Nuovo bassista e nuovo chitarrista per la band di Deen Castronovo (Journey, Bad English, Hardline) : in occasione dell’uscita di “Eagle Flight”, quarto album della formazione americana, sono infatti Jeff Pilson (Foreigner, Dokken, Black Swan, The End Machine) e Joel Hoekstra (Whitesnake, Trans-Siberian Orchestra, Iconic) a prendere parte ad un progetto fortemente voluto da Frontiers Records per porre all’attenzione dei fan non solo l’abilità di Castronovo come batterista, ma anche il suo chiaro talento in veste di cantante. Completati da Alessandro Del Vecchio, qui tastierista e produttore, questa seconda incarnazione dei Revolution Saints si fa forte di un approccio ispirato e vigoroso che rappresenta a tutti gli effetti un nuovo inizio. Il fatto che “Eagle Flight” offra in realtà solo cinquanta minuti di ottimo rock cozza solo in parte con questi ambiziosi propositi: se infatti l’hard rock adulto e ben confezionato che ci si può aspettare da musicisti così navigati difficilmente finirà con il generare meraviglia e stupore, dall’altro a queste dieci nuove canzoni non si può negare il merito di continuare e rafforzare un bel discorso cominciato nell’ormai lontano 2015 con la pubblicazione dell’album omonimo.
Il merito principale di questo quarto lavoro è quello di trovare una propria, netta collocazione a metà tra il rock più maturo, che la voce graffiante ma tutto sommato composta di Castronovo interpreta alla perfezione, con un’esecuzione brillante, anche in virtù del drumming offerto dallo stesso musicista californiano originario di Westminster (“Talking Like Strangers”, “Sacred”). Il fatto che queste due anime convivano nella stessa persona, ancor prima che nel medesimo gruppo, garantisce in un certo senso l’autenticità di questa spinta dirompente, la tensione reale della quale ogni brano sembra beneficiare, la melodia ma con nervo che agli amanti del melodico dà l’impressione di ascoltare qualcosa di anche un po’ duro, e naturalmente viceversa. Il risultato finale è un’idea di positiva chiusura e completezza retorica che sfocia in canzoni scorrevoli e solidissime (“Need Each Other”), sospese tra sonorità decisamente dure ed altre più morbide e spumose, senza che il focus dell’album – da Agosto disponibile anche in vinile – ne debba minimamente risentire. Come si conviene a prodotti di questa categoria, che si apprezzano maggiormente adottando un approccio olistico e che quindi tenga conto di diversi fattori al di là dell’efficacia del singolo ritornello, “Eagle Flight” dà il meglio di sè se ascoltato nella sua godibile interezza, lasciandosi trasportare dai suoi tocchi eleganti, dal suo languido parlar d’amore (“I’ll Cry For You Tonight”), da quella robustezza anche un po’ funky e divertita (“Kids Will Be Kids”) che – una volta conquistata – ti permette di suonare un po’ di tutto facendo sempre un’invidiabile figura.
Quello che però i Revolution Saints non offrono, nemmeno in questa occasione, è una rivoluzione della quale in fondo nessuno sentiva la necessità: pur registrando con piacere la compattezza e l’unità di intenti di questa nuova line-up, è infatti evidente che anche questo lavoro non regala alcun effetto sorpresa, e le parole tiepide spese ormai sei anni fa in occasione dell’uscita di “Light In The Dark” potrebbero essere riutilizzate, in nome di una responsabile economia circolare delle recensioni, per definire un prodotto che rimane a tutti gli effetti molto simile, molto competente e comunque molto buono. In particolare, ho notato come molti dei brani in scaletta presentino delle soluzioni originali abbozzate solo nel finale (“Crime Of The Century”), con il risultato interlocutorio di aggiungere varietà dove non serve, o stimolare nell’ascoltatore una curiosità che poi non viene soddisfatta, ed a volte diventa rimpianto. Come se una certa voglia di nuovo e di diversità aleggiasse in sala di registrazione, ma poi non si fosse deciso di alimentarla prendendosi il rischio.
Al di là di questi momenti di perplessità, la certezza sulla quale la band americana può saldamente poggiare è che sulle abilità di Castronovo come cantante non ci sono ormai più dubbi… e con questa granitica consapevolezza è forse giunto anche il momento di concedersi una riflessione sulla direzione che i suoi Revolution Saints potrebbero intraprendere in futuro. Tutto il materiale contenuto in “Eagle Flight” offre un intrattenimento di livello eccellente, ma forse alcuni progetti ed alcuni artisti sono destinati a spingersi oltre gli scintillanti confini di un lavoro ben portato a termine: ascoltando questo disco, e la relativa facilità con cui il compito di creare bellezza musicale è stato eseguito (“Once More”), chissà che non sia proprio questo uno di quei fortunati casi. Fingers crossed!