Steven Wilson – Recensione: Home Invasion – In Concert At The Royal Albert Hall

“Home Invasion” è l’ennesimo prodotto iperprofessionale immesso sul mercato da Steven Wilson e fotografa la magica serata tenuta alla Royal Albert Hall di Londra (casa sua nel vero senso della parola) nel marzo scorso.

Il fatto che la figura del piccolo musicista inglese continui a generare discussioni fini a sé stesse (da chi lo addita come genio e nuovo caposcuola del prog moderno a chi lo ritiene compositore sopravvalutato e mediocre) non ci importa in questa sede anche se ogni accanito fruitore di musica come il sottoscritto potrebbe eventualmente schierarsi da una parte o l’altra; in questa occasione mi limito a considerare “Home Invasion” un ‘opera multimediale al passo coi tempi dove oggettivamente bisogna riconoscere come ogni aspetto sia stato curato nei minimi particolari: location, regia, suoni, setlist!

Avendo in particolare analizzato la versione Blu-ray dove pare davvero di assistere ad un film, se siete possessori di un impianto decente, potrete godere di uno spettacolo immersivo anche se dal vivo l’esperienza sarebbe stata ancor più coinvolgente; affermo questo perchè a giugno ho avuto l’occasione di assistere esattamente a questo show nella splendida cornice della Palazzina di Caccia di Stupinigi e Vi assicuro che l’audio in quadrifonia è stato qualcosa di eccitante.

Questo concerto nella storica sala eventi inglese è stato affidato alla poderosa regia di James Russell, un esperto riconosciuto e premiato in materia (ha collaborato veramente con quasi tutti i maggiori artisti in attività) che ha sfruttato al meglio l’ampiezza della location e al cui lavoro sono state aggiunte le ormai note immagini visionarie di Lasse Hoile e le animazioni di Jess Cope.

Tornando però alla musica, che è il principale motivo per cui spero leggerete questa recensione, “Home Invasion” racchiude un interessante excursus nella carriera di Wilson, che come lui ha più volte puntualizzato, è sempre stata “da solista”; per la mole della sua produzione dal 1991 a oggi sarebbe stato impossibile accontentare tutti e comunque si era in piena promozione dell’ultimo arrivato “To The Bone” (il suo maggior successo in termini di vendite anche grazie ad uno sconfinamento in territori più pop… ma qui se ne potrebbe discutere per ore…) quindi giocoforza molte tracce provengono da quell’album.

Inutile sottolineare come l’evento andrebbe assaporato tutto d’un fiato ma vogliamo segnalarvi i momenti dal pathos maggiore sia da un punto di vista esecutivo che visuale: il ripescaggio di “The Creator Has A Mastertape” da “In Absentia” a firma Porcupine Tree che esalta le doti dell’ormai affermato drummer Craig Blundell, il delicato crescendo di “Refuge” con un ottimo Alex Hutchings alla chitarra solista, l’apocalittica porzione strumentale di “Ancestral”, l’incedere stradaiolo e back to basics di “People Who Eat Darkness” con Ninet Tayeb in appoggio a Wilson (anche su “Pariah”, “Blank Tapes”) la sempre ipnotica “Arriving Somewhere But Not Here” (da “Deadwing”), le struggenti e simili per concezione “Song Of Unborn” e “The Raven That Refused To Sing” e infine i “classici” “Sleep Together” e “Sound Of Muzak”.

A livello di materiale bonus oltre ad un’intervista non particolarmente interessante, anche perchè non mancano in rete testimonianze in tal senso del nostro, soprattutto quando si trova in periodo promozional. Da sottolineare la scelta di includere tre pezzi suonati in una Royal Albert Hall irreale in quanto senza pubblico che potessero adattarsi al meglio a quel contesto: esperimento perfettamente riuscito per “Hand Cannot Erase” e soprattutto “Heartattack In A Layby” mentre “Routine” cantata quasi interamente da Tayeb conferma essere un pezzo che vive di passaggi interessantissimi ma appiccicati tra di loro in maniera non armonica.

Prodotto assolutamente da consigliare se volete farvi un’idea dell’artista Steven Wilson a tutto tondo, prodotto che si va ad affiancare ad altri precedenti già di altissimo livello come “Arriving Somewhere…”, “Anesthetize”, “Insurgentes” e “Get All You Deserve” a conferma dello status invidiabile raggiunto dall’ormai ex-ragazzo di Hemel Hempstead.

 

Voto recensore
8,5
Etichetta: Eagle Vision/Universal

Anno: 2018

Tracklist: 01. "Truth" (Intro) 02. Nowhere Now 03. Pariah 04. Home Invasion/Regret #9 05. The Creator Has A Mastertape 06. Refuge 07. People Who Eat Darkness 08. Ancestral 09. Arriving Somewhere But Not Here 10. Permanating 11. Song Of I 12. Lazarus 13. Detonation 14. The Same Asylum As Before 15. Song Of Unborn 16. Vermillioncore 17. Sleep Together 18. Even Less 19. Blank Tapes 20. Sound Of Muzak 21. The Raven That Refused To Sing Bonus Features Rehearsal Tracks 22. Routine 23. Hand Cannot Erase 24. Heartattack In A Layby 25. Interview
Sito Web: http://stevenwilsonhq.com/sw/

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