesto per ricordarci quanto sta accadendo vicino a noi ed evitare l’indifferenza. Doveroso esserci e ascoltare con la dovuta attenzione sia i brani che il messaggio teso sotto pelle.

Pioggia e freddo ci obbligano ad andare alla ricerca di qualche capo di abbigliamento che non sia fradicio di pioggia, un elemento fondamentale in previsione di un’ultima giornata che riserverà diverse sorprese.

Anna Minguzzi

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E' mancina e proviene da una famiglia a maggioranza di mancini. Ha scritto le sue prime recensioni a dodici anni durante un interminabile viaggio in treno e da allora non ha quasi mai smesso. Quando non scrive o non fa fotografie legge, va al cinema, canta, va in bicicletta, guarda telefilm, mangia Pringles, beve the e di tanto in tanto dorme. Adora i Dream Theater, anche se a volte ne parla male.

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