Spiders Blues Band – Recensione: Let There Be Blues

Nel vasto mondo dell’underground italiano si possono scoprire band con una carriera trentennale che ben poco si sono mosse oltre i confini della propria provincia d’origine e immediati dintorni. E molto spesso questo è dovuto a una questione attitudinale, più che a una precisa scelta su come portare avanti l’attività della band stessa, ovvero il fatto di non scendere ad alcun compromesso e vivere con assoluta purezza il proprio percorso artistico, come ad esempio la scelta di non aver mai proposto cover, neanche dal vivo. Questo potrebbe essere il ritratto degli Spiders Blues Band, formazione veronese che dal 1992 è dedita al rock blues più essenziale e sanguigno. Il modo con cui gli Spiders hanno deciso di celebrare tre decenni trascorsi fra concerti in palchi importanti come in bettole improponibili, quattro dischi pubblicati e vari cambi di formazione (i cui assi portanti sono da sempre Cristiano Izzo a chitarra e voce e Mauro D’Offria all’armonica a bocca, qui completati da Zeno Gironi al basso e Marco Bagnasco alla batteria), è quello di far uscire un nuovo lavoro, il quinto, intitolato “Let There Be Blues”. La musica, dicevamo, è un rock blues ruvido e deragliato, sporcato di roots e psichedelia, che fra i numi tutelari ha sia gli eroi del blues urbano delle origini, come anche band gloriose quali Canned Heat e Groundhogs, con svisate che vanno a finire dalle parti dei Grateful Dead.

Registrato in casa e pubblicato per la New Dog Records, con il suo suono sporco ed essenziale, rappresenta al meglio la dimensione attuale della band, a cominciare dal southern blues di “It’s All Right” o al rock’n’roll a tinte roots di “Nobody’s Around”. Se “Groove on Your Mind” accetta gli stimoli ritmici del funk, “Master of Life” è epigone del grande cantautorato made in USA. Una slide guitar introduce “Birding Blues Island”, che si evolve in una jam in studio. Ancora blues da viaggio con “She Takes Your Soul” e “Atomic Blues”, dove chitarra e armonica si scambiano assoli pregevoli, ma assolutamente strutturali ai brani. “Runaway Babe” è un secco rock blues con la chitarra di Izzo coadiuvata dal banjo suonato da D’Offria. Chiude il disco la versione dal vivo di “Mystic Stones” (brano dell’album precedente, “Lexinia“, del 2005), dilatato, jammato e con un refrain e alcuni passaggi che possono richiamare gli Allman Brothers.

La musica degli Spiders è diretta, essenziale, non ha la minima concessione a qualsivoglia abbellimento ruffiano ed estetizzante. È il trionfo della sostanza sulla forma, sull’insieme rispetto alle individualità, è un flusso continuo in cui ci si immerge e si viaggia come nella vita, affrontando il bello e il brutto che ci arriva con coscienza di sé e coerenza. Un piccolo, grande lavoro che ci fa capire quanto talento misconosciuto esiste anche nei meandri musicali della nostra penisola. Diamo loro la chance almeno di un ascolto, certo non ci sarà da pentirsene.

Etichetta: New Dog Records

Anno: 2022

Tracklist: 01. It’s All Right 02. Nobody’s Around 03. And My Band Play Loud 04. Groove on Your Mind 05. Master of Life 06. Birding Blues Island (Live in Studio) 07. She Takes Your Soul 08. Atomic Blues 09 My Little Old Town 10. Runaway Babe 11. Mystic Stones (Live in Vestenarock)
Sito Web: https://www.facebook.com/TheSpidersBluesBand

0 Comments Unisciti alla conversazione →


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Login with Facebook:
Accedi