Se il rock’n’roll è per antonomasia la musica dei perdenti qui ci troviamo di fronte a una delle vette più alte mai raggiunte. Il buon Dave Evans infatti faceva parte di uno sconosciuto gruppetto australiano che negli anni ’70 emergeva piano piano sulla ribalta, fino a riuscire ad arrivare a incidere un singolo. Poi si sa come vanno le cose nel mondo del rock, un chitarrista troppo frontman che ruba la scena vestendosi da scolaretto, problemi di donne con le fans che vanno solo dal cantante, caratteri molto decisi, alcool… e quindi il cantante si ritrova fuori dal gruppo, che lo rimpiazza con tale Bon Scott… il resto è leggenda*.
Insomma, uno che all’università dei perdenti avrebbe una cattedra e una laurea honoris causa. Ma che se ne fotte anche altamente, e va avanti per la sua strada a battere i club australiani con i Rabbit e i Thunder Down Under, vive più o meno nell’anonimato e riemerge dall’oblio nell’anno del signore 2005 per pubblicare questo album a proprio nome.
Come? La musica? Indovinate un po’? Esatto. Hard rock, che a tratti potrebbe ricordare quella di quel gruppo australiano col chitarrista vestito da scolaretto, com’è che si chiamavano… vabè, quelli, avete capito, soprattutto le loro produzioni più anni ’80, quelle con l’altro cantante, quello col basco…
Che dire, chi siamo noi per giudicare il lavoro di questo signore che canta e vive il rock’n’roll, quello vero, quello dei club, quello pagato due soldi, puzzolente di alcool e di posacenere, da una trentina d’anni, sempre ai margini del successo? Praticamente impossibile. La formula è quella, gli accordi i soliti quattro, la voce c’è, la voglia di esserci e la determinazione pure, i proclami non mancano (“If we’re gonna go down, we’ll go down fighting. And we ain’t goin’ down!”), i ritornelli antemici sono al loro posto… niente che possa cambiare la storia, niente che possa riportare o anche solo riavvicinare il buon Dave al mondo patinato dei vincenti e delle fottute rockstar… ma a lui tanto sappiamo che non glie ne frega nulla, dov’è il prossimo palco dove salire a celebrare il rock? * Si, la leggenda ha nome AC/DC, per i più distratti, gli ascoltatori di classica e residenti su saturno.