Della diffida inviata da Barley Arts, nella figura di Claudio Trotta, ai vari Viagogo, Seatwave, Ticket Bis e via dicendo, ormai ne hanno parlato già tutti. Dopo la figuraccia fatta per David Gilmour, oggi si è riproposta la solita messa in scena con l’apertura delle prevendite per il concerto di Milano di Bruce Springsteen. La diffida non ha avuto nessun effetto nell’immediato (ma è abbastanza chiaro che non fosse quello l’intento, quanto quello di iniziare a smuovere qualcosa) e ora ci ritroviamo con prezzi alle stelle sulle varie rivendite di secondary ticketing.
Ne avevamo già parlato in occasione della prevendita per l’unica e ultima data italiana dei Black Sabbath.
La nostra considerazione è molto semplice a questo punto. L’unico modo per risolvere alla radice il problema è una via giudiziale, a seguito dell’intervento delle autorità competenti. In Italia però la nostra priorità è quella di chiudere ed eliminare quei servizi che permettono ai cittadini di risparmiare e recuperare efficienza (chi ha detto Uber?) lasciando invece campo libero a chi lede i cittadini, generando maggiori costi e una minore efficienza. Il ragionamento è semplice. E dire che i servizi di Secondary Ticketing erano nati proprio con questo intento: permettere una maggiore efficienza del servizio di ticketing. Fino a qualche anno fa infatti era possibile trovare biglietti a prezzi ridotti, biglietti solitamente “in più” di singoli privati che vendevano al prezzo di costo, se non a un prezzo inferiore. La cosa funzionava. Poi qualcuno ha capito che ci si poteva guadagnare bene e chi avrebbe dovuto vigilare sulla cosa, se ne è lavato le mani.
Ma come sempre capita, se c’è qualcuno che vende, c’è sempre qualcuno che compra. Chi compra siamo noi. Noi che ai concerti ci andiamo. E’ evidente che non avere il biglietto per David Gilmour del prossimo 10 luglio o dei Black Sabbath del 13 giugno sia una pena infernale. E’ chiaro anche che la tentazione c’è: per una volta nella vita spendo 300 euro ma mi vedo il concerto dell’anno. Ecco, chi compra da questi delinquenti è colpevole tanto quanto loro. Non c’è motivazione che tenga: esattamente come chi compra merce rubata o contraffatta diviene complice del truffatore che la sta vendendo. Sapete cosa servirebbe veramente? Servirebbe che il prossimo 10 luglio, 13 giugno e via dicendo, San Siro, l’Arena di Verona restassero mezze vuote. Servirebbe che ci andasse solo chi ha pagato il biglietto a prezzo normale, tramite le normali rivendite online e fisiche. Servirebbe forse fare una brutta figura, ma che probabilmente farebbe aprire gli occhi a chi finora se n’è fregato altamente e non stiamo di certo parlando di Trotta che in questo caso ci ha messo la faccia.
In conclusione. Se siete fortunati possessori di un biglietto comprato a prezzo normale tramite canali ufficiali, godetevi il concerto. Altrimenti, fate un favore agli artisti, promoter, organizzazione e alla musica: statevene a casa.
Parole sacrosante!
QUANTO E’ VERO!
Esatto! toccateli nel fatturato… Vedrete come gli passa la voglia!
Perché, la “normale rivendita” ticketone, che chiede 6 euro di diritti per biglietto (oltre alla già carissima e ingiustificata prevendita) non è da considerare già essa stessa truffatrice?
E’ un servizio discutibile, ma è una commissione di servizio. Può non essere “giusta”, ma la truffa è altro.
(in reply to marco)Problema non nuovo che, peraltro, si presenta regolarmente a quasi tutti gli eventi (non solo ai concerti ma anche alle partite di calcio più importanti, per dire: ci sono biglietti di finali di Champions rivendute anche a migliaia di euro, ogni anno). Chiaro che la situazione andrebbe regolarizzata, ma non sarà facile.
Ben detto! Che se li mangino, sti biglietti!