Ancora una volta doom metal spruzzato di black per gli americani Usnea, che con “Portals Of Futility” tagliano il traguardo del terzo disco. A circa 3 anni da “Random Cosmic Violence” la band di Portland prosegue la sua strada, senza dubbi o cedimenti, mettendo in gioco il destino della terra in un album ambientato in un futuro distopico.
Nei 55 minuti circa che i nostri mettono in scena, la componente doom è dannatamente evidente. Tempi lenti, funebri, come una processione verso l’abisso. “Eidolons And The Increate” è la prima tappa di questa discesa, chitarra pesantissime, una voce che diventa ringhio ed un senso di oppressione da far esplodere cuore e testa. Un viaggio nel vuoto, dove dolore e chitarre sempre più “spesse” rendono il viaggio apparentemente interminabile.
Non c’è pausa, non c’è speranza, perché “Pyrrhic Victory” incalza e diventa ruggito di chi pur di vincere una battaglia mette troppo in gioco e cade sconfitto. Ed il canto della chitarra è dolente, quasi a rendere omaggio al “vittorioso perdente”, troppo ferito per potersi risollevare fino poi a trasformarsi in rabbia e frustrazione con la scarica d’energia finale.
Chiude l’album l’epica e drammatica “A Crown Of Desolation”, 19 minuti di cambi d’umore, con Zeke Rogers (batteria) ed i due chitarristi Johnny Lovingood e Justin Cory a rendere questa canzone quasi un’eperienza mistica. Da ascoltare ad occhi chiusi la parte centrale della traccia, che sembra respirare tra le note delle chitarre e che diventa sempre più grande, scomparendo prima di esplodere. Per l’ultima volta.
Un disco come un coltello nella carne, dolore e sangue che si mischiano e diventano musica terribile ed opprimente. Una rivelazione.
Voto recensore 7,5 |
Etichetta: Relapse Records Anno: 2017 Tracklist: 01. Eidolons and the Increate 02. Lathe of Heaven 03. Demon Haunted World 04. Pyrrhic Victory 05. A Crown of Desolation Sito Web: https://usneadoom.bandcamp.com/ |