Summer Breeze Open Air 2022: Live Report e foto del Day 3

Il terzo giorno al Summer Breeze è il primo completo, cioè quello in cui i concerti iniziano in tarda mattinata e vanno avanti fino alle tre di notte. I quattro palchi macinano esibizioni a tutto spiano, il meteo è ancora favorevole e, siccome in serata si esibiranno gli Arch Enemy (no, scusate, stavolta non siamo tornati a vederli), in giro si vede un fiorire di merchandising dedicato a loro, fra cui bicchieri e sottobicchieri personalizzati con il logo di “Deceivers” (chi è avvezzo ai festival tedeschi saprà quanto sia bella la caccia al bicchiere in stile “ce l’ho, mi manca” che ci fa tornare a casa carichi di ricordi ma anche di questi simpatici oggetti, che useremo poi per tutto l’inverno successivo).

WARKINGS

Questa volta quindi si entra in azione presto con i Warkings, una band per tutta la famiglia, potremmo dire, visto che nelle prime file si vedono anche alcuni bambini in età da scuola primaria. In effetti, al di là del loro power metal, simpatico ma non eclatante e neanche innovativo, la band viene ricordata principalmente per i travestimenti a metà fra il guerreggiante e il demoniaco, che li rendono appetibili anche per i più piccoli. Ottima comunque la tenuta di palco e la capacità di colinvoilgere i presenti, un elemento che tornerà più volte nel corso di questa giornata.

DARKEST HOUR

I Darkest Hour si stanno distinguendo, almeno all’estero, come una delle realtà consolidate più interessanti del panorama death melodico attuale. In effetti, la loro collocazione sul Main Stage, per quanto all’ora di pranzo, conferma le loro potenzialità e la performance viene seguita con grande coinvolgimento dai presenti.

GHOSTKID

Il pomeriggio inizia con i Ghøstkid, una realtà nuova e ancorata al momdo metal tedesco, visto che il suo membro principale è l’ex membro degli Eskimo Callboy, Sebastian “Sushi” Biesler. Dato che la band è attiva dal 2020, questa è una delle prime occasioni di assistere a un loro live; la band si rivela comunque all’altezza della situazione e si notano subito le differenze stilistiche con la band da cui proviene Biesler, con sonorità molto più appesantite e molte contaminazioni fra metalcore, post hardcore e rap.

GUTALAX

Il metal in Germania è anche sinonimo di goliardia, e questo è lo spirito con cui bisogna approcciarsi al live dei Gutalax, che può risultare divertente anche per chi non ama in modo particolare il loro grindcore (in area stampa c’è chi lo definisce “pig metal” non a sproposito). Come identificare i fan della band? Semplice: dai rotoli di carta igienica e gli sciacquoni da water con cui ci si avvicina al T-Stage. I rotoli di carta igienica, disposti a piramide, costituiscono l’arredo principale anche del palco, e i musicisti, tutti vestiti da tute bianche come solito, intraprenderanno una vera e propria battaglia a base di lanci e controlanci dei candidi rotoli. A fine concerto sarà possibile avvistare fan più o meno irriducibili avvolti dai residuati di questa sassaiola pacifica e anche un po’ liberatoria. Divertenti più per gli aspetti coreografici che per quelli musicali.

BEAST IN BLACK

In asttesa di vederli, fra poche settimane, di supporto agli Helloween, abbiamo modo di scaldare i motori per quanto riguarda i Beast In Black, divertenti e traboccanti entusiasmo e allegria a ogni nota. Per chi predilige sonorità più melodiche, inoltre, è una delle prime occasioni per far riposare un po’ i padiglioni auricolari e per ricoardarsi che c’è vita oltre il metalcore. Il pubblico partecipa con grande entusiasmo e si scatena sulle note di brani come “Blade Runner”, “Hardcore” o “Blind And Frozen”, con la band che mette in scena un teatrino ormai consolidato, fatto di colori fluo, movenze sicrone e gli acuti portentosi di  Yannis Papadopoulos.

OMNIUM GATHERUM

Il pomeriggio ci vede costretti a saltellare da un palco all’altro e a oscillare fra Main e T-Stage per cercare di non perdere una serie di esibizioni interessanti, almeno sulla carta. Torniamo quindi sul T-Stage per assistere al live degli Omnium Gatherum, glaciali al punto giusto, tanto che il cielo si oscura e per la prima volta si inizia a pensare che, cavolo, le previsioni del tempo stavolta ci hanno azzeccato. Per fortuna le minacce di pioggia durano poco e la band finlandese ha modo di incantare i presenti con una setlist che si concentra in modo particolare sull’ultimo lavoro in prdine di tempo, ovvero “Origin”, un album profondo e complesso, che comunque si pregia di una buona resa anche in sede live.

FINNTROLL

Ci si aspettava un pochino di più, forse, dai Finntroll, una di quelle band che, nel corso degli anni, si è sempre dimostrata all’altezza della situazione. Questa volta però la loro comparsa sul Main Stage sembra coglierli impreparati, e il loro live diventa uno di quelli non brutti, per carità, ma privi di quel qualcosa in più che li renderebbe meritevoli di un posto così rilevante (soprattutto se li paragoniamo a Exodus e Testament, che si sono esibiti la sera prima e sul più piccolo T-Stage e sono stati protagonisti di show ben più coinvolgenti). Pazienza, sarà per la prossima volta.

DEATH ANGEL

Di tutt’altra caratura è invece l’esibizione dei Death Angel, per i quali torniamo di nuovo sotto il T-Stage. Fra brani più recenti come “Humanicide” e “Dream Calls For Blood”, e classici del repertorio del gruppo come “Seemingly Endless Time” e la conclusiva “Thrashers”, i Death Angel non perdono un colpo e volano implacabili con un cantato impeccabile da parte di Mark Osegueda, perfetto sotto tutti i punti di vista, e una coesione sonora da battaglia. Promossi a pieni voti.

ELECTRIC CALLBOY

Non ci deve stupire il fatto di vedere gli Electric Callboy sul Main Stage, data la fama della band in terra teutonica. Con un look che grida anni 80 a chilometri di distanza, fatto di tute di acetato dalle righe fosforescenti e parrucche a riprendere le acconciature dell’epoca, la band intrattiene con la leggerezza consueta e regala un’altra pausa per i padiglioni auricolari più sensibili. A occhio si può ipotizzare che questo sia uno dei live più partecipati di tutto il festival, escludendo gli headliner delle serate, ovvero i gruppi che si esibiscono sul Main Stage dalle nove di sera in poi (fra cui figurano Arch Enemy, Hypocrisy e Heaven Shall Burn).

CANNIBAL CORPSE

Ci collochiamo di nuovo sotto il T-Stage per l’esibizione dei Cannibal Corpse, sta calando il buio e l’atmosfera è quella giusta. Siamo di fronte a una band che non ha bisogno di presentazioni particolari e che difficilmente lascia un ricordo negativo dietro di sé. Illuminazione cupa, ritmi frenetici e una grande coerenza stilistica sono i tratti fondamentali di questa esibizione, breve ma intensissima.

ENSIFERUM

Con gli Ensiferum ci avviciniamo alla conclusione della giornata (anche se, come detto, i concerti andranno avanti fino alle tre di notte) e, anche in questo caso, apprezziamo le atmosfere gelide che la band finlandese sa sempre creare. Presenti in modo regolare al Summer Breeze (vengono chiamati ogni due o tre anni), si comportano come chi conosce il terreno molto bene e propongono una setlist che si incentra in modo particolare sull’album “Thalassic”.

DAGOBA

Chiudiamo la giornata con un passaggio al Wera Tool Stage, dove si esibiscono i francesi Dagoba. La collocazione forse non rende giustizia piena alla band, che meriterebbe forse un palco più importante alla luce della carriera alle spalle. In ogni caso, il gruppo sfodera tutte le proprie armi e realizza un set breve ma esplosivo, interessante anche come primo approccio ai loro lavori.

Anna Minguzzi

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E' mancina e proviene da una famiglia a maggioranza di mancini. Ha scritto le sue prime recensioni a dodici anni durante un interminabile viaggio in treno e da allora non ha quasi mai smesso. Quando non scrive o non fa fotografie legge, va al cinema, canta, va in bicicletta, guarda telefilm, mangia Pringles, beve the e di tanto in tanto dorme. Adora i Dream Theater, anche se a volte ne parla male.

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