Recensione: Scene Of The Crime

Gli Speed Stroke sono una boccata d’aria per un genere che sta arrancando da qualche anno. Qualche semplice parola per evidenziare ciò che per molti sarà ovvio: l’Hard Rock/Street Rock, chiamatelo come meglio preferite, ha ancora vita!

Emiliano/Romagnoli DOC, questi ragazzi giungono al terzo lavoro sulla lunga distanza, a quattro anni dal precedente “Fury”; “Scene Of The Crime” esce in un periodo non semplice per la Musica tutta, mesi difficilissimi anche per artisti più blasonati, costretti a rimandare album e tour interi per l’emergenza sanitaria che sta devastando il Mondo dell’Arte e dello Spettacolo. Loro ci provano comunque, spinti da un’irriducibile voglia di scrivere e suonare ciò che amano ascoltare e questo è l’aspetto che si mette in evidenza al primo ascolto! Mixato da Marco Paradisi e dal chitarrista D.B. ai Boat Studio (Bologna) e masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Mastering (vincitore del Grammy per il suo lavoro sull’album “Drones” dei Muse), “Scene Of The Crime” parte subito alla grande con “Heartbeat”, dove un arpeggio coadiuvato da un coro incalzante ci prepara per qualche secondo, prima di partire in quinta con un brano che, siamo sicuri, dal vivo fara macelli. Strepitoso il lavoro alla chitarra di D.B., un misto di tecnica e groove da far impallidire anche i più estremi sostenitori di Slash e Nuno Bettencourt (ai quali D.B., chiaramente, si ispira). La titletrack si presenta con un coro decisamente riuscito, un po’ come si sente nel ritornello di “Soul Punx”, due brani che vi entreranno prepotentemente in testa senza più uscirne.

No Love” è meravigliosa, una ballad degna dei migliori Guns n’ Roses, con un Jack quasi irriconoscibile nelle note medie, il basso di Fungo che fa molto “Duff” e un songwriting decisamente ispirato (occhio alla parte centrale, un sentito omaggio ad una band e a un chitarrista leggendari). Degna di menzione “Who Kfd Who”, singolo che ha anticipato qualche settimana fa l’uscita del disco e “One Last Days”, nemmeno due minuti e trenta secondi solo chitarra e voci che ci riportano alla mente quella grandissima band mai troppo decantata a nome Cinderella, ma è comunque l’intero full length a farsi ascoltare con piacere.

Non vi chiedono chissà quali ascolti impegnativi, a loro piace suonare e in “Scene Of The Crime” si capisce da ogni singola nota. Ci auguriamo di poterli vedere il prima possibile sul palco, pronti a incendiare le nostre orecchie grazie alla loro innata carica e tecnica. Bentornati!

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