Recensione: You Hear Georgia

A diciotto anni dal loro debutto, quel “Bad luck Ain’t No Crime” che li rivelava come una delle novità più interessanti in ambito southern rock, i Blackberry Smoke giungono al loro settimo lavoro in studio, dal titolo “You Hear Georgia”, dedicato al loro stato degli USA di provenienza, e composto dall’inesauribile penna di Charlie Starr, cantante, chitarrista e mastermind della band.

Il disco è aperto dal riff spezzato e dal groove centrale vagamente funk di “Live It Dovn”, che fa addentrare immediatamente nel mood generale della band. La title track è un brano rilassato, dove la slide guitar e i cori del ritornello sono l’asse portante. Seguono il puro southern di “Hey Delilah” e la ballata dal sapore country “ Ain’t The Same”. “Lonesome For A Livin’ “ col cantante country Jamey Johnson che presta il suo vocione in una parte, è un lento pieno di pedal steel e attitudine sudista. Si arriva poi a uno dei momenti migliori del disco, la splendida “All Rise Again”, composta assieme al leader dei Gov’t Mule, Warren Haynes, che ne canta con grande intensità anche una strofa ed esegue un assolo di chitarra slide da antologia.

Si stacca col gioiellino acustico “Old Enough To Know”, per passare al riff solido combinato alle atmosfere dilatate di “ Morningside”. “ All Over The Road” è un rock’n’roll tirato e trascinante e la conclusiva “Old Scarecrow”, scritta assieme a Rick Medlocke (Blackfoot, Lynyrd Skynyrd) è un bellissimo compendio di quanto ascoltato finora, con la sua perfetta fusione di rock, soul, country e blues, in sostanza, di tutti gli elementi costitutivi del rock dei confederati.

In definitiva un disco eccellente, mediamente migliore delle loro pur ottime uscite discografiche per la rinnovata freschezza della proposta. Certo, nessuna innovazione è nelle loro corde, in un genere, il rock sudista, peraltro non certo famoso per chissà quali sperimentazioni. Ma nella sfida di riuscire a proporre un sound sempre godibile e di riuscire a comporre brani ben riusciti e belli da ascoltare, i Blackberry Smoke escono a pieno titolo vincitori, in un ambito dove il gusto per i suoni (bisogna rimarcare l’eccellente produzione di Dave Cobb) e la felicità compositiva nel solco di una gloriosa tradizione musicale sono tutto. A parere di chi scrive, una delle uscite dell’anno.

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