Seratona all’insegna della nostalgia, ma anche della commozione – come si leggerà più avanti – quella che ha visto dopo più di due lustri approdare in Italia l’ex singer degli Skid Row. Al di sopra di ogni più rosea previsione il C-Side di Milano, sabato 18 dicembre raccoglie un buon numero di fan di vecchia (e nuova?) data di quel cantante che, sul finire degli anni ’80, fece sfracelli di cuori femminili in tutto il globo, grazie allo street rock che proponeva assieme alla sua allegra banda ma anche al fascino da “bello e maledetto” del rock!
Si respira aria di grande rentree all’interno del locale meneghino e sicuramente molti sono in attesa di una micidiale performance, simile a quella che ha marchiato la scorsa tournee estiva di Bach. E’ ‘Slave To The Grind’ a dare il benservito: violentissima, senza tregua, la title track del secondo album dei Row esalta tutti! Quasi quanto la sorpresa di vedere nelle fila della band il sig. Steve DiGiorgio – ridotto a session man? – anche se è ben nota a tutti la sua versatilità nell’interpretare materiale estremo, passando per altre situazioni più “tranquille” come potrebbe considerarsi il repertorio degli Skids.
Scoccata la scintilla, il falò va alimentato e cosa c’è di meglio se non delle grandi pistole? ‘Big Guns’ appunto. La band decisamente ci va giù pesante e non risparmia sudore e grinta con ‘Frozen’: ispirato è il solo da parte di Di Giorgio, che trova anche il tempo di bofonchiare qualcosa in simil italiano prima di attaccare con ‘You Bring Me Down’. Ma è con capisaldi del calibro di ‘Here I Am’ ed ’18 & Life’ che il C-Side viene letteralmente giù… quest’ultima cantata praticamente in toto dalla sala, si conferma come uno degli evergreen di sempre.
Sul finale di ‘Threat’ vola sul palco una maglia dei Pantera, prontamente raccolta da Seb: non può non scoppiare un commosso applauso! Arpeggi introducono ‘Monkey Business’, che scatena poghi e surfing da parte del pubblico entusiasta… c’è anche tempo – nel centro della title track dell’album omonimo – di un assaggio di Rocky Horror! La classe non è acqua, si pensa, non appena Bach torna dal backstage con tanto di cappello à la Babbo Natale, per terminare ‘Monkey..’. Un altro momento toccante è quando dal pubblico vola uno striscione con la scritta “The only guitar hero: Dimebag” : nuovamente commossi – band e audience – applaudono.. e parte ‘Walk’ dei thrashers texani che viene urlata da tutti i presenti Semplicemente l’apoteosi…
Come non citare tra i tanti episodi della serata due super hit quali ‘I Remember You’, certamente da dedicare al compianto Dimebag, e ‘Youth Gone Wild’? Un “Merry fuckin’ Christmas!!” è l’augurio che il nostro fa, di cuore, ad una fredda Milano…
In definitiva la forma dimostrata da Sebastian Bach è ottima e si è avvalso di una ottima band: e se tanto ci dà tanto lo rivedremo pure l’estate prossima se non entro i nostri confini, nella vicina Balingen al Bang Your Head 2005!