Satan’s Fall – Recensione: Destination Destruction

I Satan’s Fall appartengono al novero di quelle band i cui sogni sono stati spezzati sul nascere dalla pandemia: con un debutto pubblicato nel Dicembre del 2020 (“Final Day”), e tutti i piani per concerti e promozione cancellati di lì a pochi giorni, per la formazione finlandese sembra più opportuno parlare oggi di un nuovo inizio, piuttosto che di un vero e proprio secondo album. In questi tre anni i Satan’s Fall non hanno avuto intenzione di subire immobili gli eventi: al contrario, il quintetto fronteggiato da Miika Kokko ha salutato l’ingresso di due nuovi membri (Ville Koskinen alla chitarra solista e Arttu Hankosaari alla batteria) e continuato a creare all’insegna di una libertà compositiva che li porta – nelle loro stesse parole – ad attingere con spensieratezza da hard rock, heavy, pirate e black metal, trattando di temi sociali ma anche inserendo in tracklist una divertente chicca come la sigla di “Go Go Power Rangers”. “Lead The Way” è il brano perfetto per riprendere le fila del discorso, perché con la sua ritmica incalzante ed il suo assolo posto in apertura esprime tutta l’energia che i Satan’s Fall possiedono ancora in corpo, e nonostante tutto. Decisamente accentuata è anche la componente melodica, con un approccio quasi punk (“Kill The Machine”) che individua in cori e semplicità di fondo gli elementi trainanti.

Sviluppata com’è sulla sola base del suo ritornello, questa prima traccia mi ha ricordato la memorabile asciuttezza degli americani Bang Camaro, anch’essi poco interessati a tutto quanto non fosse trascinamento, succo e cantabilità. Una scelta che nel loro caso non aveva precluso una certa idea di elaborazione e spessore, e che anche indugiando tra le tracce di “Destination Destruction” sembra pagare, come testimonia la successiva “Garden Of Fire”, che mette nel mix anche un gustoso coro power alla Hammerfall. Anche grazie al vibrante drumming di Hankosaari (“Swines For Slaughter”) i Satan’s Fall riescono a divertire suonando sempre convincenti ed a loro agio con tutte le diverse declinazioni del metal: vero è che questa continua girandola stilistica li porta a rinunciare a qualcosa in termini di personalità, dal momento che sembrano in realtà tante band riunite in una, ma vuoi mettere la praticità di avere una collezione così varia e piacevole su uno stesso scintillante Compact Disc™ o, ancora meglio, sul vinile con poster incluso che Steamhammer / SPV renderà disponibile?

Per effetto di questa impostazione sbarazzina e radiofonica, specialmente per un paese come la Finlandia dove il metal è stato ampiamente sdoganato come in nessun’altra parte del mondo (“No Gods, No Masters”), le canzoni più seriose finiscono con il suonare meno credibili e riuscite: è il caso ad esempio di una ballad come “Monster’s Ball” che vede i nostri quasi atteggiarsi a consumati cantori degli struggimenti umani, però con risultati discutibili. L’interpretazione sofferta di Kokko è chiaramente forzata, la parte strumentale fin troppo esuberante per il tono dimesso dei testi ed il finale implode sotto il peso di una noia che subentra già nei musicisti, ancor prima che nell’ascoltatore. Molto meglio va con “Dark Star”, forse l’unico momento nel quale i cinque finlandesi riescono a suonare davvero grandi e rugosi: dalla densità dei cori all’assolo di chitarra, questo episodio non è sufficiente a cambiare la percezione generale di “Destination Destruction”, ma il suo finale black lascia certamente intuire come i Satan’s Fall potranno scegliere tra un imbarazzante numero di opzioni al momento di scrivere il nuovo materiale.

Nonostante le difficoltà che hanno accompagnato i primi passi di questa band, che all’inizio si faceva chiamare Satan’s Cross, il divertimento nella sua forma più pura e spontanea – perfettamente in linea con il superhero metal dei tedeschi Grailknights – rimane alla base del loro songwriting e della loro produzione: “Destination Destruction” è un disco che potrebbe ingannare per la serietà delle sue premesse (ed anche per i toni della sua copertina, se è per questo), ma che in realtà si pone un obiettivo concreto – quello di intrattenere con ritmo e leggerezza – che persegue e raggiunge senza grandi sforzi. E per descrivere il quale si potrebbe stilisticamente accostare anche a The 69 Eyes e Hardcore Superstar senza che nessuno dei tre abbia ad offendersene. In quest’ottica, le curiose cover di due sigle televisive come i Power Rangers e la soap opera tedesca “Es Wird Viel Passieren” non assumono più le sembianze di bizzarre bonus track, quanto piuttosto il completamento ideale e perfettamente contestualizzato di una proposta monella e dal gusto Ferrarelle che certo potevamo immaginare diversa, ma che anche in questa versione così estiva ed effervescente naturale (“Afterglow”) tanto male non è.

Etichetta: Steamhammer / SPV

Anno: 2023

Tracklist: 01. Lead The Way 02. Garden Of Fire 03. Swines For Slaughter 04. Monster’s Ball 05. Afterglow 06. No Gods, No Masters 07. Kill The Machine 08. Dark Star
Sito Web: facebook.com/SatansFall

Marco Soprani

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Folgorato in tenera età dalle note ruvide di Rock'n'Roll dei Motorhead (1987), Marco ama fare & imparare: batterista/compositore di incompresa grandezza ed efficace comunicatore, ha venduto case, lavorato in un sindacato, scritto dialoghi per una skill di cucina e preso una laurea. Sfuggente ed allo stesso tempo bisognoso di attenzioni come certi gatti, è un romagnolo-aspirante-scandinavo appassionato di storytelling, efficienza ed interfacce, assai determinato a non decidere mai - nemmeno se privato delle sue collezioni di videogiochi e cuffie HiFi - cosa farà da grande.

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