Rising Steel – “Beyond The Gates Of Hell”: intervista a Fabrice Emmanuelson

In seguito alla pubblicazione del loro nuovo album – recensito nei giorni scorsi – abbiamo avuto la possibilità di scambiare due chiacchiere con Fabrice Emmanuelson, frontman dei Rising Steel. Ne è uscito un confronto interessante sull’evoluzione del loro stile, sullo spirito dell’heavy metal di stampo più tradizionale e sulla scena francese nel periodo post-pandemia. Buona lettura!

Ciao ragazzi, grazie per il vostro tempo e per i quarantacinque minuti di puro, diretto heavy metal offerto dal vostro nuovo album: che cosa rappresenta “Beyond The Gates Of Hell” per voi come band?

Buongiorno, i Rising Steel sono innanzitutto una band nella quale ciascuno può esprimersi liberamente e come desidera. Io ho molte band ma i Rising Steel sono una delle più importanti che mi permettono di creare canzoni con influenze heavy metal e thrash!

Il nuovo album suona più coeso ed accurato rispetto all’uscita precedente, si tratta di un risultato che avete espressamente ricercato con i nuovi materiali?

Sì, volevamo davvero che la scrittura dei brani ed anche le parti vocali sublimassero il lavoro del disco precedente. Non abbiamo trascurato nulla ed abbiamo voluto un album più potente e furioso, pur rispettando lo stile tipico dei Rising Steel. Abbiamo registrato al KNT Studio in Francia, nella nostra città, proprio per avere delle basi solide ed un suono preciso: successivamente abbiamo curato il mixing con Staffan Karlsson e Rickard Bengtsson (Sweetspot Studio), che hanno prodotto Meshuggah, Spiritual Beggars, Arch Enemy… Ci hanno aiutato e dato quel suono potente e preciso che desideravamo! Infine, la masterizzazione è stata fatta in Finlandia da Mika Jussila (Finnvox Studios).

Ci sono delle passioni o degli hobby che condividete all’interno della band e che, in qualche modo, influenzano il processo di scrittura?

Noi condividiamo soprattutto la passione per il Metal! Parliamo di molte cose ma il nostro argomento principale rimangono i Rising Steel! Abbiamo influenze musicali differenti ma alla fine ci troviamo d’accordo su Accept, Judas Priest, Slayer, Forbidden…

A parte alcune differenze, suonate uno stile abbastanza tradizionale che non offre molto spazio per l’evoluzione nè per la contaminazione: lo considerate una sorta di limite che le band che suonano heavy devono in qualche modo gestire?

Sinceramente quando vedo delle recensioni che dicono che noi suoniamo heavy metal e solo quello, io dico che il giornalista non ha ascoltato bene l’album o non capisce molto di metal! Nel nostro heavy metal noi incorporiamo thrash, hard rock ed anche alcune cose affini al doom o al groove. Prendi per esempio “My Burning Time“, nella quale canto in duetto con Apollo Papathanasio (Spiritual Beggars) e dove si sente una base groovy con uno spirito anni settanta rivisitato in chiave moderna. “We Are Free” è più teatrale e potrebbe essere accostata ai Savatage con la sua intro di pianoforte. “Death Of A Vampire” è più pesante e richiama gli Accept, con un ritornello accattivante che nasce dal puro heavy metal. “Infinite Pain” è invece sicuramente thrash e richiama i Forbidden…

La vostra etichetta vi descrive come una band per i fan di “Judas Priest, Iron Maiden, Metallica, Accept, Saxon, Grand Magus, Nevermore e Slayer”, cosa pensate di avere ereditato da ciascuna di queste formazioni?

Naturalmente sono un grande fan di Nevermore, Judas Priest, Slayer ed Accept. Citerei anche i primi Iron Maiden, fino a Seventh Son Of A Seventh Son. Per quanto riguarda poi le influenze vocali potrei ricordare Forbidden, Overkill e Vio-Lence: questo periodo di heavy e thrash degli anni ottanta è semplicemente magico!

Puoi dirci qualcosa riguardo ai video che sono stati girati per promuovere l’album? Ci sono dei particolari “dietro le quinte” che vorresti condividere con i nostri lettori?

Il video di “Run For Your Life” è stato registrato allo studio KNT con Magali Laroche, che ha già prodotto i nostri video precedenti, e con la nostra attrice preferita Wanda De Lullabies nelle scene all’aperto. Lavorare con loro è sempre un piacere. Per “Skullcrusher” è stato il nostro chitarrista Steff ad occuparsi della produzione. Lui e Tony sono andati nel sud della Francia per filmare lo scontro dei cavalieri, è stato epico! Un video più casalingo, se vuoi, ma che si sposa bene con la canzone!

Parlando delle difficoltà legate alla pandemia, quali sono state le sfide più grandi che avete dovuto affrontare durante quei tempi così difficili? Pensate di poter vedere la fine del tunnel e ricominciare a programmare delle nuove date?

Eravamo ovviamente frustrati per non poter suonare e promuovere “Fight The All“! Ma abbiamo colto l’opportunità di comporre “Beyond The Gates Of Hell” e prenderci il tempo necessario per rifinirlo. Per quanto riguarda la promozione del disco, abbiamo già delle date con i Rhapsody Of Fire ed altre in preparazione a Lione, e poi andremo a Grenoble con i Sanctuary… Insomma, ritorneremo a suonare!

Le band come la vostra sembrano esprimere il loro maggiore potenziale quando si esibiscono dal vivo: quali sono le tre canzoni del nuovo album che pensi avranno l’impatto più potente?

Tutte! Direi “Skullcrusher“, “Run For Your Life“, “Infinite Pain” oppure “Life Awaits“…

“Beyond The Gates Of Hell” è il vostro quarto lavoro, come vedi i Rising Steel tra – diciamo – dieci anni?

E’ il nostro quarto album se contiamo anche l’EP. Penso che stiamo facendo progressi concreti e ponderati. Stiamo guadagnando popolarità e la nostra firma con Frontiers Records ci ha permesso di sviluppare la band come merita: per questo siamo molto orgogliosi ed uniti nel programmare il futuro! Stiamo già preparando il nuovo disco che sarà pieno di sorprese! Molte date stanno arrivando, cosa potremmo chiedere di più?

Infine, oggi è più facile ascoltare nuovi materiali che provengono da tutto il mondo, e la vostra attuale etichetta (italiana) è particolarmente brava a scovare nuovi talenti: qual è lo stato della scena heavy in Francia?

Io ho 5000 CD a casa ma sono ancora curioso di ascoltare nuove uscite metal o comunque derivative, a causa del mio lavoro e della mia passione. Per quanto riguarda la scena francese non ho invece molto da dire: ci sono band talentuose come Nightmare, Manigance, Sortilege che sono attive da molto tempo. Non c’è niente della scena heavy metal moderna che mi abbia particolarmente convinto ma la Francia è piena di nuove promesse per tutti i gusti!

Grazie per il tuo tempo e per le tue parole, speriamo di vedervi presto dal vivo per promuovere quel grande pezzo di heavy metal che “Beyond The Gates Of Hell” rappresenta!

Grazie a voi! Stay metal!

Marco Soprani

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Folgorato in tenera età dalle note ruvide di Rock'n'Roll dei Motorhead (1987), Marco ama fare & imparare: batterista/compositore di incompresa grandezza ed efficace comunicatore, ha venduto case, lavorato in un sindacato, scritto dialoghi per una skill di cucina e preso una laurea. Sfuggente ed allo stesso tempo bisognoso di attenzioni come certi gatti, è un romagnolo-aspirante-scandinavo appassionato di storytelling, efficienza ed interfacce, assai determinato a non decidere mai - nemmeno se privato delle sue collezioni di videogiochi e cuffie HiFi - cosa farà da grande.

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