A volte un fienile può regale emozioni, delusioni e – in un certo qual senso – resurrezioni. Questa è la storia raccontata da Lenny Rutledge (chitarrista e fondatore dei Sanctuary), che svela i segreti di “Inception”, uscito lo scorso febbraio, e racconta i progetti futuri di una band pronta a recuperare il tempo perduto.
Parliamo di “Inception”, sappiamo che è una sorta di “collezione di demo” precedenti al vostro debut album “Refuge Denied” opportunamente restaurati. Come li avete ritrovati?
Li ho sempre avuti, ma non credo di esserne mai stato del tutto consapevole. Sai, quando hai un sacco di roba del periodo prima di “Refuge Denied” la conservi un po’ dove capita. Un po’ qui e un po’ là, come fanno tutti. Queste canzoni in particolare, contenute in un nastro specifico, le ho ritrovate in una scatola che credevo di essermi dimenticato, ma il bello è che questa scatola è sempre venuta con me anche durante i traslochi fatti. Per gli ultimi 15 anni questa scatola e questa cassetta sono state conservate in un fienile che è nella mia proprietà e più precisamente in una stanza quasi in cima al fienile esposta ad ogni tipo di evento atmosferico. E non dimentichiamo gli animali, era pieno di scoiattoli ed uccelli! Mi sono messo a rovistare lì in mezzo ed è venuta fuori la scatola. La scatola era piena di tutto, acqua e schifezze varie ed ero quasi convinto che non si sarebbe riusciti a cavarne fuori niente di buono. Lo abbiamo portato da professionisti del settore. Dopo averlo salvato lo abbiamo convertito in digitale e la maggior parte di quanto originariamente presente era ancora lì, potevamo ascoltarlo. Una volta ascoltato ci siamo resi conto che quel materiale era – ed è – davvero buono ed abbiamo deciso di recuperarle visto che sono testimonianze di un periodo prossimo a “Refuge Denied”, un album che i fan amano molto.
Sono rimasto davvero colpito dal suono, davvero potente, una cosa per certi versi inaspettata se consideri che le canzoni hanno quasi 30 anni. Come è stato lavorare con Chris “Zeuss” Harris?
Sai, non volevamo registrare niente che non fosse già contenuto nei nastri. Volevamo che suonasse come negli anni 80. Volevamo che suonasse come quando non avevamo soldi e dovevamo registrare le canzoni con poche possibilità di errore e senza nessun tipo di sovraincisione durante gli assoli. Non volevamo cambiare niente: volevamo però che picchiasse duro. E Zeuss con la tecnologia di oggi è stato in grado di fare un grande lavoro, portando alla luce un grande lavoro che neanche immaginavamo. E devo essere onesto, il sound di questo disco è nettamente superiore a quello di “Refuge Denied”, per quanto “Refuge Denied” sia ancora un ottimo disco non ha la forza di “Inception”.
Sappiamo benissimo che in “Inception” ci sono canzoni che sono poi finite sul vostro debut album, ma ci sono un paio di canzoni mai pubblicate ufficialmente: “Dream of the Incubus” e “I Am Insane”. Cosa mi puoi dire di queste canzoni?
Intanto ti posso dire che non so perché “Dream of the Incubus” e “I Am Insane” non siano finite su “Refuge Denied”. Penso che come molte altre band abbiamo scelte quelle canzoni che al momento ci rappresentavamo meglio, e per questo canzoni come “Sanctury” e “Termination Force” hanno preso il loro posto. Per quanto riguarda poi “I Am Insane” ci sono molte altre versioni, una pensata per finire in “Into The Mirror Black” ed una addirittura con testo e line vocale totalmente diverse. Credo che la versione presente in “Inception” sia decisamente rappresentativa dei nostri inizi, di come eravamo tanti anni fa e volevamo farlo ascoltare ai nostri fan. Ecco poi spiegato perché nel disco e nell’lp ci sono foto e note che raccontano l’epoca.
Parliamo di “Die For My Sins”, una delle canzoni che vi rappresenta di più e che con la quale siete facilmente riconoscibili, qui però presente in versione diversa, quasi Hard Rock piuttosto che Thrash Metal. Cosa ne pensi?
La versione presente su “Inception” – oltre a non avere l’intro è un pochino più grezza, ed in fondo hai ragione quando dice che non è thrash metal, ha un groove quasi power infatti. Ha un vibe quasi più simile agli Iron Maiden piuttosto che uno in stile Metallica.
Parliamo di “White Rabbit”: una versione forse più caotica rispetto a “Refuge Denied” ma al tempo stesso più psichedelica ed oscura. Mi racconti un po’ i retroscena di questa canzone e perché avete scelto di fare una cover del classico dei Jefferson Airplane?
Hai ragione, è diversa rispetto a quella contenuta nel nostro debut album. Nella versione “famosa” c’è l’intro e poi l’assolo di Dave Mustaine. “White Rabbit” è stata scelta dopo aver incontrato Warrel Dane, e lui aveva una versione di “White Rabbit” che già faceva in una sua vecchia band. La facevano bene, ma noi eravamo sicuri di poterla fare meglio. E così è stato.
Per l’artwork di “Inception” avete chiamato Ed Repka, per fare da ponte con il passato chiamato “Refuge Denied”. Pensandoci oggi, nel 2017, avresti mai immaginato che quell’iconico lavoro di Repka potesse essere uno delle copertine heavy metal più famose di sempre?
Sono davvero dei grandi lavori quelli di Ed. E’ un grandissimo artista. Sono orgoglioso di queste cover e per quella di “Inception” volevamo che in fan del nostro debut album amassero anche questa copertina. E poi come hai già detto tu, è evidente il legame tra questi due lavori: il prete nazista con la Luger P08 è l’evidente ricordo dei nostri primi anni e dei nostri primi passi.
Torniamo al presente: George Hernandez ha sostituito Jim Sheppard. Cosa è successo con Jim ed inoltre possiamo considerare Nick Cordle (chitarra) come membro permanente della band?
Iniziamo da Jim: come sappiamo tutti Jim ha avuto davvero molti problemi di salute nel corso degli anni, ai quali si sono aggiunti anche problemi personali. Praticamente era arrivato ad un punto dove era meglio per lui fare un passo indietro. Gli vogliamo bene ed un ottimo amico ancora per tutti noi, ma la cosa più importante è che ora sta un po’ meglio e sta lavorando su molte altre cose. L’ingresso di George è quindi da considerarsi permanente: è un membro dei Sanctuary al 100%. Questione Nick: probabilmente andremo a caccia di un nuovo chitarrista perché le sue intenzioni sono quelle di dedicarsi ad altri progetti.
Sappiamo che state lavorando ad un nuovo album. Ci dobbiamo aspettare qualcosa entro il 2017?
Stiamo lavorando con intensità, ma non penso che riusciremo a farlo uscire entro il 2017. Speriamo di riuscirci, ma credo che lo scenario più credibile sia quello di veder pubblicato il nostro nuovo disco nei primi mesi del 2018. I lavori stanno procedendo bene.
Questione tour: sappiamo che tornerete in Europa quest’estate, ma ci sono delle possibilità di vedervi dal vivo anche in Italia?
Spero di sì. Faremo 9 festival in giro per l’Europa e ci sarà un momento nel quale ci saranno diversi giorni di sosta. Speriamo che proprio in quei giorni si possa trovare uno spazio. Sappiamo che è difficile, teniamo le dita incrociate!
Ed ora un messaggio per i vostri fan e per i lettori di metallus.it!
Torneremo presto in Italia, perché l’Italia è uno dei posti migliori dove suonare!