ScreaMachine – Recensione: Church Of The Scream

Autori due anni fa di un bell’esordio nell’ambito della tradizione (heavy metal), i romani Screamachine tornano oggi con un seguito ancora ispirato a Judas Priest, Metallica, Savatage ed Accept. Intitolato “Church Of The Scream”, il disco vede anche per la prima volta all’opera sulla lunga distanza il nuovo chitarrista Edoardo Taddei, che va a completare una line-up formata in parte da membri di Kaledon, Lunarsea e Stormlord: a fare compagnia al giovane guitar hero troviamo infatti Valerio “The Brave” Caricchio (voce), Francesco Bucci (basso), Paolo Campitelli (chitarre) ed Alfonso “Fo” Corace (batteria). Che anche questa nuova fatica sia stata realizzata per divertire, all’insegna di un sano e robusto metal, lo si intuisce già dai toni della bellissima copertina, dal titolo stesso dell’opera e dai giochi di parole che troviamo in alcune delle sue dieci tracce: un dinamismo ed un’attitudine che si avvertono già dalla prima “The Crimson Legacy”, brano nel quale l’andazzo è chiaro, all’insegna di un tutto e subito che in certi giorni apprezzo particolarmente, già dopo una manciata di battute.

Cori corposi, doppia cassa e relative accelerazioni, vorticosi giri di basso ed assolone di chitarra fanno tutti la loro degna comparsa, con l’intenzione di fare bene tutto quello che tutti si aspettano: una specie di patto tra fan e band, con i primi a chiedere di arrivare subito al punto ed i secondi ben disposti a saltare ogni tipo di preliminare pur di darsi una chiara identità. L’ascoltatore disposto ad accettare il compromesso troverà in “Church Of The Scream” il proverbiale pane per i suoi denti, grazie ad un heavy di produzione moderna ma dal sapore tutto sommato antico. Le linee melodiche delle strofe, in particolare, sembrano volutamente piatte (“Occam’s Failure”) per riservare ai ritornelli i momenti più cantabili (vedi la title-track), con il cantante impegnato in un lavoro che è più di palestra vocale che non di appassionata interpretazione (vedi, ancora una volta, la title-track). Un approccio più coerente che divertente e che limita, almeno in parte, l’efficacia dei momenti più cadenzati: è il caso ad esempio di una “Night Asylum” che avrebbe potuto riversare un po’ più di pensiero, di calore e di coraggio tra i suoi tempi maggiormente dilatati… ma se i risultati devono essere quelli incerti e sfilacciati di “Flag Of Damnation” o “The Epic Of Defeat”, l’idea di tornare su ritmi tirati non pare tutto sommato così male (“Pest Case Scenario” è un po’ estrema ed Extrema, e funziona alla grande).

Il merito principale che va riconosciuto agli Screamachine è di aver dato vita ad un secondo prodotto altrettanto godibile e maturo, caratterizzato da un’esecuzione potente, brillante e convincente, soprattutto dal punto di vista ritmico. Impresa peraltro non facile e dagli esiti non scontati, se si considera che l’heavy classico non è un genere nato (solo) per divertire: riproporlo in una vesta leggera e relativamente sbarazzina nei contenuti è quindi un’opera più complicata di quanto una descrizione sbrigativa non possa far pensare. Se si considera dunque “Church Of The Scream” come un side project di questi musicisti romani, impegnati anche a suonare altro (personalmente ho apprezzato tantissimo l’ultimo dei Kaledon, ad esempio), si potranno ascoltare questi tre quarti d’ora di metal vecchiomoderno senza farsi troppe domande sulla loro effettiva longevità né sulle loro pretese. Per tutti gli altri, gli orizzonti volutamente limitati di una “Revenge Walker” o di una “Met(h)aldone” a metà tra il thrash ed il trash rappresenteranno invece un confine stilistico un po’ angusto, all’interno del quale ad alcuni dei nostri musicisti più talentuosi non è dato tutto lo spazio che le loro capacità meriterebbero. Al punto che anche il talento di Taddei pare perdersi tra gli inarrestabili meccanismi del tritacarne (“Deflagrator”), ed i momenti nei quali emulare le gesta dei campioni di air-guitar sono molti meno di quanto il suo ingresso non avrebbe fatto intuire e sperare. In parte intrattenuti ed in parte rammaricati, la sensazione che rimane al momento di salutarsi è che il bicchiere degli Screamachine sarà anche mezzo pieno o mezzo vuoto, questione come sempre di punti di vista, ma in fondo sempre mezzo è.

Etichetta: Frontiers Music

Anno: 2023

Tracklist: 01. The Crimson Legacy 02. Church Of The Scream 03. Night Asylum 04. Revenge Walker 05. Met(H)Aldone 06. Flag Of Damnation 07. Occam’s Failure 08. Pest Case Scenario 09. Deflagrator 10. The Epic Of Defeat
Sito Web: facebook.com/screamachineofficial

Marco Soprani

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Folgorato in tenera età dalle note ruvide di Rock'n'Roll dei Motorhead (1987), Marco ama fare & imparare: batterista/compositore di incompresa grandezza ed efficace comunicatore, ha venduto case, lavorato in un sindacato, scritto dialoghi per una skill di cucina e preso una laurea. Sfuggente ed allo stesso tempo bisognoso di attenzioni come certi gatti, è un romagnolo-aspirante-scandinavo appassionato di storytelling, efficienza ed interfacce, assai determinato a non decidere mai - nemmeno se privato delle sue collezioni di videogiochi e cuffie HiFi - cosa farà da grande.

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