Il disco “dark” per antonomasia, per quanto i Cure non abbiano mai voluto definirsi tali. “Pornography” è il dolore, è l’alienazione, è la perfetta estremizzazione dei disagi che il punk aveva evidenziato alcuni anni prima e che non sono qui disagi di carattere sociale, ma personali. Tristezza, morte, propensione al suicidio. L’uomo dipinto come una creatura fragile ed effimera al quale si rivela soltanto una verità: la vita giunge a un termine, prima o poi. E “Pornography” è tutto questo: dolore, torpore, confusione, già dettata dalla copertina distorta. “One Hunderd Years” è forse l’unico brano “orecchiabile” (prendiamo il termine con le pinze), o meglio, derivato dalle convenzioni della darkwave e del post punk, con la chitarra distorta e il basso pulsante, una voce provocante ma rabbiosa, che piange l’inevitabile sentiero che porta l’uomo alla propria scomparsa. “The Hanging Garden” aumenta ancora il tiro e si propone come uno dei brani più estremi generati dalla darkwave, nelle sue percussioni ipnotiche e in una chitarra macina riff, la voce sofferente di Robert Smith si sposa alle atmosfere decadenti del pezzo. Ad esso si giustappone “Siamese Twins”, ipnotico, dolce, per quanto maligno nel torpore delle lunghe note e se vogliamo, anche “A Strange Day”, un episodio vagamente più fruibile, sebbene non ci sia un attimo di distacco dal senso di angoscia e spersonalizzazione che contraddistingue l’album. La risposta, se mai ne possa esistere una, è nel finale. La possiamo leggere nella nera anarchia di “Cold” e nella stessa titletrack, un brano fatto di rumore, di suoni che talvolta danno l’impressione di essere casuali, ma che in realtà trovano connessione nella disperazione di Robert. E forse inconsapevolmente, “Pornograpy” diventa un capolavoro. Inconsapevolmente perché, tra queste ruvide note dense di pioggia, l’autore sembra soltanto voler dire senza pretese: “io sto morendo dentro di me e voi non potete aiutarmi”.
Voto recensore SV |
Etichetta: Fiction Records Anno: 1982 Tracklist: 01. One Hundred Years Sito Web: www.thecure.com |