Hybrid Children – Recensione: Stardom Is Here

Pare che il morbo degli Hellacopters oggi possa vantare una mutazione genetica degna di nota. Gli Hybrid Children, alla fine, risultano questo. Ci sono però alcuni sostanziali problemi: una produzione fin troppo levigata per arrivare all’impatto degli Hardcore Superstar, una serie di canzoni che paiono più appartenere al repertorio di una college band in vena di divertirsi piuttosto che ad una band con il look da rockers cattivi. Fondamentalmente manca lo spiritello cattivo a ‘Stradom Is Here’, ed il rischio è quello di mozzare la testa alla pura e semplice tradizione rock and roll. Ovvio che non manchino ottimi spunti, come in ‘Like Every Day Is The Last’ o in ‘Burn’. Ma sono troppo pochi per portare questo album alla sufficienza.La pregevole versione di ”Method To My Madness’, estrapolata dal repertorio dei Lords Of The New Church sembra addirittura fuori luogo nel contesto del disco. Tuttavia, una canzone come ‘Closing In’ potrebbe far felici i fan di un certo Mtvismo alternativo. Consigliato solo ed esclusivamente a loro.

Voto recensore
4
Etichetta: Dream Catcher / Self (2000)

Anno: 2000

Tracklist: Like Everyday Is The Last
No Parade At The End Of The Drain
Down For Evermore
Burn
Closing In
Eastside Outsider
I’m A Work Of Art
Wine Soaked Girl
Way Out Of Line
Method To My Madness
Crawl Back To Win
Urban White Boy Blues

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