Circa un anno fa ho avuto l’opportunità di recensire “Raised On Radio”, un disco di cover che – benchè suscettibile di un interesse probabilmente circoscritto, come molte uscite di questo tipo – aveva saputo regalare qualche momento di ottimo intrattenimento. Il progetto era stato cucito sulle forme di Ronnie Romero, interprete cileno (Rainbow, Michael Schenker Group, Lords Of Black, The Ferrymen, Sunstorm) che in occasione dell’ultimo Eurovision abbiamo potuto apprezzare anche nella veste di frontman per i bulgari Intelligent Music Project. Artista non solo capace, dunque, ma anche piuttosto duttile, una qualità che le case discografiche più attive non possono non apprezzare quando si tratta di mantenere costante e sostenuto il numero di dischi pubblicati ogni mese. A testimonianza del buon prodotto che era “Raised On Radio”, Romero ritorna con una sorta di parte seconda, che però aggiunge l’aggettivo heavy al suo titolo: se dal punto di vista della sexy cover abbiamo fatto un deciso passo indietro, da quello musicale dovremo prepararci ad una virata stilistica verso lidi più pesanti, con brani pescati dalla produzione di Manowar, Judas Priest, Metallica ed altri ancora.
Accompagnato da una formazione affiatata (“A Light In The Black“) che in gran parte ricalca quella conosciuta nel duemila e ventidue, Romero offre come sempre una performance che – per tecnica dimostrata e passione profusa in ogni singolo passaggio – si lascia agilmente alle spalle molta della attuale concorrenza. Il cantante sudamericano possiede infatti quella perfetta voce da hard rock che gli permette di coniugare potenza e musicalità in ogni brano (“Fast As A Shark”), interpretato con uno stile che, pur rispettando gli originali, garantisce anche una buona dose di freschezza. Complice la presenza di numerosi musicisti ospiti, tra i quali si segnalano i chitarristi Roland Grapow e Gus G. – le canzoni si presentano particolarmente ricche ed orchestrate (“The Shining”), il suono è davvero pieno e la produzione in grado di esaltare ogni traccia indipendentemente dal modo in cui la ascolteremo. Scaldata la voce con “The Battle Rages On” dei Deep Purple, il disco si dipana lungo altre undici tracce di durata piuttosto consistente, al punto che gli episodi di sei/sette/otto minuti compongono almeno la metà dell’album, a testimonianza di un lavoro di qualità e generosa quantità, felice di ricalcare la formula del predecessore. Dai momenti più divertiti (“Metal Daze”) al gustoso rinvigorimento di autentiche pietre miliari che non hanno bisogno di presentazione (“Turbo Lover”, “Hallowed Be Thy Name” e “No More Tears”, giusto per buttare lì una manciata di titoli), “Raised On Heavy Radio” offre l’opportunità di trascorrere tre quarti d’ora all’insegna del divertimento e forse anche della nostalgia, ma senza mai scadere nella banalità della mera operazione commerciale.
L’arrangiamento delle cover merita infine una menzione particolare e distintiva: se infatti questo lavoro non si caratterizza per vigorosi stravolgimenti, che dopo tutto avrebbero più contrariato che incuriosito i fan degli originali, la leggerezza tipicamente hard rock con la quale molte tracce sono state rivisitate – penso a quella degli Iron Maiden o ancor di più a quella in quota Ozzy – aggiunge un’agilità ed una freschezza che non migliorano qualcosa di già perfetto, questo no, ma ne offrono almeno una lettura diversa e moderna, a tratti fin troppo leggera, che comunque dimostra una perfetta conoscenza dell’opportunità e della materia. E così con questo lavoro ben prodotto da Alessandro Del Vecchio si finisce per trovarsi in un luogo inaspettato ma tutto sommato accogliente, a metà strada tra le produzioni delle quali non sentivamo il bisogno e quelle che invece vorremmo fare nostre spingendoci fino all’acquisto di uno scintillante supporto fisico. Anche se la mia impressione è quella che Romero rimanga ancora in attesa di una collocazione solista in grado di consacrarlo, estraendolo dalle sabbie mobili di eccellenti produzioni di mestiere, riesce davvero difficile non riconoscere la bravura con la quale il cantante e compositore approccia ogni progetto ed abbraccia ogni nuova possibilità di collaborazione, che si tratti di difendere il Verbo del metal all’Eurovision, di infondere nuova vita in una cover degli anni ottanta o di fronteggiare una band leggendaria come i Rainbow.

Etichetta: Frontiers Music Anno: 2023 Tracklist: 01. The Battle Rages On (Deep Purple cover) 02. Metal Daze (Manowar cover) 03. Turbo Lover (Feat. Nozomu Wakai) (Judas Priest cover) 04. Hallowed Be Thy Name (Iron Maiden cover) 05. Fast As A Shark (Accept cover) 06. No More Tears (Feat. Gus G.) (Ozzy Osbourne cover) 07. The Shining (Feat. Chris Caffery) (Black Sabbath cover) 08. A Light In The Black (Rainbow cover) 09. Kind Hearted Light (Feat. Roland Grapow) (Masterplan cover) 10. You Don’t Remember, I’ll Never Forget (Yngwie Malmsteen) 11. The Four Horsemen (Metallica) 12. Turbo Lover (Alternate Solo Version) (Judas Priest cover) Digital Bonus Track Sito Web: facebook.com/ronnieromeroofficial |