Prosegue il percorso dell’ex collettivo, ora band dalla forma più compiuta, The Ocean attraverso gli eoni geologici; il nuovo tassello si intitola “Phanerozoic I: Palaeozoic” (sotto Metal Blade per la versione CD/digitale e fuori per la Pelagic su vinile) e si piazza a giudizio personale e sindacabile leggermente sotto il livello qualitativo degli ultimi tre lavori, soprattutto “Pelagial”.
The Ocean è sempre stata un’entità difficilmente catalogabile, non solo musicale ma anche “artistica” in senso lato; famosi tra l’altro per degli infuocati live show (imminente una data milanese) e la dedizione scientifica dei loro testi (una sorta di divulgazione alternativa).
Il numero romano inserito nel titoli fa presagire che questa possa essere la prima parte di qualcosa che si svilupperà in futuro (dicono nel 2020) e si muove sempre tra voci abrasive contrapposte a quelle pulite, post metal e sentori psichedelici (“Cambrian II: Eternal Recurrence”) con un Loïc Rossetti protagonista; stilisticamente e concettualmente l’album si potrebbe inserire tra “Precambrian” ed il duo “Heliocentric/Anthropocentric“ quindi con un ritorno deciso a sonorità più aggressive anche grazie al mastering di Jens Bogren che li fa suonare ancor più heavy che in passato.
Il cantato sporco ha il sopravvento su “Ordovicium – The Glaciation Of Gondwana” e diventa veicolo espressivo al pari di uno strumento anche se ci sembra di notare composizioni, sempre interessanti, ma che “si trascinano” quasi a non trovare la via giusta per esplodere; “Silurian – Age Of Sea Scorpions” potrebbe esserne un esempio ma i tedeschi piazzano una parte soft jazz al centro del pezzo riuscendo a stemperare l’attacco monolitico dando una svolta (in positivo) alla seconda parte dell’album.
“Devonian – Nascent” ricorda i Katatonia non solo per la presenza di Jonas Renkse al microfono ma anche come concezione… dietro la quale sta sempre la figura di Robin Staps che crea il quadro d’insieme dall’inizio e questa volta si avvale di nuovi innesti nella line-up (segnatamente la sezione ritmica).
“Phanerozoic I: Palaeozoic” è sicuramente uno dei lavori più immediati (definizione comunque da prendere con le pinze quando si parla di The Ocean) elaborato dalla band alla vecchia maniera tra Islanda e Berlino trovandosi in studio e provando live.
Opera come sempre densa di substrati, difficilmente inquadrabile in una recensione, il “post-quel che volete” dei The Ocean non lascia certamente indifferenti anche se a questo giro la componente heavy mette a dura prova chi preferisce i loro momenti più soffusi e ricercati.
Voto recensore 7 |
Etichetta: Metal Blade Records Anno: 2018 Tracklist: 01. The Cambrian Explosion 02. Cambrian II: Eternal Recurrence 03. Ordovicium - The Glaciation Of Gondwana 04. Silurian - Age Of Sea Scorpions 05. Devonian - Nascent 06. The Carboniferous Rainforest Collapse 07. Permian - The Great Dying Sito Web: https://www.facebook.com/theoceancollective/ |