Robin Trower – Recensione: Joyful Sky

Alla tenera età di 78 anni, il grandissimo chitarrista inglese Robin Trower (negli anni ‘60 nei Procol Harum, autore poi di una bellissima carriera solista) pare abbia trovato una sorta di seconda giovinezza. È infatti dal 2021 che con cadenza annuale fa uscire dischi di ottimo livello (ma la sua attività discografica non si è mai interrotta) e dopo l’eccellente “No More Words To Conquer” dell’anno scorso (qua la recensione) esce ora, sempre per Provogue, il nuovo lavoro intitolato “Joyful Sky”. In questo lavoro, in cui suona anche il basso, è affiancato dal batterista Chris Taggart (presente anche sull’album precedente) e soprattutto dalla blues woman Sari Schorr, straordinaria cantante newyorchese che, dopo una formazione classico operistica si è data al blues, diventandone una delle più interessanti interpreti attuali emergenti. Ha già pubblicato tre dischi e vanta con collaborazioni prestigiose (Eric Burdon, Walter Trout, Popa Chubby, Warren Haynes, Keb Mo’, Joe Louis Walker ecc.), tanto da venire inserita nella New York Blues Hall of Fame nel 2015. l’incontro con Trower è dovuto al fatto di avere lo stesso manager, facendo così nascere e crescere questa collaborazione, per la quale il chitarrista ha riadattato alcuni brani preesistenti per la voce della Schorr, e composto appositamente nuovi pezzi.

Il disco si apre con “Burn” (nessuna relazione a un pezzo omonimo piuttosto famoso!), un intenso slow blues dove il sound di Trower, caratterizzato dall’uso del pedale Univibe, con un assolo di poche, significative note, si fonde alla perfezione con la vocalità di Schorr, fumosa e intensa, come d’altronde sulla successiva “I’ll Be Moving”, dai toni drammatici ed emotivi. Un Trower vicino ai dischi degli esordi è riscontrabile nella più rock “The Distance” e i cenni hendrixiani sulle sue parti soliste, per poi arrivare a “Peace Of Mind”, un hard blues rilassato ma incalzante, che ricorda certi brani dei Free e in cui la splendida linea vocale e il fluido chitarrrismo di Trower si incontrano in un abbinamento perfetto. Più funk “Change It”, mentre la title track ha atmosfere più sognanti e tonalità vocali vagamente jazzate. Sezione ritmica funk, chitarra hard blues e vocalità grintose caratterizzano “Need For You”, mentre “The Circle Is Complete”, dall’attacco così hendrixiano e dalle vocalità sparate, prosegue in una seconda parte lenta, con un lungo, ispiratissimo assolo di chitarra. Concludono lo spumeggiante rock blues di “Flatter To Decive” con Schorr in primo piano, e la ballata densa di soul di “I Will Always Be Your Shelter”.

Insomma, un altro disco di grande classe e qualità da parte di un artista che continua a trovare la giusta ispirazione per lavori di eccellente livello. L’unione artistica con Sari Schorr funziona alla perfezione, creando uno dei dischi di certo più importanti di quest’anno per quanto riguarda il genere proposto. Niente chitarrone pesanti e ritmiche anfetaminiche, sia ben chiaro, ma classe e stile da vendere. I grandi chitarristi dei seventies, ai quali Trower appartiene a pieno titolo, avevano la caratteristica di essere riconoscibili in mezzo a mille altri dallo stile, dal tocco, dal suono. Anche qua, a più di cinquanta anni di distanza, il grande artista inglese può dare lezione a chiunque col suo sound riconoscibilissimo, fluido, poetico e intenso.

Etichetta: Provogue

Anno: 2023

Tracklist: 01. Burn 02. I’ll Be Moving On 03. The Distance 04. Peace Of Mind 05. Change It 06. Joyful Sky 07. Need For You 08. The Circle Is Complete 09. Flatter To Decive 10. I Will Always Be Your Shelter
Sito Web: https://www.facebook.com/RobinTrower

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