Rhapsody Reunion: Live Report della data di Milano

Presso l’Alcatraz di Milano si tiene l’ultima tappa della quattro-giorni italiana che inizia quel che dovrebbe essere l’ultimo tour dei Rhapsody (anche se dei tre musicisti fondamentali della band manca il tastierista Alex Staropoli) a poco più di vent’anni dall’inizio della carriera.La scelta di Turilli (chitarra) e Lione (voce) è chiara e consiste nel proporre le canzoni migliori dei primi quattro album più l’EP “Rain Of A Thousand Flames” tralasciando la seconda parte della saga che comprende altrettanti album ed EP. E’ forse probabile che i nostri ritornino in sella per celebrare la seconda parte di carriera? Al momento non ci è dato saperlo e ad esser sinceri Fabio ha dichiarato sul palco che questo tour decreta l’addio della band ai loro fan. Andiamo però con ordine perché prima del quintetto più importante di symphonic power metal del globo sono saliti on stage due band di supporto.

Gli Scarlet Aura, band romena guidata dalla biondissima Aura Danciulescu, poco dopo le 19 danno il via alla serata con un sound leggermente fuori tema visto che i musicisti in questione sono orientati soprattutto ad una sorta di hard rock melodico che solo in parte può avere attinenze con il metal; di certo dal vivo l’impatto è più “sostanzioso” ma tutto sommato le canzoni eseguiti risultano anonime e scorrono via senza lasciar segno.

Sostanzialmente lo stesso commento può esser scritto per i finlandesi Beast In Black guidati dal greco frontman Yannis Papadopoulos che si presentano come dei cloni dei Judas Priest ma che a livello musicale son ben lontani dal classico sound metal dei britannici. La coppia di chitarristi Anton Kabanen e Kasperi Heikkinen sforna comunque un discreto wall of sound metallico che sostiene pezzi tosti come “Blood Of A Lion” o la conclusiva “End Of The World”. Lascia però un po’ sbigottiti la sostanza del sound dei nostri che miscela in un eretico mix classic metal e musica da discoteca in una formula che estremizza quanto proposto dai Battle Beast o dai Gloryhammer di “Universe On Fire”. In questo senso canzoni come “Crazy, Mad, Insane” (condita dalla tamarrata degli occhialoni neri, indossati dai due chitarristi e dal bassista, in cui scorrevano le parole del titolo del pezzo) rappresenta l’apice un po’ sconvolgente di questa deriva musicale. I presenti in ogni caso sembrano gradire e il set dei finlandesi termina fra applausi e discreto interesse.

Dopo una breve pausa arriviamo (appena dopo le 21,00) al cuore della serata con un’introduzione epica all’accoppiata dell’intro “In Tenebris” più il classico “Dawn Of Victory” che subito scatenano l’audience che esplode letteralmente sotto le note della veloce e potente canzone dei Rhapsody.

Considerando il numero enorme di pezzi eccellenti contenuti nei primi album della band possiamo ben immaginare come ogni pezzo sia di fatto una celebrazione e l’esecuzione eccellente dei musicisti sul palco viene introdotta, quasi per ogni canzone, da aneddoti sfornati con sapienza e simpatica dal singer Fabio Lione che sfoggia una prestazione superlativa dimostrando più che mai di essere sia un ottimo cantante sia un perfetto frontman in grado di trasmettere emozioni e divertire come nei coretti improvvisati o con i numerosi racconti quale l’immancabile ricordo di Christopher Lee (attore di grande fama che ha recitato in numerosi film –tutti i presenti lo ricordano per l’interpretazione di Saruman nella trilogia del Signore degli anelli o per Dracula o ancora per il sith Doku- che ha collaborato con la band nella seconda parte della loro carriera) a cui viene dedicato con commozione il brano “Riding The Winds Of Eternity”.

Ad inzio set vengono proposte la melodica ed incalzante “Wisdom Of The Kings” subito seguita dalla folk metal “The Village Of Dwarves” per poi tornare al metal più rombante con “Power Of The Dragonflame”. Grazie all’esecuzione della dolce “Wings Of Destiny”, che Lione ricorda esser stato il primo vero “lento” dei Rhapsody, scopriamo che questo tipo di song è la preferita dal cantante che poi, in conclusione, annunciando l’altra epic ballad “Lamento eroico”, ricorda di esser stato uno dei due su tre elementi della band che all’epoca si battè per piazzare il primo pezzo interamente in italiano su un CD (parliamo quindi di “Dawn of Victory”).

Altro momento eccellente per il singer è poi l’interpretazione della cover “Con te partirò” di Andrea Bocelli che Lione ha detto di aver conosciuto scoprendo un professionista molto diverso da come se l’era immaginato. Ulteriore parentesi dovuta è quella che il singer dedica all’esordio della band “Legendary Tales” (da cui viene proposta una superba versione di “Land Of Immortals”), album che nel 1997 uscì rivoluzionando la scena e portando finalmente una band italiana al meritato successo internazionale.

Citiamo poi gli ottimi assoli dedicati alla linea ritmica, prima il batterista Alex Holzwarth e poi il bassista Patrice Guers (dopo “The Wizard’s Last Rhymes”) nonché il duetto alla voce con Nicoletta Rosellini (Kalidia) nella suite “Symphony Of Enchanted Lands”.

La conclusione del concerto è un tripudio di potenza e velocità (escludendo la già citata “Lamento eroico”) con “Holy Thunderforce” ed i bis “Rain Of A Thousand Flames” e l’immancabile finale “Emerald Sword” annunciata al microfono da una fan giapponese stipata in prima fila.La porzione del tour italiano della Rhapsody Reunion è finita e da domani Fabio dovrà intrattenere i suoi fan in inglese ma speriamo che la dichiarazione legata alla fine della storia del gruppo non sia veritiera bensì solo un’altra tappa nella storia di questa stupenda band.

leonardo.cammi

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Bibliotecario appassionato a tutto il metal (e molto altro) con particolare attenzione per l’epic, il classic, il power, il folk, l’hard rock, l’AOR il black sinfonico e tutto il christian metal. Formato come storico medievalista adora la saggistica storica, i classici e la letteratura fantasy. In Metallus dal 2001.

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