Summer Breeze 2018: Live Report del Day 4

Ci siamo, eccoci arrivati all’ultimo giorno di questo Summer Breeze Open Air 2018, che anche quest’anno ci ha regalato così tante emozioni.
Siamo reduci da una terza giornata in parte piovosa, ma apriamo gli occhi in un 18 Agosto ancora una volta baciato dal sole.
Il festival si è già concluso per molti dei nostri colleghi tedeschi e, come spesso accade, notiamo che l’esodo dal campeggio è già in parte iniziato. Chi è più vicino a casa sta già raccogliendo le sue cose per partire; per noi, invece, questo Day 4 è ancora tutto da vivere.

Prima di spostarci in area concerti, facciamo un ripasso mentale dei gadget che intendevamo comprare prima della fine del festival: merchandise ufficiale e ricordi di vario tipo ci sono, non ci resta che procurarci il corno da birra brandizzato Summer Breeze, novità assoluta dell’edizione 2018.
Ad attenderci sul main stage ci sono i Phil Campbell & The Bastard Sons, con il loro heavy metal dal sapore classico, ma tutto sommato sempre attuale. Il pubblico accoglie con calore i brani eseguiti dalla band, partecipa a gran voce alla coinvolgente “Get On Your Knees” e aiuta il gruppo a mandare a qual paese British Airways, colpevole di aver perso il basso del povero Tyla Campbell. Lo strumento con cui si sta esibendo, scopriamo, è un prestito da un’altra band.
Ma la ciliegina sulla torta non può che essere quella “The Ace Of Spades” che tutti stavamo aspettando: alla voce, Neil Starr non sfigura e i presenti non possono fare a meno di cantare a squarciagola un brano che ha segnato un’epoca.

Ottimo inizio, certo, ma la giornata è ancora lunga e dopo una pausa pranzo con sottofondo di Feuerschwanz, band folk metal tedesca attesissima dal pubblico autoctono presente in area, è ora di tornare in prima fila per lo show dei finlandesi Korpiklaani. Il folk coinvolgente della band anima il pubblico e assistiamo a scene di cameratismo metallaro che quasi ci commuovono e ci fanno riflettere sul potere di un genere molto spesso erroneamente etichettato come distruttivo. Quella che vediamo, percepiamo, viviamo noi, invece, è solo tanta costruzione.
Il tempo a disposizione dei Korpiklaani scorre sereno tra una ballata e un pezzo scatenato, e approda alle conclusive e sempre amate “Beer Beer” e “Vodka”, veri inni alle amiche di ogni metallaro che si rispetti.

La sera comincia a calare sul nostro ultimo giorno di Summer Breeze e si avvicina il momento degli headliner.
Prima, però, facciamo una tappa al Camel Stage per l’emozionante performance degli Orphaned Land.
Ascoltare la band israeliana è sempre un piacere: la voce di Kobi Farhi conquista ed emoziona, il mix di sonorità proposto dal gruppo esalta anche chi lo ascolta dal vivo per la prima volta e il messaggio di unione sotto lo stendardo della musica metal raggiunge il cuore di tutti. Non importa chi siamo o da dove veniamo, importa solo ciò che amiamo, quella musica che ci unisce e abbatte ogni barriera, ogni confine, ogni differenza.

Siamo un po’ pù fiduciosi nei confronti dell’umanità quando ci dirigiamo di nuovo verso il palco principale, che ci vedrà carichi e pronti per l’ultima volta. Le luci si riaccendono ed ecco salire on stage gli inossidabili W.A.S.P. dell’altrettanto intramontabile Blackie Lawless.
Dispiace solo vedere un pubblico non esattamente pari in numero a quello delle scorse serate: sono già in tanti ad aver abbandonato l’area concerti o, addirittura, il festival. L’esodo del grande rientro è già cominciato.
Ma non per noi, che ci godiamo invece una scaletta di un’onesta ora e mezza; la performance vocale del buon Blackie è all’altezza dall’inizio alla fine, nonostante una pausa di un bel po’ di minuti prima dell’encore, probabilmente necessaria per tirare il fiato.
Eppure la setlist scorre rapida e coinvolgente, per approdare a quella “I Wanna Be Somebody” che ci fa capire di essere davvero in chiusura.

Ultima tappa, corno ufficiale del Summer Breeze, poi è ora di dare un’occhiata già nostalgica intorno a noi e realizzare che anche quest’edizione 2018 sta volgendo al termine.
Per fortuna, il nostro sguardo cade su uno schermo luminoso che ci ricorda che l’edizione 2019 è già in cantiere. Ciao Dinkelsbühl, ci rivedremo l’anno prossimo, sempre qui, dal 14 al 17 Agosto.

Ilaria Marra

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Braccia rubate alla coltivazione di olivi nel Salento, si è trasferita nella terra delle nebbie pavesi per dedicarsi al project management. Quando non istruisce gli ignari colleghi sulle gioie del metal e dei concerti, ama viaggiare, girare per i pub, leggere roba sui vichinghi e fare lunghe chiacchierate con la sua gatta Shin.

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