Neanche il tempo di esserci assaporati la sua ultima prova da studio con la Metal Allegiance che ci ritroviamo ancora a parlare di un disco che vede la presenza di Mike Portnoy dietro un drumkit, questa volta in occasione del comeback del supertrio The Winery Dogs.
Il singolo “Oblivion” è un uptempo subito tecnicissimo che ci rimanda direttamente dove ci eravamo lasciati, cioè allo splendido debut album omonimo e alla loro oltremodo convincente prova dal vivo al Live Club di Trezzo (il report); al contrario “Captain Love” sembra quasi un pezzo degli AC/DC.
Difficile capire quale sia la reale priorità di Portnoy (che ha in uscita anche un live dei Flying Colors in questo periodo) ma, in più di un’intervista, il musicista di Long Island ha dichiarato i The Winery Dogs come la band alla quale partecipa in maniera più attiva e non solo un accostamento a musicista di caratura elevata.
“Hot Streak” sembra un lavoro più sanguigno è squisitamente hard rock e blues rispetto all’esordio anche se le melodie non hanno forse la stessa immediatezza; Richie Kotzen ha comunque sempre una “mano” notevole e lo si sente in più occasioni; “How Long” e “Devil You Know” sono sicuramente tra queste (soprattutto la seconda con un break solista impressionante).
Nonostante il titolo “Fire” è la prima traccia che stempera l’elettricità presentandosi come una classica ballad acustica mentre “Ghost Town” è forse il pezzo meno tradizionale perché basato su una melodia trasversale quasi pop nonostante il metronomo sia settato su un tempo sostenuto
Come bilancio finale possiamo considerare “Hot Streak” ad un livello leggermente inferiore rispetto al suo osannato predecessore dato che viene meno la sorpresa rispetto a quando il trio si era presentato sul mercato due anni orsono.
Voto recensore 7,5 |
Etichetta: earMusic/Loud & Proud Anno: 2015 Tracklist: 01. Oblivion Sito Web: http://www.thewinerydogs.com |
disco a mio avviso Strepitoso, meglio di quello dell’esordio