Savatage – Recensione: Edge Of Thorns

Per diversi aspetti, molti dei quali indipendenti dalla volontà della band, il settimo album dei Savatage rimane un pezzo unico nella loro discografia, e questo ha a che fare non tanto con le sonorità dei brani, quanto piuttosto con i musicisti che vi hanno preso parte. Si tratta infatti dell’unico lavoro in cui Criss Oliva alla chitarra e Zachary Stevens alla voce sono riusciti ad incontrarsi, ed è di conseguenza il primo senza Jon Oliva dietro il microfono, che in quel periodo aveva preferito concentrarsi sul suo progetto parallelo, i Doctor Butcher. La presenza del Mountain King è comunque percepibile nelle molte parti di pianoforte di cui si era occupato (pur senza seguire la band nel tour promozionale) e, almeno stando a quanto dicono le leggende metropolitane, nel volto composto dai rami degli alberi raffigurato nell’immagine di copertina.
Il fatto che Jon Oliva abbia un ruolo più marginale rispetto alle produzioni precedenti lascia per forza di cose più spazio alla chitarra del fratello Criss, che riesce quindi a ricamare momenti di raffinata grandezza, a cominciare dalla title track e dal suo assolo principale, e proseguendo anche su altri pezzi che i fan dei Savatage conoscono bene ma che a volte finiscono per passare in secondo piano. Restano memorabili brani come “He Carves His Stone“, con il suo crescendo finale che accompagnano alla perfezione gli acuti di Stevens, o “Damien“, con le sue ritmiche grattugiate e i suoi cambi di tempo. Diversi brani di “Edge Of Thorns” hanno strutture complesse, introdotte da un arpeggio acustico che si aggrappa a un riff esplosivo su cui si costruisce il resto del pezzo, come accade ad esempio in “Skragghy’s Tomb“. Sul versante opposto ci sono invece pezzi come “Sleep” e la fulminea “Labyrinths“, quasi interamente acustici, che mettono in luce il lato più melodico dei Savatage, un lato mai dimenticato e approfondito negli anni a venire. Non bisogna poi dimenticare due episodi come “All That I Bleed” e “Miles Away“, che si racconta siano tra i favoriti di Jon Oliva in quanto sono stati gli ultimi pezzi scritti insieme al fratello Criss. Già, perchè quando si parla di “Edge Of Thorns” (e in generale della carriera dei Savatage anni ’90) è difficile scindere l’aspetto professionale da quello personale, dato che questo disco è stato pubblicato apppena sei mesi prima che Criss Oliva perdesse la vita in un incidente stradale. La perdita di uno dei suoi membri fondatori ha, per forza di cose, sconvolto la carriera della band, provocando poi il ritorno di Jon Oliva nel gruppo e l’uscita dei lavori successivi, ancora una volta diversi da questo per stile e line-up. Quest’album resta comunque un momento unico nel percorso musicale della band di Tampa, e anche se adesso lo ascoltiamo con un briciolo di malinconia, perchè sappiamo già cosa sarebbe successo di lì a poco, non possiamo fare a meno di stupirci ogni volta per la sua straordinaria forza espressiva.

Voto recensore
s.v.
Etichetta: Atlantic Records

Anno: 1993

Tracklist: 01. Edge Of Thorns

02. He Carves His Stone

03. Lights Out

04. Skraggy's Tomb

05. Labyrinths

06. Follow Me

07. Exit Music

08. Degrees Of Sanity

09. Conversation Piece

10. All That I Bleed

11. Damien

12. Miles Away

13. Sleep
Sito Web: https://www.facebook.com/savatage/?fref=ts

anna.minguzzi

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E' mancina e proviene da una famiglia a maggioranza di mancini. Ha scritto le sue prime recensioni a dodici anni durante un interminabile viaggio in treno e da allora non ha quasi mai smesso. Quando non scrive o non fa fotografie legge, va al cinema, canta, va in bicicletta, guarda telefilm, mangia Pringles, beve the e di tanto in tanto dorme. Adora i Dream Theater, anche se a volte ne parla male.

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  1. Alberto Capettini

    Masterpiece anyone?

    Reply

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