Entrambi musicisti, compositori e produttori di provata esperienza, Michael Sweet (Stryper, Boston, Iconic, Sweet & Lynch) e Alessandro Del Vecchio (Edge Of Forever, Hardline, Jorn) hanno dato vita ad un nuovo progetto di rock melodico che segue le orme di Journey e Foreigner. Un progetto nato ai tempi della pandemia e su richiesta dello stesso Sweet, che vede Del Vecchio nelle vesti di bassista, tastierista e corista, nonché il sardo Michele Sanna (tecnico per Manowar, Kreator, UDO, Primal Fear) a completare il trio alla batteria. Che il disco suoni elegante e levigato c’è da aspettarselo, dato il vissuto degli artisti coinvolti ed i chiari proponimenti alla base di questo lavoro: la produzione è pulita ma senza rinunciare ad un pizzico di potenza e “Rise Again” ci accoglie con belle tastiere ed un bel messaggio. Lo stile tirato di Sweet può piacere o meno, ma la passione con la quale egli interpreta le proprie linee vocali, in ogni singolo passaggio, è evidente: a questa prima traccia non mancano né il trasporto né uno scorrere ritmato e gentile, mentre sorprende l’ottimo contributo di un Del Vecchio per la prima volta a farsi carico anche delle parti alle sei corde (bello il suo assolo in “Eternal Flame”). Con un ascolto in un certo senso reso ancora più piacevole ed accomodante da una prima traccia convincente, la successiva “Anymore” ha gioco relativamente facile, presentando un rallentamento dei ritmi e contemporaneamente un ispessimento delle atmosfere. E soprattutto un diverso bilanciamento che vede le tastiere fare un passo indietro, a favore di un approccio meno pomp ed una comunicazione dal tono più umano e personale. La canzone suona piacevolmente melodica e riuscita, con l’estensione del cantante californiano che gli permette di interpretare con passo ugualmente sicuro sia le parti più dolci che quelle vissute con rabbia, mantenendosi elegante ed in pieno controllo anche quando è il momento di gridare la propria sofferenza.
“Pieces Of Forever” si innesta con grande intelligenza sugli stessi binari, se possibile presentando un ulteriore crescendo nella consistenza dei cori e nelle ritmiche di chitarra, leggermente più ruvide ed incalzanti: un plauso lo merita anche la performance di Sanna alle pelli (“particolarmente grintoso in “Out Of The Dark”), che riesce nell’intento di offrire un accompagnamento votato ad assecondare le melodie ma senza rinunciare a qualche fill che rende il tutto meno meccanico e prevedibile. Al contrario, questo debutto suona sempre elegante e rifinito ma mai sovraccarico: gli “oohh oohh” si contano sulle dita di una mano, gli arrangiamenti non ricercano di certo una complessità fine a se stessa e la maggior parte dei brani convincono al primo ascolto (“Soul Inside”) senza dover necessariamente ricorrere all’aggiunta di elementi di contorno. Le note di pianoforte poste all’inizio di “Hope’s Holding You” sono un ulteriore elemento di interesse, ed una piccola dichiarazione di semplicità: nonostante la loro presenza si limiti alle prime battute, esse completano l’offerta dei Soledriver con un tocco classico e nudo che rende il loro debutto ancora più maturo e rotondo, in grado di rendere pienamente giustizia alla classe che contraddistingue i suoi autori. Ed un pensiero vola all’ottimo “Naked Voice”, un disco da riscoprire che lo stesso Del Vecchio ha realizzato al pianoforte con la splendida voce di Roberto Quassolo.
Se crediamo alla storia alla base di “Return Me To Light”, possiamo ritrovare all’interno dell’album tutta l’energia di un progetto fortemente voluto dallo stesso Sweet, il quale – forte di un’esperienza di quarant’anni – deve aver avvertito le potenzialità di una collaborazione che sembra aver davvero tirato fuori una parte del suo meglio, così come di quello di Del Vecchio e Sanna. Le vibrazioni di una “Spinning Wheel” o l’energia di stampo heavy della title-track possiedono infatti una sostanza che va ben oltre quella del solito, e rispettabile, disco a contratto: qui il senso della chimica emerge con continuità e porta in superficie i frutti di una collaborazione nata sotto una buona stella e dalla quale è legittimo aspettarsi ancora di più in futuro.
Nonostante la copertina spartana e la line-up ridotta all’osso, il primo disco dei Soledriver regala tre quarti d’ora che accontenteranno sia gli amanti del rock più melodico che quelli alla ricerca di un ingaggio che sia anche spumeggiante (“To Be Saved” naviga col vento in poppa), a tratti malinconico, curato ma senza risultare eccessivamente affettato. Nato da una passione che Sweet e Del Vecchio sono riusciti a fondere nel profondo, stabilendo connessioni robuste, “Return Me To Light” rappresenta una piacevole sorpresa di fine anno in grado di mirare alto coniugando sostanza, divertimento e facilità d’ascolto. Il fatto di essere venuto alla luce in un periodo difficile, e per effetto di una forte volontà, lo pone in un cerchio ristretto, quello dei prodotti autentici e frutto di sentimenti puri come amore, sofferenza, speranza.

Etichetta: Frontiers Music Anno: 2023 Tracklist: 01. Rise Again 02. Anymore 03. Pieces Of Forever 04. Hope’s Holding You 05. Spinning Wheel 06. Out Of The Dark 07. Eternal Flame 08. To Be Saved 09. Return Me To Light 10. Soul Inside 11. Wounded Sito Web: facebook.com/aledelvecchio |